9
APR

PROGRAMMA TREKKING 2022: 2ª USCITA

"Preziosa perla in un
più 
prezioso scrigno"


E' CON QUESTA FRASE CHE IL POETA ANTONIO FOGAZZARO DESCRISSE IL LAGO DI MOLVENO, DOVE E' STATA DISPUTATA OGGI LA 2ª USCITA DEL PROGRAMMA TREKKING 2022. GIORNATA INCERTA SOTTO IL PROFILO METEO, CON QUALCHE GOCCIA DI PIOGGIA, UNA LEGGERA GRANDINATA E A TRATTI ANCHE UN PO' DI VENTO, MA I RINCO HANNO COMUNQUE COMPLETATO IL BELL'ANELLO DI 15 KM, IN UN MIX DI NATURA E STORIA.

 


 

i presenti

 

SOCI
ospiti        

 

 

la cronaca

09/04/2022. E' stata disputata oggi, sull'Altopiano della Paganella, la 2ª uscita del programma trekking 2022. Un itinerario, quello del Lago di Molveno, già percorso 6 anni fa e tirato fuori dal cassetto al volo, in sostituzione di quello sul Monte Misone (rinviato a giugno a causa della neve caduta la scorsa settimana). 

Buona adesione complessiva, con ben 17 camminatori presenti, che si sono dati appuntamento al laghetto di Nembia, posto a sud del più noto lago di Molveno, nel territorio di San Lorenzo in Banale, alla faccia del meteo incerto e del cielo non proprio ben augurante ...

Il gruppo si è avviato verso le 9:30 e, avendo deciso di affrontare l'anello in senso orario (l'inverso rispetto alla volta precedente), ha raggiunto l'estremità sud del Lago di Molveno, per poi imboccare la vecchia "Via Imperiale" (la strada che collegava la Val di Non con le Valli Giudicarie), che in questo tratto passava sulla sponda ovest del lago, sotto le Dolomiti di Brenta, all'opposto rispetto all'odierna SS421, che transita sul lato est del lago, sotto la Paganella.

Camminando sulla comoda sterrata, con vista lago (con una leggerissima grandinata, simil-polistirolo), si è giunti - dopo un leggero strappo finale - alla sommità del Dos Corno, sede dei c.d. "fortini di Napoleone". In realtà il nome dovrebbe essere "fortini anti-Napoleone", visto che furono realizzati dagli austriaci, alla fine del 1700, per fronteggiare l'avanzata dell'esercito francese, penetrato nel Tirolo meridionale durante la c.d. "campagna d'Italia".

Si tratta di un complesso militare composto da un forte, recintato da un grosso muraglione e posto alla base del colle (dove probabilmente trovava sede il Comando), nonché da una serie di trincee scavate nel terreno e dotate di muri di contenimento, che abbracciano l'intero versante sud-est del dosso, poste a presidio di quella che all'epoca era l'unica via di comunicazione dell'altopiano.

Dopo la visita ai fortini è stata ripresa la "Via Imperiale", scendendo al vicino "Ponte Romano", antico manufatto in pietra (risalente al 1200 circa) che consente di superare una profonda gola sul lago. Il sentiero prosegue poi pianeggiate fino alle porte della zona balneare, dove si trova la rinomata ed apprezzata spiaggia di Molveno, con tutte le strutture annesse (piscina, parco giochi, camping, area sportiva, noleggio barche, ecc.). Prima di raggiungere la spiaggia è stata però fatta visita alla "segheria Taialacqua" (dal nome del parroco di Molveno che ne volle la costruzione), un impianto risalente al 1500 che utilizza il sistema c.d. "alla veneziana", con i meccanismi azionati ad acqua, convogliata verso la segheria con un apposito canale. L’acqua muove una pala ove si trova incorporato un fuso che a sua volta aziona una biella, la quale trasforma il movimento rotatorio nel movimento verticale di una lama, che provvede a tagliare i tronchi. Il prodotto del lavoro erano delle lunghe tavole chiamate "molvene", dello spessore da 6 a 10 mm, che venivano commercializzate principalmente nella zona dell'alto Garda.

Dopo la visita all'antica segheria (che viene riattivata durante l'estate, a scopo dimostrativo), è stata raggiunta la spiaggia per una breve pausa snack, procedendo poi sul bel prato, fino all'estremità nord del lago, dove - una volta passato il ponte - c'è stato il "giro di boa", seguito dal ristoro volante, sfruttando un paio di tavoli con panche. Dall'estremità settentrionale del lago è quindi stato imboccato il sentiero che costeggia la sponda est, iniziando il rientro verso sud. La prima parte del sentiero è lungolago, fino al vecchio Grandhotel Molveno, il primo storico albergo di Molveno, che a inizio del 1900 lanciò il turismo nel paese ai piedi del Brenta.

Dopo l'albergo il sentiero si sposta a monte della SS421, per proseguire nel bosco, con vista dall'alto del lago. Più o meno a metà sponda, il sentiero scende dal bosco, riattraversa la statale e ritorna in riva al lago, per procedere poi fino all'estremità sud, con qualche passaggio sospeso su passerelle in metallo.

Con qualche leggero saliscendi si è giunti in fondo al lago dove un tempo c'era una diga, costruita dall'Enel negli anni '50 in previsione di alzare il livello del lago per ampliare il bacino a disposizione della centrale di Santa Massenza. Il progetto fu però abbandonato a causa della sollevazione popolare scatenata dalla rivelazione del piano che prevedeva l'innalzamento del lago di ben 6 metri, il che avrebbe significato la scomparsa di tutta la zona lido, abitazioni e attività economiche comprese (una cosa simile è successa al Lago di Resia, ai danni del paese di Curon, di cui oggi rimane solo il campanile che affiora dall'acqua). La diga, così, rimase a secco per qualche decennio (l'unica acqua che bagnò l'opera fu quella della pioggia), fino a quando - negli anni '90 - nell'ambito di un piano di riqualificazione dell'area, il manufatto in cemento armato venne demolito e rimosso.

Dal Lago di Molveno si è quindi proceduto verso quello che possiamo definire il "villaggio sparso" di Nembia. Qui, infatti, non c'era un vero e proprio paese, ma un certo numero di costruzioni sparpagliate nella solatìa conca, ognuna con il suo terreno attorno, collegate fra loro da una rete di viottoli con fondo acciottolato, delimitati da muretti a secco. Gli elementi costruttivi dominanti - qui - sono il legno e, soprattutto, la pietra, di cui la zona abbonda per via della grande frana post-glaciale che diede origine, migliaia di anni fa, allo sbarramento della valle e alla formazione del lago di Molveno. Un vero e proprio tuffo nel passato rurale del Trentino, quando in questi luoghi di montagna si praticava un'agricoltura davvero di sussistenza.


Dall'altura con le vecchia case in pietra di Nembia si è quindi scesi al vicino laghetto, dov'era iniziato il cammino poche ore prima, chiudendo l'anello di ben 15 km.

Dopo le fatiche, c'è stato un piccolo ristoro pasquale, con le uova di cioccolato e ... il panettone! (la colomba, i Rinco, la conservano per l'estate ...). Poi gli auguri e ... alla prossima!

- - -

Ora l'appuntamento è per sabato 30 aprile, dopo la sosta pasquale, per una nuova uscita bike (la 2ª del programma 2022). Si andrà nella Bassa Atesina, a sud di Bolzano, per affrontare il tracciato che interesserà il Lago di Caldaro e il Colle di Monticolo, con i suoi 2 laghi, Monticolo piccolo e Monticolo grande.

 

i dati tecnici.

Complessivamente il giro è di circa 15 km, mentre il dislivello da superare è di circa 300 metri. L'altimetria è abbastanza modesta, con il tratto giro-lago fatto di leggeri saliscendi. Unica rampa degna di nota è quella che dal ponte romano porta fino al Dos Corno, dove si trovano i fortini di Napoleone. GPM a Dos Corno (m.930).

L'altimetria
 
La panoramica in 3D
 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

il video

 

Ecco il riassunto, in immagini
e musica, della giornata ...
Parte 1: da Nembia ai Fortini di Napoleone e spiaggia di Molveno

Parte 2: da Molveno a Nembia (sponda est del lago)
 

 

 

le immagini

1. tratto Nembia-Fortini di Napoleone

 

2. Fortini, Ponte romano, vecchia segheria


 

 


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3. Molveno-Nembia


Arriviamo all'altezza dello "scivolo". Si tratta di una delle opere di servizio realizzate
negli anni '50, quando venne costruita la centrale elettrica di Santa Massenza, che è
alimentata dalle acque del Lago di Molveno. Le c.d. "opere di presa" si trovano molto
in profondità e per realizzarle, oltre allo svuotamento del lago, venne costruito questo
scivolo in cemento dotato di binari, ove scorreva un grosso carrello che portava sul
posto i materiali necessari (cemento, ferro, ecc.). Nella foto d'epoca si può notare il
punto in cui è ubicata la bocca di presa dell'acqua, che viene da lì convogliata nelle
condotte che bucano il Monte Gazza, finendo a Santa Massenza. Evidenziate a colori
si vedono: la statale (rosso), il sentiero (giallo) ed il normale livello del lago (azzurro)


 

4. Nembia: il "villaggio sparso"

 

5. merenda di Pasqua


Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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