17
GIU

PROGRAMMA TREKKING 2018: 4ª USCITA

Le tre cime ... di Ledro

      Cima PARI' m. 1991                              Cima SCLAPA m.1887                          Cima d'ORO m. 1802
 

Disputata oggi la 4ª uscita del programma trekking, con la lunga traversata delle tre cime Parì-Sclapa-Oro, sui crinali della Val di Ledro. Camminata medio-lunga (16 km), con panorami spettacolari e un tuffo nella storia, con le trincee lungo la linea del fronte e i manufatti della "Grande Guerra". Bella giornata di sole, con qualche nuvoletta di tanto in tanto, che ha salvato i Rinco da una "cotta" ...

 


 

i presenti

 

SOCI
       
ospiti          

 

 

la cronaca

17/06/2018. E' stata disputata oggi - sui monti a cavallo fra la Val di Ledro ed il Garda Trentino - la 4ª uscita del programma trekking 2018 dei Rinco Boys. Un'uscita all'insegna di Natura e Storia, con paesaggi e panorami stupendi, ma anche con tanti "segni" della Grande Guerra.

9 i presenti (oltre ad un amico a quattro zampe), che si sono ritrovati nel parcheggio appena sotto Malga Trat, a quota 1450 circa, quasi in cima alla valletta laterale cha da Lenzumo, in Val Concei, porta sulle creste orientali della Val di Ledro. Da qui, quando erano le 8,50 circa, il gruppetto ha imboccato la strada forestale che in breve porta alla vicina Malga Trat (m.1500) e da lì il sentiero 435, che sale ripido sotto le pendici del Dosso di Seaoi, portando - in meno di 3 km - fino ai 1807 metri del Bochet di Caret. Qui si è scollinato arrivando alla Bocca di Savàl, un ampia sella erbosa che collega il versante gardesano con quello ledrense.

Dalla Bocca di Savàl è iniziata una salita ancor più tosta della precedente, un ripido strappo che ha fatto guadagnare, in breve, circa 250 metri di quota, portando alla prima (nonché più elevata) delle 3 cime in programma: Cima Parì, a quota 1991.

Dopo una breve sosta alla grande croce metallica, con spettacolare vista sul Lago di Ledro, oltre che sulle montagne a 360°, l'itinerario è proseguito sul sentiero di cresta, costeggiando le trincee ormai semi-nascoste dalla terra e dall'erba. Perdendo un centinaio di metri, dopo meno di un km di cammino, si è giunti alla seconda vetta, Cima Sclapa (m.1885). Più che una cima si tratta di una crinale rialzato, infatti è segnata sulle mappe ma non è contraddistinta, in loco, da alcun cartello, croce o altra installazione.

Da Cima Sclapa il percorso è proseguito ancora in discesa, verso la Val di Dromaè, dove il crinale erboso porta ancora i segni dei bombardamenti di 100 anni fa: numerosi, infatti, sono i fori circolari lasciati nel terreno dallo scoppio dei proiettili d'artiglieria, ancor oggi nitidamente visibili.

Giunti ai prati di Bocca Dromaè (m. 1693), è iniziata la salita - più dolce - alla terza vetta del programma odierno: Cima d'Oro. Percorrendo il crinale con alla destra la Val di Ledro ed alla sinistra la zona soprastante Campi di Tenno, si è così giunti ai 1802 metri di Cima d'Oro, dove il gruppo si è fermato per consumare il meritato ristoro. Godendosi la splendida vista e crogiolandosi al caldo sole di tarda primavera, i 9 trekker sono rimasti quasi un'oretta seduti nell'erba, prima di riprendere la via del rientro.

Dopo la sosta, si è quindi rientrati a Bocca Dromaè, scendendo lungo lo stesso sentiero percorso poco prima in salita, per poi imboccare il sentiero 413 (inserito nel più ampio tracciato del "Sentiero della Pace", che ripercorre tutte le zone del fronte di guerra del 1915/18), che corre in saliscendi sotto le cime Sclapa e Parì, parallelamente al sentiero di cresta percorso all'andata.

Il sentiero 413 ha condotto poco sotto Bocca Savàl, luogo tristemente noto all'epoca della Grande Guerra, perchè qui, nascosto sotto la cresta dove si trovavano le trincee della c.d. "prima linea", si trova un ospedale militare, la cui struttura muraria, dopo un secolo, è ancora presente. Fra quelle mura, fra il 1915 e il 1918, molti giovani soldati mandati a combattere sui monti dell'allora Tirolo meridionale, trovarono la morte o subirono importanti mutilazioni, dopo essere stati feriti dai colpi del nemico qualche centinaio di metri più a monte ...

Da Bocca di Savàl, sempre sul sentiero 413, si è proseguito verso nord, passando sotto il Dos de Trat e il Dosso di Seaoi, per poi giungere al Rifugio Pernici (m.1600), dov'è stata fatta una pausa caffè.  Successivamente si è raggiunta la vicinissima Bocca di Trat (altra sella che collega il ledrense con l'alto Garda), per poi proseguire in discesa sulla strada forestale che riporta a Malga Trat ed da lì al parcheggio, dove si è chiuso l'impegnativo anello di oltre 15 km di cammino.

- - -

Il prossimo appuntamento con il trekking è ora fissato per fine luglio (Sabato 28/7) quando si salirà al Lago Corvo (m.2464), fra la Val di Rabbi e la Val di Non, al confine con la Val d'Ultimo.

 

 

i dati tecnici.

Complessivamente sono stati percorsi oltre 15 km, mentre il dislivello è stato di circa 1050 metri. L'altimetria prevede una salita iniziale di circa 5 km, più soft nel tratto iniziale e più tosta nel finale, che porta da Malga Trat a Bocca Saval, con strappo finale alla soglia dei 2000 metri di Cima Parì. Segue poi un saliscendi sulla cresta, con passaggio a Cima Sclapa (m.1887) e giro di boa a Cima Oro (m.1802). Rientro quasi tutto in discesa, intervallato da diversi brevi saliscendi. GPM a Cima Parì (m.1991).

L'altimetria
 
La panoramica in 3D
 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

 

da malga Trat a Bocca Saval


La partenza è fissata dal parcheggio sotto Malga Trat, a quota 1450 circa


Prima delle 9:00, si parte ...


Si imbocca la strada forestale che porta alla malga


Un tornante e un paio di rette ... e siamo già alla malga


Intanto, anche il sole si è svegliato


Eccoci a Malga Trat (m.1500)


La stagione dell'alpeggio è già iniziata


Vacanze in montagna :-)


La forestale prosegue verso Bocca di Trat e il Rifugio Pernici


Noi, invece, imbocchiamo il sentiero 435 che dalla malga sale nei boschi


Iniziamo a salire verso il Bochet de Caret


Il sentiero, nella parte iniziale, è una larga strada utilizzata per i lavori forestali


Un'ora per arrivare allo scollinamento ...


Ora il sentiero è diventato un ripido single track che si inerpica nell'erba


Con queste pendenze si guadagna quota assai velocemente


La colonna dei Rinco avanza nella fitta vegetazione


Rosa canina


La cresta erbosa si vede lassù, davanti a noi


Per ora, si procede ancora nel bosco


Un tratto in falsopiano, fa riprendere il fiato


Incontriamo un tratto in leggera discesa, che ci farà perdere un po' di quota


Subito dopo si ritorna a salire ...


Intanto è arrivato il sole


La salita torna a farsi sentire ...


Si avanza immersi nel verde della boscaglia, resa ancor più rigogliosa dalle recenti piogge


Malga Trat, ora, si vede dall'alto


Il Dos di Seamoi, dietro al quale c'è il rifugio Pernici, dove passeremo al ritorno


Sosta beverage, anche per Akila


La salita prosegue


L'ultimo strappo


Arriviamo al Bochet de Caret


Siamo oltre quota 1800


Sosta snack


Dall'altro lato di Bocca Saval, nascosta fra le nuvole, c'è Cima Parì. In rosso il sentiero da percorrere


Scendiamo verso Bocca Saval

   
La flora alpina


Arriviamo alla sella erbosa di Bocca Saval


Qui c'è una pozza per l'abbeveramento del bestiame


Bocca Saval, m. 1739

 

lungo le creste (Parì, Sclapa, Oro)


Costeggiamo il laghetto di Bocca Savàl


Imbocchiamo la traccia nell'erba, in direzione di Cima Parì


Il sentiero si infila in una stretta e ripida valletta


Tutt'attorno è uno spettacolo di rododendri in fiore


Alle nostre spalle, invece, domina il giallo dei prati fioriti di Bocca Savàl


La salita prosegue assai ripida, con alcuni scalini naturali


Lorena seguita da GigaBike, sulla ripida rampa sotto Cima Parì


Tella a testa bassa sul rampone


Arriviamo in cima al primo ripido tratto


Un tappeto di rododendri


Ora il sentiero prosegue con pendenze molto più morbide


Tella avanza fra i cespugli fioriti


Ora aggiriamo Cima Parì in senso antiorario


Alla nostra destra, il costone erboso che sovrasta Bocca Savàl


Nell'erba si notano nitidamente i fori circolari dei colpi d'artiglieria, guerra 1915-18


The Doctor con Akila


Akila si riposa all'ombra, fra i rododendri


Splendida vista sul pianoro fiorito di Bocca Saval


La salita prosegue verso la cresta di Cima Parì


Manu, Tella e Lorena


Arriviamo sulla cresta


Ora si vede il lago di Ledro


Proseguiamo sul sentiero di cresta, direzione Cima Parì


La croce di vetta è lassù, un centinaio di metri sopra di noi


Si sale ...


Alla nostra destra, c'è sempre la vista sul lago


GigaBike


L'ultimo tratto di salita ...


Ed eccoci alla croce


Cima Parì, m.1991. La prima delle tre cime di oggi


Ci concediamo una meritata sosta-snack


Per Akila, invece, una bella ciotola d'acqua fresca !


Anche da Cima Parì c'è un bellissimo panorama sul Lago di Ledro


Dopo la sosta, si riparte ...


Proseguiamo sul sentiero di cresta, direzione Cima Sclapa


Cima Parì sparisce alle nostre spalle ...


Si cammina fra le trincee


Ora si vede il crinale in tutto il suo sviluppo, con Cima Sclapa e Cima Oro


Si inizia a perdere quota


Ancora un panorama sul lago


Si avanza sul crinale, in direzione della 2ª cima


Un ripido tratto di discesa ci fa perdere diversi metri di quota


I muri a secco delle vecchie trincee austriache


Sottocresta, al riparo dai colpi del nemico, c'erano le costruzioni di servizio


Tella e Big Bobby


Cima Sclapa si avvicina ...


Ogni tanto ci fermiamo ad osservare i manufatti della Grande Guerra


Cima Parì, ormai dietro di noi


Iniziamo a salire verso Cima Sclapa


Eccoci in vetta: Cima Sclapa, m.1887


A Cima Sclapa le trincee sono ancora ben visibili


I sentiero, infatti, ci passa dentro


Si ritorna a scendere


La discesa è interrotta da un grosso promontorio roccioso


E' uno dei pochi tratti un po' tecnici del percorso di oggi


Si sale fra i massi


Alle nostre spalle, il lago


Dopo lo strappo sulla roccia, il sentiero torna tranquillo

   
Giglio di San Giovanni


Ora alle spalle abbiamo 2 cime: Sclapa e Parì


Si avanza alternando tratti in trincea a tratto sull'erba


GigaBike seguito da Big Bobby


Il lago è sempre la: cambia la prospettiva, ma non lo spettacolo


Ora si vede anche la "Busa", con Riva e Torbole divise dal Monte Brione


Si scende verso Bocca Dromaè


Ancora flora alpina


In cielo, volteggia uno splendido rapace, con apertura alare di circa 2 metri


Sotto di noi, Mezzolago, la frazione ledrense posta proprio a metà del lago, fra Molina e Pieve


Si avanza sul crinale erboso

 


Ora vediamo il crinale di Bocca Dromaè


Anche qui si notano a terra i fori dei colpi d'artiglieria


Un grosso gregge di pecore in transito


Ora si vede solo uno spicchio del Lago di Ledro


La ripida discesa verso Dromaè


Trincee vista lago


La ripida discesa nell'erba


Arriviamo in fondo al ripido costone erboso


Ora i fori dei colpi d'artiglieria si vedono meglio


Percorriamo il pascolo, in direzione di Cima d'Oro


Il pratone di Dromaè, appena rasato dalle pecore


Primo piano di uno dei fori lasciati dallo scoppio dei proietti lanciati dagli italiani


Ci avviciniamo alla 3ª ed ultima vetta


Nel frattempo, il gregge è stato radunato dai cani attorno ad un albero


Le "Giubbe rosse" avanzano sul green


Dietro di noi, la ripida discesa da Cima Sclapa


Si riprende a salire, direzione Cima d'Oro


La salita alla terza vetta è la più morbida di tutte


Voltandosi indietro, invece, si notano entrambe le cime appena toccate


Ora si punta alla terza ... Cima d'Oro


Dopo un tratto in falsopiano, la salita riprende


Anche qui, grossi cespugli di rododendri


Mauro & Lorena, con l'inseparabile Akila


La croce posata dagli Schützen, in ricordo dei caduti austro-ungarici


Cima d'Oro è ormai vicina


Eccoci alla terza vetta: Cima d'Oro, m.1802


Anche qui, trincee e manufatti della Grande Guerra


Dalla vetta, proseguiamo per un altro tratto


Arriviamo fino al "balcone panoramico"


Da qui si vede anche uno spicchio di Lago di Garda


Zoomata sul Benaco


Lasciamo il punto panoramico, tornando verso Cima d'Oro


Camminiamo a fianco delle trincee


Eccoci tornati a Cima d'Oro. Adesso ... si mangia !

 

la pausa ristoro


Ci accomodiamo sul prato


Ristoro vista lago !


Alla nostra destra possiamo ammirare la cresta Parì-Sclapa appena percorsa!


Anche Akila si gode la vista


E godiamoci questo sole ...


Dall'altro lato, la vista spazia sulla città di Arco e sul Monte Stivo


Riva del Garda, invece, è nascosta dalle montagne


Si vede, invece, un pezzo del Lago di Garda (tratto fra Torbole e Malcesine)


Anche verso sud si vede il Garda, sia pur celato dalla foschia


Sul lago di Ledro si sta regatando ..


Verso nord, si vede anche un pezzo del Lago di Tenno


Un po' di sole dopo mangiato ...


Prima di incamminarci per il rientro, foto di gruppo !


 

il rientro a valle


Lasciamo Cima d'Oro e iniziamo il rientro


Percorriamo a ritroso il crinale erboso percorso in salita un'oretta prima


Meravigliosi rododendri ovunque


Si cammina con il lago di Ledro sempre in vista


Scendiamo verso i prati di Dromaè


Cima d'Oro è ormai alle spalle ...


Lungo il sentiero, qualche vecchio deposito militare scavato nella roccia


Quasi in fondo alla discesa


Vista sulla città di Arco


Arriviamo a Dromaè


Ci raduniamo al bivio


Imbocchiamo il sentiero 413, che venne scavato dagli austriaci dietro alle rocce


Il sentiero, al riparo dallo sguardo nemico, consentiva degli spostamenti sicuri


Il sentiero percorre tutto il tratto della costa sopra Dromaè


I muri a secco, di sostegno alla stradina, sono ancora perfetti, dopo 100 anni !


Aggirata la cresta, si sbuca nei prati


Ora proseguiremo verso il Rif. Pernici


Il sentiero 413 prosegue ora sotto i ripidi pendii delle Cima Sclapa e Parì


In pratica, stiamo camminando paralleli al sentiero di cresta, ma 200 metri più in basso


Sui avanza con un tranquillo saliscendi


Arriviamo all'unico tratto roccioso di questa porzione di itinerario


Se fossero bagnate, queste rocce sarebbero più ostiche. Così, invece, si passa tranquilli


Qualche scalino naturale ...


Ancora un po' di pietre ...


Poi il sentiero torna tranquillo


Ora si avanza in leggera discesa


Stiamo per arrivare a Savàl


Dopo una curva, si scorge il Dos de Trat


Ecco il vecchio ospedale militare austriaco di Savàl


Si incontrano i primi ruderi


Raggiungiamo la struttura


A fianco dell'ospedale, scavati nella roccia, i depositi di servizio


La scritta, in tedesco, recita "Saval Kaverne"


I muri, ancora perfetti, con gli ingressi ai vari locali


La vegetazione si è impadronita dell'interno delle vecchie stanze


Tella osserva il vecchio ospedale: quante sofferenze lì dentro 100 anni fa ...


Poco a valle, i ruderi di una casermetta, forse gli alloggi dei medici


Lasciamo l'ospedale e proseguiamo sul sentiero 413


Al bivio di Bocca Saval, teniamo la destra


A valle si vede Malga Grassi


Transitiamo sotto il Dos de Trat


Questo tratto di sentiero taglia un costone ripidissimo


Ci incolonniamo sullo stretto passaggio


Anche qui troviamo un tratto su un lastrone di roccia


Il sentiero segue l'orografia ed è un continuo susseguirsi di curve


Qualche tratto roccioso si alterna ai costoni erbosi


I costoni erbosi sono pieni di fiori di campo


In marcia verso il Rif. Pernici


Qualche passaggio su fondo pietroso, dove va prestata maggiore attenzione


Il lungo sentiero prosegue tagliando il pendio del Dos di Seaoi


Questo tratto è tutto sotto il sole ...


Più avanti, qualche tratto boscoso dove ci godiamo un po' di fresco


Con l'erba alta la traccia, vista di lato, è praticamente invisibile


Ormai non manca molto al rifugio ...


Vista su Arco e Bolognano


Guardando indietro, Cima Parì (a dx) e Cima Sclapa (a sx), dove siamo passati stamane


Si prosegue sul sentiero basso


Arriviamo nel bosco di faggi che precede l'arrivo al rifugio


Qui il sentiero passa rasente alle rocce


Anche qui si trovano vecchi ricoveri scavati nella roccia, sia depositi che camerate per i soldati


Anche qui i muri reggono più che egregiamente il passare del tempo


Arriviamo in vista del Rifugio Pernici


Posto a quota 1600, è ricavato da una vecchia caserma austriaca


Arriviamo al rifugio dove faremo una bella pausa caffè


Foto di gruppo al rifugio


Dopo la pausa, ci incamminiamo per rientrare al parcheggio


Nell'ultimo tratto cammineremo su una comoda strada forestale


Si scende verso Malga Trat


Malga Trat, a quota 1500


Le mucche sono ancora lì, dov'erano questa mattina


Tella, Lorena e Manu


Nel finale, passiamo sotto uno splendido maggiociondolo in piena fioritura


Arriviamo al parcheggio


Guardando in alto, Malga Trat e la Mazza di Pichea


Giro finito: tosto ma bello !


Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................