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SET

PROGRAMMA TREKKING 2015: 6ª USCITA





Sulla linea del fronte

Andata in scena oggi, in una limpida giornata di fine estate, la 6ª uscita del programma trekking 2015: il Giro del Pasubio. Una lunga camminata (sforati per la prima volta i 20 km ...) in uno dei teatri della "Grande Guerra", proprio lungo la linea del fronte che un secolo fa vide contrapposti gli eserciti di Italia ed Austria.


 

i presenti

 
  SOCI

           
  Non
Solo
Panza
       
   

 

 

la cronaca

19/09/2015. E' stata disputata oggi sul massiccio del Pasubio - a cavallo fra Trentino e Provincia di Vicenza - la 6ª uscita del programma trekking 2015. Uno spettacolare quanto impegnativo tour che ha toccato le cime principali del massiccio che un secolo fa vide scrivere pagine importanti della c.d. "Grande Guerra", fa cui cima Palon, che con i suoi 2239 metri rappresenta la vetta più elevata del Pasubio.

La comitiva, composta oggi da 11 trekker, fra i quali 3 del gruppo gemellato "Non Solo Panza" di Cremona, si è ritrovata alle 8:45 nel parcheggio di Malga Keserle, a quota 1400 circa, lungo la strada che porta al Rifugio lancia.

Alle 9:00 in punto, come da programma, il gruppo ha preso il via, imboccando il sentiero n.101, che coincide in gran parte con la strada sterrata che porta al rifugio, fatta eccezione per le deviazioni in occasioni dei tornanti, dove il sentiero taglia dritto per i prati, mentre la straad sale con un tracciato molto più lungo e tortuoso.

Giunti in loc. Pozza Rionda, a quota 1650 circa, è stata abbandonata la strada per entrare nel bosco e salire lungo il sentiero 102A, che con alcuni tratti con pendenza accentuata ha condotto alla bocchetta delle Corde, dove si è potuto ammirare il primo panorama sulla sottostante Vallarsa.

Proseguendo sul sentiero n.105, si è quindi costeggiato - con un tratto in falsopiano che ne taglia orizzontalmente il ripido versante occidentale - il Monte Roite, per poi raggiungere la Sella del Roite. da qui si è potuto ammirare i panorama verso nord, che oggi spaziava fino alle Pale di San Martino.

Proseguendo su un sentiero con alcuni tratti esposti, dove è necessaria molta prudenza, si è quindi costeggiato il Piccolo Roite (un rilievo più basso del precedente) arrivando così alla Selletta del Piccolo Roite, che precede la salita alla prima cima di giornata: il Dente Austriaco. Salendo a zig-zag in una pietraia e costeggiando numerose trincee, si è così giunti oltre quota 2200 (m.2203, per la precisione), su quello che era l'ultimo avamposto austriaco prima del fronte e delle linee nemiche italiane.

Proseguendo sulla creta del dente, passando vicino a camminamenti, ricoveri in grotta, trincee, si è giunti praticamente sulla vecchia linea del fronte, dove si trova una serie di cunicoli scavati nella roccia, con piccole aperture nella parete, da dove le mitragliatrici sparavano verso il rilievo opposto, il Dente italiano, su cui erano appostate le truppe nemiche.

Scendendo lungo un sentiero con alcuni scalini nella roccia si è arrivati alla Selletta dei Denti, posta proprio fra i due rilievi. da qui si riprende a salire, raggiungendo il Dente Italiano (m.2220), dove sono visibili i massi frantumati dai 50.000 kg di tritolo che gli austriaci, durante la c.d. "guerra delle mine", fecero saltare il 13.03.1918, dopo aver scavato dei tunnel sotto le linee nemiche, provocando uno sconquasso di cui ancora oggi si vedono i segni. Quell'operazione causò un centinaio di morti fra gli alpini italiani, i cui corpi giacciono ancora sotto lo spesso strato di rocce frantumate.

Proseguendo la salita, dal Dente Italiano si così giunti alla vicina Cima Palon, a quota 2239 (punto più elevato del massiccio del Pasubio). Qui è stata fatta la sosta per il pranzo, al riparo dalla fresca brezza grazie alle trincee scavate nella roccia.

Dopo mangiato è iniziato il rientro, con discesa nella galleria Gen Papa, che passa dentro la montagna e sbuca prima del Dente Italiano. Quindi si è proseguito sulla stessa via dell'andata, ripercorrendo il saliscendi Dente Italiano-Selletta dei Denti-Dente Austriaco-Selletta del Piccolo Roite.

Da qui si è imboccato un sentiero che rimane leggermente più a valle di quello (un po' esposto) percorso all'andata, arrivando così alla Sella del Roite. Qui è stata fatta un'ulteriore variante rispetto al percorso del mattino, passando sul versante orientale del Roite anziché su quello occidentale. Attraverso un sentiero che si snoda in mezzo ai mughi, si è scesi leggermente nella conca che si trova alle spalle del rilievo, per poi risalire fino alla Bocchetta delle Corde, dove si è tornati sulla traccia dell'andata.

Qui si è proceduto per un breve tratto in falsopiano, fino ad incontrare il bivio per Monte Testo, dove si è ripreso a salire, aggirando il versante nord della montagna, più dolce di quello meridionale, che presente pareti verticali rocciose. L'ultima salita al Monte Testo (m.1980) ha consentito di ammirare altre trincee e manufatti della Prima Guerra mondiale, oltre ad un superbo panorama sulle vette appena lasciate.

Quindi è iniziata la discesa finale, inizialmente nel bosco, per poi arrivare nei pascoli di Malga Zocchi. Proseguendo sull'erba, si è così giunti alla malga, famosa per aver ospitato - nel luglio del 1916 e per una sola notte - Cesare Battisti, dopo il suo arresto da parte degli austriaci sul vicino Monte Corno (poi ribattezzato Corno Battisti). La malga funziona anche come agritur, e Rinco e Non Solo Panza ne hanno approfittato per un dissetante radler, oltre che per acquistare del formaggio prodotto in loco.

Quindi la discesa è proseguite nella valletta erbosa e poi nel bosco sottostante, fino ad intercettare nuovamente la strada sterrata che scende dal Rifugio Lancia, ad un km circa dal parcheggio dove erano state lasciate le auto al mattino. A quel punto non è rimasto che percorrere l'ultimo tratto sulla strada, per rientrare al punto di partenza e chiudere così lo spettacolare ed impegnativo itinerario.

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Ora l'appuntamento con la prossima uscita ufficiale è fissato per domenica 27 settembre (nel primo pomeriggio), quando a Terlago verrà disputata l'11ª edizione della RincoBike, la gara sociale a squadre dei Rinco Boys.


 

 

i dati tecnici.

Complessivamente il giro è di poco superiore ai 20 km, mentre il dislivello da superare è di circa 1.100 metri. L'altimetria prevede una salita iniziale di oltre 4 km, fino alla Bocchetta delle Corde, seguita da un breve tratto in falsopiano, costeggiando il Monte Roite. Poi riprende la salita, con andamento più nervoso, su e giù dal Dente Austriaco a quello Italiano e poi a Cima Palon, tutte sopra quota 2200. Ritorno con discesa fino a Bocchetta delle Corde, poi altra salita al Monte Testo (1,5 km) ed infine 4 km di discesa fino a Malga Keserle. GPM a Cima Palon (m.2239).

L'altimetria
 
La panoramica in 3D
 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

 

1. tratto Cheserle-Sella del Roite


Il ritrovo a Malga Keserle, alle 8,45


La giornata è splendida e si comincia con il panorama sul Gruppo del Brenta


A monte della strada, un gregge di pecore sta facendo colazione ...


Pronti per la partenza


Alle 9:00 si parte ...


Il primo tratto è sul sent. 101, che coincide in gran parte con la strada per il rif. Lancia


In breve si arriva al "Sasson"


Da qui cominciano i numerosi tagli del sentiero, che rispetto alla strada sale per una
via più ripida e diretta, mentre la sterrata segue un tracciato più lungo e tortuoso


Dopo i tagli, si ritorna sempre sulla strada


Maya (instancabile) sempre avanti al gruppo


Un tornante cementato della ripida strada che sale al rifugio Lancia


Un altro taglio del sentiero, dritto nel bosco


Il sole non si è ancora alzato oltre le creste e si viaggia all'ombra (e al fesco!)


La parete del Col santo


Un tratto con degli scalini nella roccia


L'ultimo tratto di stradea, prima della definitiva deviazione


Arriviamo la bivio in loc. Pozza Rionda


Siamo a quota 1653. I primo 250 metri di dislivello sono andati ...


Ora si prosegue nel bosco


Seguiamo la traccia del sentiero nell'erba


Il bivio nei pressi di Bocchetta delle Corde. Qui arriva il sentiero dal Rif. Lancia e si
stacca il sentiero che porta al Monte Testo (che faremo al nostro rientro)


Una sosta per tirare il fiato, dopo un tratto con alcuni strappi decisamente ripidi


Maya in attesa del biscottino


Un segnavia decisamente green ...


Si riparte ...


Intanto arriva il Sole e la temperatura si fa più mite


Il "panettone" del Col Santo


Nella conca erbosa ai piedi del Col Santo, il Rifugio Vincenzo Lancia


Noi proseguiamo verso il Roite


Stiamo andando verso quota 2000 e pini ed abeti iniziano a lasciare il posto ai mughi


Arriviamo ad una spianata erbosa


Qui la vista si apre sulla Vallarsa


Dall'altro lato della valle, zoommando, si scorgono Ospedaletti e Albi di Mezzana.
Si tratta di due delle tante frazioni che compongono il comune sparso di Vallarsa


Una sosta ad ammirare il panorama


Qui incontriamo le prime trincee


Ci fermiamo ad osservare gli antichi manufatti in pietra


Ora il sole si è alzato ed è un vero piacere


Riprendiamo il cammino ...


Ora si viaggia fra i pini mughi, segno che siamo ad alta quota


Giaz, presidente di Non Solo Panza


Il sentiero che stiamo percorrendo era stato costruito dai militari
per portare i rifornimenti al fronte. Sono ancora visibili i muretti
a secco che sostenevano la carreggiata della mulattiera


Dorty impegnato nella salita


Il sentiero guadagna quota con diversi tornanti


Il panorama sopra di noi si sta aprendo, siamo quasi alla sella


Arriviamo alla Bocchetta delle Corde, dove la vista si apre sulla conca dell'Alpe Pozza


Una sosta per ricompattare le fila


Oggi le nuvole si divertono: ecco un cipresso stilizzato


Verso sud-ovest, il Monte Altissimo di Nago


Verso ovest c'è uno scorcio sulla Val di Ledro. Si vede anche uno spicchio di lago


Sempre ad ovest, ma in primo piano, il Monte Stivo


A nord, le Tre Cime del Bondone: da sx Cornetto, Doss d'Abramo e Cima Verde
Dietro, semi-coperto da alcune nubi, c'è il gruppo delle Dolomiti di Brenta


Il Palon, sempre nel gruppo del Bondone, dove siamo saliti a fine maggio


Foto ricordo ...


Ci rifocilliamo con qualche snack e frutta secca, prima di ripartire


Anche Maya riposa


Il Monte Testo, dove saliremo lungo la via del ritorno


Si riprende a camminare


Imbocchiamo il sentiero che taglia il versante occidentale del monte Roite


Procediamo in falsopiano, passando fra i mughi


Sullo sondo, a destra, si scorgono le prime cime del Pasubio ...


In basso, in una conca erbosa, una malga in ristrutturazione


Proseguiamo sul comodo sentiero pianeggiante


Guardandoci alle spalle si nota la cima del Monte Roite


Ormai siamo quasi alla Sella del Roite


Arriviamo alla Sella del Roite, dove si apre un altro panorama verso nord


In assenza del Dotto, è WikiMau a fare da Cicerone


Il Pizzo di Levico, sopra l'Altopiano del Vezzena


Le cime del Pasubio, dove siamo diretti


Il gruppo in sosta ad ammirare il panorama


Filo spinato e vecchi chiodi arrugginiti, resti della guerra di un secolo fa ...

 

2. I "denti" e Cima Palon


Dalla Sella del Roite proseguiamo sul sentiero di cresta


Si iniziano a trovare i primi segni della presenza militare, un secolo fa


Il sentiero prosegue appena sotto la cresta del Piccolo Roite


Una vecchia trincea, con i muri a secco ormai crollati

      
Cosa trova di così interessante, Maia, in questo tunnel?    El paròn !


Ora il sentiero si restringe


Le aperture in questa parete rocciosa rivelano l'esistenza di cunicoli, su più livelli


Ecco, nel dettaglio, alcuni ingressi dei ricoveri in caverna, con una scala in pietra per
accedere al livello superiore. Ci troviamo poco alle spalle del c.d. "Dente austriaco"

  
Nella conca erbosa ci sono i resti di alcune costruzioni


Procediamo con cautela, visto anche il fondo pietroso


Arriviamo nell'unico tratto esposto dell'intero tour, in corrispondenza di alcuni ruderi


Avanziamo lentamente, guardando bene dove si appoggiano i piedi


Il tratto esposto è di soli 50 metri, fino al termine del rilievo del Piccolo Roite


Ora si prosegue in cresta, con il Dente Austriaco in vista


Il Piccolo Roite, alle nostre spalle


Dorty scollina


Inizia la salita verso il Dente Austriaco


Sulla cresta sventolano due bandiere: quella austriaca e quella italiana


La Sella del Piccolo Roite, vista dalla salita verso il Dente Austriaco


Sul sentiero che risale a zig-zag il versante nord del Dente Austriaco


Il tratto finale è il più ripido, in mezzo alle pietre


Arriviamo sulla cresta del Dente Austriaco


Una croce realizzata con alcuni vecchi pezzi di legno e di filo spinato delle trincee


Alla base della croce, una raccolta di resti di scatolame


Chissà quale storia si cela, dietro questa scatoletta arrugginita ...


Resti di costruzioni in cemento


Siamo a quota 2200 e le stelle alpine ... sono di casa


Maya e WikiMau


Il gruppo in sosta sul Dente Austriaco


La giornata è così limpida che a nord si vede perfino la Marmolada !


Procediamo verso il Dente Italiano, incontrando altri manufatti in cemento

   
I camminamenti austriaci incassati nel terreno, con lo scalino per far sedere i soldati


Qui ci si riposava nei momenti di stanca dei combattimenti


Su un pannello esplicativo, una foto storica scattata proprio in queste trincee


Oltre ai camminamenti, vi sono anche numerosi tunnel scavati nella roccia

   
Rinco in esplorazione sotterranea


Il Dente Italiano, visto da un'apertura dei tunnel. Si notano chiaramente i resti della
forte esplosione, con ben 50.000 kg di tritolo, che gli austriaci causarono dopo aver
scavato dei tunnel sotto le postazioni nemiche. Morirono circa 100 alpini (i cui corpi
non vennero mai recuperati) e venne letteralmente demolito un pezzo della montagna


Scendiamo verso la Selletta dei Due Denti


Arriviamo a quello che un tempo era il confine fra Austria ed Italia


Uno dei tanti pannelli esplicativi posizionati nella zona


Il cartello posizionato sulla Selletta dei Due Denti (m.2166)


La targa che ricorda l'episodio del 13 marzo 1918


L'ammasso di pietre, sotto le quali giacciono i corpi di un centinaio di alpini


La scalinata, realizzata successivamente, che risale Dente Italiano


Iniziamo a salire verso il Dente Italiano


Il Dente Austriaco visto dall'inizio della salita verso il Dente Italiano


Nella roccia del Dente Austriaco si notano le aperture dei tunnel, dov'erano piazzate
le mitragliatrici e le altri armi pesanti che puntavano verso il Dente Italiano.


Il sentiero si inerpica fra i massi, frutto della forte esplosione dal marzo 1918


Ci alziamo nuovamente oltre quota 2200 ...


... ed rriviamo sulla cresta del Dente Italiano


Una corona d'alloro, posizionata durante una cerimonia commemorativa


Ora vediamo Cima Palon, la nostra meta finale


Anche il Dente Italiano, sul versante opposto a quello in vista del nemico, era stato
scavato e dotato di un sistema di tunnel dove ci si spostava in sicurezza

   
L'ingresso di uno dei tunnel


Vista dall'interno della galleria


Cima Palon, vista dal Dente Italiano


I camminamenti che collegavano le varie postazioni


C'erano delle vere e proprie strade


Ancora camminamenti, attorno al Dente Italiano


Tutto il terreno intorno reca ben visibili le incisioni delle trincee


Muri a secco che ancora resistono, dopo un secolo di intemperie ...

   
L'uscita della galleria Gen. Papa, che scende da Cima Palon


Visuale dall'interno della galleria


Dalla Selletta Ten. Damaggio, posizionata fra il Dente Italiano e Cima Palon, iniziamo
la salita verso quest'ultima, che è la vetta più elevata del Gruppo del Pasubio


Da qui si vede la Strada degli Scarrubbi, che scende dal Rif. Papa


Arriviamo ai 2239 metri di Cima Palon


Il Monte Roite, con il sentiero che ne taglia il versante ovest, percorso poco prima


Ora che siamo giunti al GPM, si mangia ...

 

3. sosta ristoro


Ci sistemiamo nelle trincee, al riparo dalla brezza


Mara & Max, rientrati ieri sera da Malta: in 24 ore dal livello del mare ai 2239 del Pasubio


Dorty si stende sull'erba, appoggiandosi ad un masso


GigaBike sfrutta le pietre piatte come sedile


WikiMau usa i resti di una costruzione

   
Panino & biretta: che spettacolo !


Maia si fa il giro di tutto il vicinato alla ricerca di qualche boccone ...


Dopo mangiato, rimaniamo un po' a goderci il sole e il panorama


Beh, gli amici di Non Solo Panza, in questa posizione, più il sole che il panorama ...


Anche qui pannelli esplicativi e la "rosa" con i nomi delle vette indicati dalle frecce


Resti di scatolame, filo spinato, chiodi ...


Su una scatola si legge chiaramente il marchio Simmenthal. E' bastata una ricerchina
veloce sul web per scoprire che la fabbrica è nata negli anni '30, quindi non si tratta
di una scatoletta utilizzata durante la "Grande Guerra". Probabilmente è stata usata
da un alpinista in epoche successive e poi è stata abbandonata con quelle del '15-'18

 

4. discesa a Bocchetta delle Corde

    
Per la discesa da Cima Palon utilizziamo la galleria "Gen. Papa"


La galleria, lunga quasi 200 metri, scende verso la Selletta Ten. Damaggio


Facendoci luce con i faretti, avanziamo in discesa


Nei punti più ripidi sono state realizzate delle scale


L'uscita ...


Dalla Selletta Ten. Damaggio, si risale verso il Dente Italiano


Sulla cresta del Dente Italiano


Arriviamo nuovamente in vista del Dente Austriaco


Ora scendiamo fra i massi, verso la Selletta dei Due Denti


Arriviamo alla sella fra i due denti


Ora si risale verso il Dente Austriaco


Poco più in là, alcuni camosci vanno in cerca di erba fra i sassi


Ripercorriamo il ripido sentiero fatto in discesa prima di pranzo


Arrivati sul Dente Austriaco, ne percorriamo la cresta, lungo i camminamenti in trincea


Giazz fra i vecchi manufatti in cemento


Arriviamo nuovamente ai ruderi dove sono state posizionate le bandiere


Inizia la discesa verso la Selletta del Piccolo Roite


Si scende in una marea di sassi


Arriviamo alla selletta, con il Piccolo Roite di fronte a noi e, più indietro, il Roite


Il cartello posizionato sulla sella (m.2111)


Per il ritorno, invece di percorrere il sentiero esposto, scendiamo su quello più a valle


Il sentiero taglia in orizzontale il versante est del Piccolo Roite, mentre quello percorso
all'andata (vds. le frecce gialle) si trova più a monte, appena sotto la cresta rocciosa


Avanziamo in piano, mettendoci in colonna viste le ridotte dimensioni


Una sosta. Cosa stanno osservando tutti quanti verso il basso?


Una grossa marmotta sta correndo di tana in tana nella conca erbosa sotto di noi


Anche il sentiero a valle presenta qualche breve tratto un po' esposto


Si alternano tratti con fondo battuto a tratti ghiaiosi


Lungo la via incontriamo altri ricoveri di epoca militare, scavati ella roccia


Il panettone del Col Santo visto da dentro la galleria


Ora il sentiero risale verso la Sella del Roite, visibile di fronte a noi


Arrivati alla Sella del Roite, manteniamo il versante est, imboccando il sentiero
che si trova sul lato opposto rispetto a quello percorso stamattina, all'andata


Come il precedente, anche questo sentiero taglia il costone in orizzontale


Più avanti, si inizia a perdere quota


Più a valle si entra in una conca piena di pini mughi


Una baita solitaria


Ora si cammina in una traccia fra i mughi, dentro l'avallamento


Più avanti il sentiero diventa una comoda carrareccia, molto più larga


Inizia la risalita dalla conca sotto il Roite alla Bocchetta delle Corde


L'ulimo tratto di salita, prima di arrivare alla sella


Raggiunta la Bocchetta delle Corde, ci dirigiamo verso il bivio per Monte Testo

 

5. Monte Testo e rientro


Raggiungiamo il bivio con il sentiero per Monte Testo


Iniziamo la nuova salita


Dopo aver risalito (2 volte, una all'andata e una al ritorno) il Dente Austriaco e il Dente
Italiano, nonché la Cima Palon, questa è la sesta salita della lunga giornata  ...


Arriviamo alla selletta dove parte il sentiero per la cima


Iniziamo a salire sul ripido sentiero fra i mughi


La cima è lassù, ormai a poche decine di metri


In lontananza si vede il massiccio del Pasubio, dove siamo arrivati in precedenza


Costeggiamo le trincee, ormai occupate dalla vegetazione


WikiMau in posizione decisamente panoramica !


In primo piano, la cima del Roite, con il sentiero (visibile nel verde della vegetazione,
sotto la cima conica) che abbiamo percorso all'andata, da Bocchetta delle Corde


In sosta sulla cima, ad osservare il panorama


Ridiscesi alla selletta, imbocchiamo l'altro sentiero, che scende verso valle


A giudicare dalla vegetazione, non dev'essere una via molto battuta


In alcuni punti dobbiamo spostare le frasche che invadono il sentiero


Prime avvisaglie d'autunno


Arriviamo nella parte alta del pascolo di Malga Zocchi


Ora dobbiamo scendere lungo il pascolo, verso la malga


Imbocchiamo il comodo e largo sentiero erboso


Arriviamo in vista di Malga Zocchi


Le mucche al pascolo


Arriviamo alla malga e facciamo una sosta


Un radler ci vuole tutto !


Germano e Piergigi, di Non Solo Panza


In pausa prima di completare la discesa


La casara della malga, dove si produce dell'ottimo formaggio


Ricotte fresche, appena fatte


Formaggio appena tolto dai canestrelli, dove è stato messo quello fresco

   
All'esterno c'è la struttura per l'affumicatura delle caciotte


        
Malga Zocchi è anche famosa per aver ospitato Cesare Battisti, subito dopo il suo
arresto avvenuto nel luglio del 1916 sul vicino Monte Corno, poi ribattezzato "Corno
Battisti". Da sx, nelle foto, Battisti con altri volontari italiani mentre esamina una
mappa del teatro di guerra, poi la sosta a Malga Zocchi e la traduzione a valle, a piedi.
Cesare Battisti venne condannato per alto tradimento (era cittadino e parlamentare
austriaco, quando si arruolò volontario nell'esercito italiano) e venne impiccato nella
fossa del Castello del Buonconsiglio, a Trento, il 12 luglio 1916, assieme a Fabio Filzi 
 


Dopo la sosta in malga, inizia la discesa finale


Proseguiamo sul sentiero erboso che si trova al centro della valletta


Percorriamo qualche centinaio di metri, fino alla fine del pascolo


Terminato il pascolo, il sentiero prosegue nel bosco


La discesa si fa più accentuata


Dobbiamo scendere dai 1670 metri della malga ai 1400 del parcheggio


Anche questo sentiero, a giudicare dall'erba, non è frequentatissimo


Il sentiero sbuca sulla strada bianca che sale al Rifugio Lancia


Ora non rimane che percorrere l'ultimo km fino al parcheggio


Ed eccoci arrivati, dopo oltre 20 km di cammino, alla piana di malga Keserle

 

Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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