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LUG

PROGRAMMA ORDINARIO MTB 2016: 5ª USCITA

Un'altra pedalata nella storia
 


     

   

Dopo gli anelli di Lavarone e Luserna (già percorsi nel 2015), i Rinco Boys (assieme ai Non Solo Panza) hanno affrontato anche l'altra metà del rinomato tracciato "100 km dei forti", questa volta nel territorio di Folgaria. Completata così la "pedalata nella storia" che ha toccato diversi luoghi simbolo della Grande Guerra, sul fronte sud-orientale. Ma con 3 forature, un cambio rotto e un problema ai freni, è stata anche la 50 km dei guasti!

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i presenti

 

SOCI
       
Non
Solo
Panza
         
ospiti            

 

la cronaca

09/07/2016. E' stata disputata oggi sull'Altopiano di Folgaria la 5ª uscita del programma bike 2016. Dopo aver percorso - nella stagione 2015 - la parte di anello che si trova nei comuni di Lavarone e Luserna, in Rinco Boys hanno completato quest'anno - con l'anello di Folgaria - il rinomato tracciato permanente denominato "100 km dei forti". Si tratta di un percorso che tocca praticamente tutti i luoghi interessati dalle vicende della "Grande Guerra" sugli Altipiani Cimbri, dalle fortezze alle vecchie caserme, dagli ospedali da campo ai cimiteri di guerra, dalle gallerie agli osservatori, pedalando prevalentemente sulla vecchia viabilità militare.

Il gruppo, composto oggi da 13 biker (fra cui due membri dei nostri "gemelli" cremonesi, i Non Solo Panza), è partito di buon'ora (8,30) dal Passo del Sommo, a quota 1350 circa. Da qui, dopo un brevissimo tratto di discesa fra i prati, fino alla loc. Spilzi, sono stati costeggiati i campi da golf, per poi affrontare la prima salita del tracciato, lunga circa 5 km, che passando per il Rifugio Stella d'Italia ha condotto fino al Sommo Alto (m.1630), passando per l'omonimo forte austriaco, raggiunto con una breve deviazione.

Dopo la prima "sosta storica" e il primo scollinamento di giornata, è iniziata la lunga discesa che in circa 10 km, transitando per Passo Coe, ha condotto fino in territorio veneto (provincia di Vicenza). A Passo Coe, tra l'altro, si è transitati vicino a due luoghi che sono invece il ricordo di epoche successive a quelle della c.d. "grande guerra". Il primo è "Base Tuono", una sorta di museo all'aperto ricavato nella vecchia base NATO che nei tempi della "guerra fredda" ha ospitato diversi missili americani, puntati verso l'Est Europa. L'altro è invece Malga Zonta, che nel 1944 fu teatro di un eccidio nazista nei confronti di un gruppo partigiano.


per approfondimenti: www.basetuono.it


per approfondimenti: eccidio di Malga Zonta

Al passaggio fra Trentino e Veneto c'è stata un'altra "sosta storica", perchè quel vecchio muretto a secco che oggi segna il confine amministrativo fra due regioni italiane, era - fino ad un secolo fa - il confine di Stato fra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-ungarico, come ricorda la scritta incisa su una pietra.

Proseguendo la bella discesa fra i pascoli si è così entrati nella Valle di Campoluzzo, con il passaggio presso le malghe Campoluzzo Superiore, Campoluzzo di Mezzo e Campoluzzo Inferiore. La discesa si è conclusa sotto il Monte Toraro, punto più basso (m. 1290), nonché punto più a sud dell'itinerario, con bellissimo panorama verso la pianura veneta e vista sul "Capèl del Vescovo", una roccia che ospitava una postazione armata (di cui sono ancora visibili i manufatti) e che deve il suo nome alla particolare forma che ricorda il copricapo degli alti prelati (la Mitra).

Dal "giro di boa" è così iniziata la risalita, con un'ascesa di 8 km su vecchie e tortuose strade militari che passando per il Rifugio Rumor e la Forcella Valbona, ha riportato in territorio trentino. Dal Rifugio Valbona (posto poco sotto l'omonima forcella), la salita è proseguita - sempre su strade militari - sul versante sud di Costa d'Agra, con suggestivi passaggi sottoroccia ed un tratto "in trincea", scavato nella morbida pietra sedimentaria. Giunti al GPM di Costa d'Agra (m.1780), si è raggiunta malga Pioverna Alta, dove è stata fatta la meritata pausa pranzo.

Dopo mangiato di nuovo in sella, affrontando qualche tratto di saliscendi in quota, fra verdissimi e panoramici pascoli, prima di iniziare la nuova lunga discesa (8 km circa) che ha condotto fino ai pascoli di Malga I Posta (m.1430). Da qui è stato raggiunto il vicino Forte Cherle, per poi proseguire fino ad un'altra costruzione molto particolare, legata al periodo bellico: la Scala dell'Imperatore. Si tratta di una lunga scala (circa 200 gradini di pietra) che risale un colle, sulla sommità del quale vi sono i resti dell'ospedale da campo di Val Fredda. In realtà l'ospedale è servito anche da una comoda strada, ma pare che la scala sia stata realizzata nel 1917 quando l'Imperatore Carlo I (da poco succeduto al padre Francesco Giuseppe, il "Kaiser Franz"), volle visitare i luoghi del fronte italo-austriaco e, fra questi, proprio quell'ospedale militare. In sostanza si tratterebbe di un omaggio all'Imperatore, da cui il nome del manufatto che peraltro era rimasto nell'oblio per circa 70 anni, fino al 1986, quando venne scoperto per caso sotto lo strato di terriccio che nel frattempo l'aveva ricoperto.

Dall'ex ospedale militare si è proseguito all'interno della Val Fredda, per poi scendere ancora per un paio di km e affrontare così l'ultimo strappo, quello di Malga Ortesino, prima della discesa finale a Passo Sommo, dove si è chiuso il bellissimo anello di 48 km.

Ma l'uscita di oggi verrà ricordata anche come la "50 km dei guasti", viste le peripezie che hanno contraddistinto la giornata. Si è partiti con la rottura del cambio alla bici di Piergigi (di Non Solo Panza), lungo la salita iniziale. Con un intervento alla McGyver, utilizzando un pezzo di laccio da scarponi che il Presidente aveva nello zaino, si è riusciti a riparare alla meglio il cambio e, sia pur con una bici "monomarcia", Piergigi è riuscito stoicamente a completare l'uscita. Poi sono arrivate le forature, ben 3: Enrica al termine della discesa nella Valle di Campoluzzo, poi Briz nei pressi della Scala dell'Imperatore (in questo caso si è trattato di un vero e proprio taglio nel copertone, che è state rappezzato dall'interno con un pezzo di gomma) ed infine Brücke, lungo una delle discesa conclusive. Aggiungiamoci i problemi ai freni di Walander (un pezzetto di bastoncino si era infilato all'interno delle pinze) e la giornata è stata davvero completa!  

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Ora l'appuntamento è con il trekking, e in particolare con l'uscita regina delle nostre camminate 2016: l'ascesa al Piz Boè, la vetta più alta del Gruppo del Sella (m.3125). Sabato 23 luglio, dunque, si salirà in Val di Fassa, in uno spettacolare scenario dolomitico, per affrontare quella che sarà la "Cima Coppi" dei Rinco, mai saliti finora oltre quota 3.000.


 

 

i dati tecnici

Complessivamente sono stati percorsi 48 km, mentre il dislivello superato è stato di oltre 1.200 metri. L'altimetria è abbastanza varia, con un brevissimo tratto iniziale di discesa, seguito da 5 km di salita. Dopo il primo scollinamento si affronta una lunghissima discesa (10km) che porta in territorio veneto, seguita da un'altrettanto lunga salita (sia pur intervallata da falsipiani), che porta a Costa d'Agra. In quota si affronta un tratto di saliscendi fra i pascoli, per poi scendere per un'altra decina di km, prima del saliscendi conclusivo. GPM sotto a Costa d'Agra (m.1780).

L'altimetria

La panoramica in 3D


Vista generale del tracciato

 

La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi
ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

 

le immagini

1. tratto P.so Sommo/Sommo Alto


Il ritrovo è al Passo del Sommo, nel comodo parcheggio posto 100 m. prima del valico


I preparativi prima del via


Rinco in attesa della partenza


Si parte, nei prati, con la rugiada che sta evaporando al sole


Da Passo Sommo si scende verso Spilzi


Il sentierino nell'erba confluisce nella strada per Maso Spilzi


Arriviamo nei pressi dei campi da golf


Si passa dietro alla costruzione di Maso Spilzi


Lasciamo il maso e ci immettiamo sul sentiero fra i prati

  
Nel prato a fianco del percorso, fra l'erba alta, scorgiamo un capriolo guardingo ...


Proseguiamo iniziando la salita


Lasciamo i campi da golf, dirigendoci verso il bosco


La prima salita di giornata è davvero tosta, sia per pendenza che per fondo sassoso


Praticamente, si suda fin da subito!


La stradina si restringe, fino a diventare un sentiero


Seguiamo la stretta traccia fra l'erba alta e bagnata di rugiada


Entrati nel bosco, troviamo una salita ancor più insidiosa per via delle radici bagnate!


Proseguiamo sull'impegnativa ascesa, all'ombra della fitta vegetazione


Usciti dal bosco, imbocchiamo una comoda sterrata


Ora la strada è in falsopiano e ci fa respirare, dopo un avvio decisamente strong


La strada ora costeggia la pista da sci di Ortesino


Si prosegue in leggera salita


Frank


Una sosta per ricompattare le fila


Si alternano tratti all'ombra del bosco, a tratti in campo aperto


Si sale verso il rifugio Stella d'Italia


Il Prof e Walander


Ecco il rifugio, poco sopra la strada


Il panorama verso valle


Da quassù si vedono le Dolomiti di Brenta


I ghiacciai dell'Adamello


Le indicazioni del "Sentiero della Pace" e quelle dei percorsi dell'Altopiano


Giaz e Briz


Arriviamo al Rifugio Stella d'Italia


Rinco in sosta. Si è appena verificato il primo guasto di giornata: cambio rotto a Piergigi


La giornata è calda e si beve spesso


Dopo aver risolto il problema tecnico, si riparte


Ora si pedala in pieno sole


Si sale verso il Forte Sommo


Piergigi con la bici diventata "monomarcia"


L'arrivo a Forte Sommo


Un cartello in 3 lingue narra la storia del forte


La fortezza è abbastanza malconcia ...


Facciamo una breve sosta davanti alla vecchia fortezza


Si piazza la macchina con l'autoscatto per la foto di gruppo (vedi copertina)


Dal forte, imbocchiamo un sentierino nell'erba


Di fronte a noi il colle di Sommo Alto, primo scollinamento di giornata


Scendiamo dal forte, seguendo la traccia nel prato


Inizia la salita


Questo strappo finale nell'erba è breve, ma molto ripido


Frank impegnato nell'ascesa


Qualcuno cede e prosegue a spinta ...


Arriviamo in cima, fra i prati in fiore


Prima salta completata: ora si scende

 

2. tratto Sommo Alto/Toraro


Scendiamo da Sommo Alto, lasciando correre le mtb nell'erba


Sotto di noi scorgiamo la strada bianca che dovremo imboccare


Arriviamo all'intersezione con la sterrata


Ritornati, dopo la deviazione al forte, sulla strada sterrata, si prosegue ...


La giornata è davvero soleggiata e calda


Affrontiamo la leggera salita verso il rifugio Camini


In breve arriviamo al rifugio


Ora inizia la discesa verso Passo Coe


Scendiamo verso la strada provinciale dei Francolini


Arrivati all'intersezione, abbandoniamo lo sterrato per proseguire su asfalto


Percorriamo qualche centinaio di metri della provinciale, verso il vicino Passo Coe


La strada è praticamente deserta ...


Arriviamo al passo e la foto sotto il cartello è d'obbligo


L'unica fontana lungo l'intero percorso: c'è la fila per riempire le borracce!


Dal valico, iniziamo la discesa, sempre sulla provinciale


Traffico zero: Rinco e NSP sono padroni della strada


Arriviamo a Lago Coe, un bacino artificiale a servizio dell'innevamento programmato


Lasciamo la strada e scendiamo su uno sterrato verso il lago


In breve arriviamo allo specchio d'acqua


Scendiamo per un tratto sull'erba


Giaz


Raggiunta la riva, risaliamo verso ovest


Si sale verso Base Tuono ...


Da dietro una collina erbosa, spuntano i missili della ex-Base NATO


Ora la base è un museo sulla Guerra Fredda


I visitatori all'ingresso


La tabella all'ingresso del sito


Un mezzo radar


Lasciamo la base, proseguendo verso sud


Compiamo il giro del lago, arrivando sulla sponda meridionale


Scendiamo verso Malga Zonta


I Rinco in discesa


Arriviamo a Malga Zonta, teatro di un eccidio nazista nell'agosto 1944


Da malga Zonta imbocchiamo la valle di Campoluzzo


La valle è tutta un pascolo


Le regine dei prati ...


Scendiamo veloci sul comodo sterrato


Ogni tanto incontriamo qualche "S", ma la strada è scorrevole e veloce


Arriviamo in prossimità del confine Trentino/Veneto


Eccoci al confine che, fino a un secolo fa, era confine di Stato fra Italia ed Austria


Arriviamo in vista della prima malga


La strada costeggia i verdissimi pascoli


Arriviamo alla prima malga di Campoluzzo, quella Superiore


La malga, composta da diversi fabbricati, si trova leggermente a monte della strada


Si prosegue nella discesa


I Rinco sfrecciano verso la malga successiva


la strada invita a lasciar correre le mtb ...


Si è scatenata anche Cristina !!!


La segnaletica del tracciato "100 km dei forti"


Arriviamo alla malga successiva


E' malga Campoluzzo di Mezzo, a quota 1401


La lunga stalla


La mucche al pascolo


Non solo al pascolo ... pure in mezzo alla strada!


Lasciamo anche la seconda malga ...


... proseguendo la discesa


Un tornante nei prati e poi via ...


... Rinco in the green


Un paesaggio davvero rilassante


Si prosegue la discesa nella lunga valle di Campoluzzo


La strada ondulata è perfetta per lasciar correre le 29"


Arriviamo nei pressi della terza malga


Ecco Malga Campoluzzo inferiore


La malga, rispetto alle altre 2, si trova un po' lontana dalla strada, nei prati


Si prosegue per l'ultimo tratto di discesa


La ex strada militare, con i vecchi paracarri in pietra


I verdissimi pascoli di Campoluzzo


Si procede, ora in leggera discesa, verso il "giro di boa"


Vecchi muri di confine fra i pascoli


Ruderi di manufatti dell'epoca bellica


Arriviamo al termine della lunga discesa


Ci fermiamo su una sorta di piazzola panoramica


La valle sottostante, che scende verso la pianura veneta


Rinco in contemplazione


Le montagne verso ovest: oltre quelle cime c'è la bassa Vallagarina


Riprendiamo a pedalare, proseguendo in leggera discesa


Poco più avanti c'è il Capèl del Vescovo, una roccia dalla forma che ricorda il copricapo
vescovile (la Mitra), sulla quale era stata costruita una postazione militare italiana


Rinco in sosta


La postazione sul Capèl del Vescovo


Lo sperone roccioso. In realtà la forma di cappello è visibile guardando da est a ovest


Si riprende a pedalare


Il Monte Toraro, che aggireremo (in basso si vede la linea della strada)


Con lo zoom si vede meglio la strada che risale sull'altro versante


Scendiamo verso il termine della valle


Le recenti piogge hanno lasciato il segno ...


Arriviamo in vista della galleria che segna il punto più basso (m.1290) dell'itinerario


Entriamo nel tunnel, con il fondo assai dissestato


Si esce dall'altro lato e si ricomincia a salire ...

 

3. tratto Toraro/Costa d'Agra


Toccato il punto di minima elevazione dell'itinerario, inizia la risalita


Siamo a mezzogiorno passato e il sole è alto in cielo, come si nota dalle ombre


Da questo lato della valle, sulla direttrice est-ovest, il Capèl del Vescovo ha la forma giusta!


La vecchia strada militare risale il versante destra della Valle Cucca, con diversi tratti sottoroccia


Come tutte le strade militari, fortunatamente, ha una pendenza moderata


Qualche tratto d'ombra lo incontriamo salendo, dove si incontra il bosco


Walander alle prese con un pezzo di legno che si è infilato nei freni


Appena passato un tornante, ti trovi sopra la testa di chi sta dietro!


Walander e Frank


Giaz in versione fotoreporter


Ed ecco il gruppo ripreso dal Presidente di NSP


Dopo aver risalito la Valle Cucca (sotto il Monte Toraro), imbocchiamo la forestale per Campomolon


Anche qui si alternano (graditi) tratti in ombra, a tratti sotto il sole cocente


Walander, Frank e il Prof


GigaBike (in primo piano)


La strada, dalla carreggiata molto ampia, inizia a salire con diversi tornanti


I maggiociondoli, a causa della stagione ritardata, sono fioriti solo adesso!


E noi li abbiamo ribattezzati "lugliociondoli"


E su, un tornante dopo l'altro ...


Dopo le rocce e il bosco, ritroviamo un ambiente fatto di ampi pascoli


Siamo a malga Toraro, sempre nel vicentino


Il Cimo


Alzandosi di quota, il bosco inizia a diradarsi sempre più ...


Una sosta cercando l'ombra ...


Lungo la strada non si contano i manufatti militari, come questi depositi in caverna


Risalendo la valle Barbarena, puntiamo verso Campomolon


L'ultimo tratto prima del rifugio è tutto sotto il sole


E si sale ...


In qualche tratto, per esigenze legate all'orografia, la strada ha pendenze superiori


Il panorama verso sud


Uno degli ultimi tornanti prima del rifugio


Fotoreporter in azione


Ormai non dovrebbe mancare molto al rifugio Rumor ...


Dopo la curva, ecco apparire, su in alto, i guardrail della provinciale. Ci siamo quasi


C'è ancora da arrancare un po' ...


Briz saluta dalla strada ...


... e fotografa!


Raggiunta la provinciale, ne percorriamo un breve tratto


Sotto di noi, la vecchia mulattiera militare da cui siamo arrivati


Dopo qualche centinaio di metri, arriviamo al Rifugio Giuseppe Rumor


La struttura, dedicata ad un soldato della 1ª Guerra Mondiale, è chiaramente un ex edificio militare


Dopo una breve sosta al rifugio, riprendiamo a pedalare: direzione Forcella Valbona


Il primo tratto è pianeggiante


La strada (di cui si vedono i vecchi paracarri in pietra), costeggia il versante est del Toraro


Dopo uno stretto tornate, inizia il tratto sconnesso: praticamente una pietraia!


Infatti, dopo pochi metri, siamo costretti a spingere le bici


La valle che abbiamo appena lasciato e, sullo sfondo, il M. Campomolon (dove c'è un forte)


Il Rifugio Rumor, ora, lo vediamo dall'alto


Si spinge la bici per qualche centinaio di metri ...


Praticamente, un tratto di trekking !


Il sentierino termina a Forcella Valbona, dove si innesta sulla strada


Una breve sosta per tirare il fiato e ricompattare il gruppo


E anche per sgranocchiare qualcosa !

    
Giaz e Piergigi (Non Solo Panza)


La zona è piena zeppa di percorsi (sia permanenti che di gare di mtb)


Dopo la sosta, lasciamo la forcella Valbona


Percorreremo un tratto della provinciale, scendendo al vicino Rifugio Valbona


Dopo tante pietre, un po' di relax sul bitume!!!


Il rifugio valbona è laggiù, a un km circa


Un paio di curve e siamo arrivati


dal rifugio si lascia la provinciale e si torna su sterrato


Imbocchiamo infatti un'atra strada militare, che porta a Costa d'Agra


La salita sarà breve (1,8 km), ma intensa sia per pendenze che per fondo sconnesso


Affrontiamo il versante sud di Costa d'Agra


La strada sale ripida fra i prati


Ed è ancora Rinco in the Green !


Sono le ultime fatiche prima del GPM odierno


Piergigi, con la bici "monomarcia", arranca nelle retrovie, ma non molla!


La fila si è sgranata ...


I vecchi muri a secco che sostengono la carreggiata iniziano ad accusare i segni del tempo


GigaBike dopo uno stretto tornante


Una delle curve che caratterizzano questo tratto di ascesa


Piergigi ha accusato la fatica in questo tratto particolarmente ripido, ma tiene duro!


Un falsopiano ci fa respirare, prima dell'attacco finale


Il Prof richiude la stanga di accesso al pascolo


Ora inizia il tratto forse più suggestivo sotto l'aspetto paesaggistico


Stiamo per arrivare sul "panettone" di Costa d'Agra


Si sale fra le rocce sedimentarie, dalle curiose formazioni


La strada è stata scavata nella roccia, praticamente "in trincea"


Sbuchiamo sulla sommità di Costa d'Agra


Sulla cima, a quota 1820, arrivano gli impianti di risalita


Le tipiche formazioni a strisce delle rocce sedimentarie


Dai Piergigi, il GPM è fatto !


La sosta al punto più elevato dell'itinerario


Cristina deve aver messo un profumo molto gradito ... alle mosche!


Una volta riunito il gruppo, si riparte


Percorrendo le comode forestali, scendiamo verso la zona delle malghe


Passiamo sotto un ripido costone, pieno di "paravalanghe"


Walander, alla sua prima stagionale


Arriviamo ad un cancello, che segna l'ingresso nel pascolo con bestiame libero


Entriamo nel pascolo, scendendo verso Malga Pioverna Alta


Di fronte a noi le Tre Cime del Bonone (a sx) e il Palon (a dx). In mezzo, le Viote


Arriviamo a Malga Pioverna Alta. Qui faremo la sosta pranzo

 

4. sosta ristoro


Ci sistemiamo al tavolo nell'apposita area pic-nic


C'è che vuole il sole e chi cerca l'ombra!


Giaz si gusta il panino


Un affaticato Piergigi, si gode il meritato riposo


Cimo e il Prof


Per il Presidente un super-panozzo e l'immancabile radler !


Meritati momenti di lelax


Super-relax !


Giusto !


Dopo mangiato, un po' di chiacchiere non guastano


Di solito, in questi momenti, escono gli aneddoti più divertenti sul passato


Una panoramica della bella malga dove abbiamo mangiato: qui la vista da sopra


Queste, invece, le due costruzioni vista dal davanti


Un locale interrato. Per tenere le derrate al fresco?


E' il momento di prepararci per la seconda parte del percorso (altri 20 km...)


Usciamo dall'area pic-nic d malga Pioverna


Pronti per tornare in sella

 

5. tratto Costa d'Agra/P.so Sommo


Lasciamo Malga Pioverna Alta, iniziando la discesa


Imbocchiamo al bella strada sterrata che taglia il pascolo


In fondo al pascolo, si entra nel bosco


Dopo un breve tratto nel bosco, usciamo in un ampio prato con l'erba alta


Seguiamo la traccia nell'erba, attraversando il prato


Riprende la discesa, sempre su fondo erboso


Più a valle, si ritorna nei boschi


Si alternano di continuo piccole radure a tratti boscosi

    
E in discesa ... si lascia correre la mtb !


Cristina


In un tratto di falsopiano, incontriamo un colorato sottobosco


Attraversiamo l'abetaia


Proseguiamo veloci sul tratto in falsopiano


In colonna fra il fitto sottobosco


Arriviamo nei pressi di Prà Bertoldo


La segnaletica della "100 km"


Proseguiamo verso Malga II Posta


Al termine della strada forestale, la stanga che segna l'accesso nel pascolo


Proseguiamo fra i prati di Malga II Posta


La strada di accesso alla malga


Proseguiamo in direzione di Malga I Posta


Attraversiamo l'ampio pascolo


Si prosegue fra i prati


Arriviamo al termine del pascolo, dove troviamo la stanga


Proseguiamo con un leggero saliscendi


Arriviamo nei pressi di Malga I Posta


Enrica alle prese con il fondo fangoso


In questo tratto costeggiamo la provinciale, appena alla nostra sinistra


Passiamo a fianco dell'albergo Forte Verle


Proseguiamo verso il forte, distante un centinaio di metri


Saliamo verso il Dosso Cherle, dove si trova l'omonimo


Anche questa fortezza è ridotta a poco più d'un rudere


Una rampetta breve ma insidiosa !


Arriviamo in cima


Davanti all'ingresso del forte


Dopo la breve sosta al forte, ripartiamo


Si torna a scendere


Sotto il dosso del forte, troviamo la scala dell'Imperatore


La costruzione, fatta di circa 200 gradini in pietra, venne realizzata nel 1917 in
omaggio all'Imperatore austriaco Carlo I, in visita alle fortezze degli altipiani


Imbocchiamo la strada che sale verso il colle su cui si trovava l'ospedale militare


Una salita - a differenza di quella del forte - non particolarmente ripida


Arriviamo al primo tornante


Qui c'è un altro tratto della scala dell'Imperatore, che porta sulla sommità del colle


Frank e Cimo


Piergigi


Il secondo tornante


Arriviamo all'ex ospedale, di cui è rimasta sola la base dei muri perimetrali


Lasciamo l'ospedale e ci addentriamo nella val Fredda


Anche qui si trovano diversi saliscendi


Uno sfiancante su e giù ...


Ora si pedala nuovamente nel bosco


La salita prosegue, sia pur leggera


Raggiungiamo il nuovo punto di scollinamento


Inizia ora una lunga discesa


La sterrata scende tortuosa verso la valle del Torrente Astico


Cristina sfreccia in discesa


Piergigi chiude la fila


Tornante dopo tornante, si perde quota


Walander


Altra curva


Facciamo correre le nostre mtb sul veloce terreno


Nuovo tornante


Raggiunto il torrente, ci addentriamo nella valle, in falsopiano, sulla sponda opposta


GigaBike


Deviamo a destra, iniziando una nuova salita, verso Malga Ortesino


Durante una sosta, Giaz sembra tenere banco


Primo piano di Briz


Arriviamo nei pascoli di Malga Ortesino


Frank in versione "doganiere"


Ci troviamo sul versante orientale del Sommo Alto


Lo "Stallone dell'Ortesino", antico ricovero in pietra per il bestiame


Scendendo da malga Ortesino, attraversiamo una pista da sci


Come sfreccia Enrica !


Ora manca davvero poco al termine del giro


L'ultimo tratto di leggera salita, prima della discesa finale a Passo Sommo


Arriviamo all'ultimo scollinamento


Scendiamo sulla strada che d'inverno è utilizzata come pista da sci


Troviamo l'ennesima stanga per non far scappare il bestiame


Inizia la discesa conclusiva


Lungo la discesa passiamo a fianco di una vecchia costruzione militare


Ormai non rimane che lasciar correre le bici verso la fine del giro


Arriviamo ai campi da gold di Maso Spilzi, segno che manca davvero poco


Ecco il green, come viene chiamato in gergo


Al termine della discesa


Arrivati, dopo 48 durissimi km di su e giù !

 

6. il terzo tempo ...

   

Raggiungiamo il vicino chalet Passo Sommo, per il "terzo tempo" ...


Un, due, tre ... radler !


Giaz


Enrica, Cristina e Brücke


Piergigi e GigaBike


Il Presidente e Briz


Ai Rinco Boys e ai Non Solo Panza: prosit !!!

 



Grazie a tutti
Alla prossima !
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