08
AGO

PROGRAMMA TREKKING 2015: 4ª USCITA


A un passo dal cielo !
 

     

Disputata oggi la 4ª uscita del programma trekking 2015: uno spettacolare tour di 16 km nel gruppo del Latemar, con l'ascesa al Rifugio Torre di Pisa (2.675), alla Forcella dei Campanili (2600) e alla Forcella dei Camosci (2.564). Meteo OK quasi fino alla fine, ma ad un solo km dalla conclusione ... temporale con grandine e Rinco fradici fino al midollo !  
 


 

i presenti

 

SOCI
         
ospiti            
   

 

 

la cronaca

08/08/2015. E' stata disputata oggi a cavallo fra la Val di Fiemme e l'Alto Adige, nel gruppo del Latemar, la 4ª uscita del programma trekking 2015. Uno spettacolare tour fra le cime dolomitiche, con l'ascesa iniziale alla Torre di Pisa, un suggestivo monolite in dolomia, simile ad una torre, che per via della sua inclinazione laterale ricorda molto la torre pendente di Pisa, da cui ha preso il nome.

Successivamente è stata raggiunta la Forcella dei Campanili, che a sua volta prende il nome dalle numerose guglie rocciose, svettanti appunto come dei campanili, presenti nel circondario, e - lungo la via del ritorno - la Forcella dei Camosci, con rientro attraverso la provincia di Bolzano.

Il gruppo - composto da 11 trekker - si è ritrovato attorno alle 8:15 in loc. Pampeago, poco a monte degli impianti di sci, a quota 1800 circa. Il clima, alla partenza, era fresco (graie alle piogge della notte), con il cielo quasi interamente coperto. Dal parcheggio è stata imboccata la comoda strada asfaltata che con alcuni tornanti fra i prati sale alla vicina malga Zischg (Zischgalm), distante circa 1 km.

Dalla malga si è quindi proseguito sulla destra, salendo fra i prati e seguendo il segnavia 504, su una comoo e larga strada sterrata (che d'inverno viene usata come pista di collegamewnto fra gli impianti di sci alpino) fino a raggiungere Passo Feudo (m.2.125).

Dal passo, dove arrivano gli impianti sciistici in partenza da Predazzo (che infatti si vede in fondo alla valle), sì è proseguito sul segnavia 516, dapprima su un costone erboso, poi su un sentiero più molto più aspro e ghiaioso, che ha condotto - con uno strappo finale su roccia - fino al Rifugio Torre di Pisa (m. 2671). Qui - dopo le prime due ore di cammino (e quasi 900 m. di dislivello) è stata fatta la prima sosta. C'è chi ha utilizzato il bar del rifugio, optando per uno strudel o una fetta di torta, e chi invece ha estratto dallo zaino il primo di una serie di panini ...

Dopo la sosta al rifugio si è quindi proseguito sul sentiero 516, calando leggermente verso Forcella Valsorda, per poi risalire fino al monolite roccioso della Torre di Pisa, che con i suoi 2685 metri (alla base), è stato il punto più elevato del nostro itinerario.

Dopo la nuova sosta alla Torre di Pisa, il gruppo ha imboccato il sentiero che scende nell'ampio vallone sottostante, di chiara origine glaciale, proseguendo in piano per un'ora circa, raggiungendo una sorta di anfiteatro naturale, posto fra due corone di cime frastagliate. Si tratta dei c.d. "campanili", da cui prende il nome la forcella che si trova sopra l'anfiteatro, raggiunta con un ultimo strappo su sentiero ghiaioso.

Dalla Forcella dei Campanili (m.2600), dove è stata fatta la sosta pranzo, si gode di uno stupendo panorama a 360° sulle vette di Trentino ed Alto Adige ma, in particolare per via della vicinanza, sul gruppo del Latemar e sul lago di Carezza, che si trova nella conca proprio sotto la forcella.

Dopo la sosta - mentre nel frattempo era uscito il sole - il gruppo si è rimesso in cammino, ripercorrendo a ritroso lo stesso sentiero fatto all'andata, fino a metà circa del vallone roccioso. Qui è stata apportata in corsa una variante rispetto al tracciato originariamente previsto, con una nuova salita, fino alla Forcella dei Camosci (m.2564). Qui si è passati sul versante ovest del gruppo roccioso, quello altoatesino, come si è appreso anche dalla variazione della numerazione dei sentieri. Seguento il segnavia 18, con alcuni suggestivi passaggi fra le rocce, si è quindi arrivati a monte di un ghiaione, percorso a zig-zag fino a scendere sulla strada che collega le malghe della zona.

Qui non è rimasto che risalire ulteriormente fino a Passo delle Pale (m.1930), per poi raggiungere la vicina Malga Zischg. Qui, quando mancava poco più d'un km alla fine dell'itinerario, è iniziata a cadere la prima pioggia, prima leggera, poi sempre più forte, fino a diventare - a tratti - grandine. Il km finale è stato un diluvio universale, con i Rinco che sono arrivati alle macchine fradici fino al midollo! Qualcuno ha ricordato la tappa di Cima Bocche, disputata nel 2014. Anche in quella occasione l'uscita era stata rinviata da fine luglio (causa maltempo) al fine settimana dopo la Vecia Ferovia, ed anche in quella occasione, dopo una prima parte dell'uscita con il sole, si era presa l'acqua, tanta acqua ...

Ad ogni modo, lavata a parte, è stato un giro davvero stupendo, anche se faticoso (oltre 16 km percorsi, con un dislivello che alla fine ha raggiunto i 1.00 metri.

- - -

Ora l'appuntamento con la prossima uscita ufficiale di trekking è fissato per il 22 agosto, quando i Rinco saliranno sugli altipiani cimbri per il Bike & Trekking dei Forti.

 

 

i dati tecnici

Complessivamente il giro - ad anello - è di circa 16 km, mentre il dislivello da superare è di circa 1.000 metri. L'altimetria presenta un primo tratto di 5 km di salita continua, da Pampeago fino alla Torre di Pisa, con pendenze più moderate nella prima metà e molto più accese nella seconda.  A seguire, altri 4 km con alcuni saliscendi, che si concludono con uno strappetto finale che porta alla Forcella dei Campanili. I successivi 2 km di nuovo in saliscendi, sulla stessa via dell'andata, poi dalla Forcella dei Camosci inizia la discesa, con pendenze a tratti molto elevate (>30%), che in un paio di km porta fino alla strada che collega le malghe. I 3 km finali, con pendenze morbide, sono caratterizzati dallo scollinamento di Passo delle Pale e dalla discesa conclusiva. GPM alla Torre di Pisa (m.2685).

L'altimetria
 
La panoramica in 3D
 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

1. tratto da Pampeago a Rif. Torre di Pisa


Poco dopo le 8:00 siamo ai 1800 metri del parcheggio situato a monte di Pampeago


Verso le 8:20 imbocchiamo la comoda stradina asfaltata che sale verso Malga Zischg


Lassù, di fronte a noi, su quelle rocce, c'è il rifugio Torre di Pisa


Il cielo è coperto e dopo le piogge della notte, la temperatura è fresca


Solo ogni tanto il sole fa capolino fra le nuvole


Guardando verso sud si vede il Gruppo della Brenta


Siamo quasi alla malga, che dista poco più d'un km


Come marciano i soci VIP (Vecio In Pension)


Eccoci alla malga, dove lasciamola strada asfaltata


Una bella scultura lignea, raffigurante una marmotta


Ora procediamo su sterrato, salendo nei prati


Il sentiero incrocia subito dopo quello che prosegue verso Passo Feudo


E' il segnavia 504


Proseguiamo la salita, sempre con pendenze morbide


Elena e Walander, con alle spalle un altro colle con impianti di sci


Anche dalla parte opposta si notano chiaramente le piste


Più avanti il sentiero si allarga, perchè usato d'inverno come pista di collegamento fra impianti


Arriviamo a Passo Feudo


Una breve sosta ad un pannello illustrativo


La fotografia reca i nomi delle principali vette che si possono osservare da qui, verso sud


Verso est, invece, si vedono le cime scure del Lagorai


Qui a Passo Feudo arrivano gli impianti in partenza da Predazzo


Dopo la sosta panoramica, imbocchiamo il sentiero che sale nei pascoli


Ora si procede con pendenze decisamente più elevate


Avanziamo sul sentiero delimitato dai fili che servono a non far scappare il bestiame


Laura e Cimo


Anche qui è arrivata la moda degli "omini di pietra"


Il parcheggio da dove siamo partiti, visto dal'alto


La salita tira ...


Una delle tante mucche al pascolo


Intanto verso sud si vede chiaramente la pioggia. Speriamo bene ...


Qui la situazione è ancora buona, con qualche raggio di sole che filtra ogni tanto fra le nuvole


Ora si riescono a vedere anche i ghiacciai dell'Adamello


Un tratto in falsopiano, che spezza la salita


Subito dopo, però, c'è una bella rampa lastricata di pietre


Noi dobbiamo proprio salire di lì: sentiero 516


E allora via, in salita


E che salita !


Più avanti la pendenza cala e il sentiero, da lastricato, torna sterrato


Tagliamo in diagonale il ripido versante


Osserviamo sempre il cielo, temendo che la perturbazione si sposti verso nord


Intanto, però, avanziamo verso il rifugio Torre di Pisa


Una vista dalll'alto


Ora il sentiero si fa ghiaioso


Si sale per la linea di massima pendenza


Si cominciano a vedere le guglie rocciose che caratterizzano le cime dolomitiche


Ora dobbiamo affrontare questo bel ghiaione


saliamo in mezzo alle pietre, seguendo la traccia


Anche qui la pendenza non scherza ...


Qui la roccia chiara dolomitica si fonde con rocce scure di origini laviche


Balzando sui sassi, superiamo questa sorta di scala naturale


Il segnavia dipinto su un grosso masso


Ora si vede la conca dove si trova il paese di Predazzo


L'abitato è seminascosto da una nuvola bianca


Ne finale troviamo anche una comoda scala


Avanziamo sugli scalini. Ormai il rifugio è poche decine di metri sopra di noi


C'è però ancora qualche ostacolo da superare


Tratti rocciosi si alternano a tratti erbosi, dove sono state realizzate delle scale


Walander in azione con la macchina fotografica


Big Bobby, landini e il Presidente ... in azione con le ganasce !


Sotto di noi, il crinale che abbiamo appena risalito


Ancora rocce scure, che si mescolano alla dolomia


Ora si cammina su roccia


Anche qualche tratto tecnico, prima di arrivare al rifugio


Il Presidente impegnato nella salita


Un ultimo canalino


Il Presidente si ferma su una roccia ad osservare il panorama


Ora Predazzo si vede bene


L'ultimo tratto prima del rifugio è decisamente il più tecnico


L'ultima curva


Eccoci al rifugio, a quota 2671


Ci sediamo sulle panche esterne, per fare una merenda di tarda mattinata (si son fatte le 11 meno un quarto)


Il Cimo opta per una fetta di strudel


Big Bobby, invece, va su speck e formaggio


Il Presidente si prepara un panino con bresaola e fettine di limone


E come va giù ...


Luigi il Dotto si era raccomandato: cappellino e crema solare. GigaBike se li è portati, ma serviranno?


Dopo la sosta, ci prepariaamo per ripartire. Qui il Presidente per una foto ricordo al rifugio


La Torre di Pisa, da cui prende il nome il rifugio, dista solo 10 minuti ...

 

2. tratto Torre di Pisa-Forcella Campanili


Dopo la sosta, lasciamo il rifugio per raggiungere la Torre di Pisa


Si percorre in sentiero fra le rocce, sotto il crinale


Ovunque si guardi, si vedono le tipiche guglie rocciose di dolomia


Perdiamo leggermente quota, scendendo in un avvallamento


Ed ecco che ci appare la Torre di Pisa


Uno spettacolo della natura


Per raggiungerla dobbiamo scendere ancora un po'


Cimo fa il Maciste ...


Ecco il motivo per le Dolomiti sono chiamate "i Monti Pallidi"

    
Scesi nell'avvallamento, risaliamo verso il monolite


Altre curiose formazioni rocciose

  
Raggiungiamo la torre e scattano le foto ricordo ...


In gruppo ...


Poteva mancare questa posa ?


E questa ?


Uno scorcio sulla Val di Fiemme


Ci mettiamo ad esplorare la zona attorno alla torre, passando fra le rocce


Un paesaggio davvero aspro e affascinante


La Torre di Pisa vista da dietro


Sulla cima si scorge un pezzo di corda, lasciato da qualche alpinista


Poco dopo arriva una guida alpina che in pochi minuti sale sulla sommità


Dopo la sosta alla Torre di Pisa, imbocchiamo il sentiero per la Forcella dei Campanili


Se il sole è soltanto da una parte ... perchè sprecare due lenti?


Scendiamo in un altro avvallamento, fra le rocce


La traccia del sentiero scende in un ghiaione, formato dai sedimenti della morbida roccia dolomitica


L'uscita dall'avvallamento


Ora si procede lungo il costone, in direzione nord


Si cammina su una traccia ricavata fra i massi


Il paesaggio è lunare !


Zoomando con il teleobiettivo, la Forcella dei Campanili sembra vicina ...


In realtà bisognerà camminare quasi un'oretta


Un crocevia con la segnaletica delle varie destinazioni


Poco più avanti troviamo una zona dove è cresciuta un po' di vegetazione erbosa


Erba e lastroni di roccia levigata dai ghiacciai


Subito dopo, riprende la ghiaia


Giocando un po' con i filtri dell'obiettivo ...


Arriviamo ad un costone in terra ed erba


Sotto di noi si scorge un avallamento di chiara origine glaciale


Proseguiamo sul sentiero in falsopiano


Ancora un ghiaione


Giungiamo in una sorta d anfiteatro naturale, circondato da alte pareti frastagliate


Sulle creste si scorgono i "campanili", da cui prende il nome la forcella dove siamo diretti


Una serie di stranissime e multiformi colonne di roccia


Attraversiamo la conca


La Forcella dei Campanili è lassù, di fronte a noi


Per arrivarci è necessario un ulteriore strappo in salita, su uno stretto sentiero fra la ghiaia


Il cartello (posto alla base della salita), sega quota 2600


Una breve sosta prima dello strappo ...


Iniziamo l'ascesa conclusiva


Il sentiero, in realtà, è ben battuto


Arriviamo alla Forcella dei Campanili


Da qui si vede la conca con l'abitato di Carezza


Un'immagine ravvicinata del paese


Sopra, c'è la catena del Latemar


Il piccolo Lago di Carezza, una sorta di smeraldo incastonato fra gli abeti


Ci sediamo per il pranzo. Un ristoro davvero panoramico ...


Altre formazioni rocciose


Giocando un po' con i filtri dell'obiettivo ...


Guglie aguzze, erose dall'acqua e dal vento


Ci godiamo il panorama mentre mangiamo i panini


Un meritato riposo


Il Cimo estrae la mortadella ...

  
E allora buon appetito !


Foto di gruppo, prima di riprendere il cammino

 

3. tratto da Forcella Campanili
a Forcella Camosci e rientro



Dopo esserci rifocillati per bene, prendiamo la via del rientro


Inizialmente percorriamo lo stesso sentiero dell'andata

  
Nel frattempo è uscito il sole


Con il cielo azzurro e la luce solare, le guglie sembrano d'un altro colore


Riattraversiamo il vallone glaciale


La forcella è ora alle nostre spalle


Con il sole che splende, la temperatura è salita subito di qualche grado


Un passaggio tecnico fra alcuni "scalini" nella roccia


Si notano chiaramente le varie stratificazioni sedimentarie, avvenute in ere diverse


Ritroviamo il tratto in terra ed erba, già attraversato durante la salita


Stiamo camminando attorno a quota 2500


Si procede verso il bivio per la Forcella dei Camosci


Arrivati al bivio, svoltiamo a destra (in salita) per raggiungere la forcella


Il sentiero taglia in diagonale il ghiaione dove siamo passati - più in basso - all'andata


In breve arriviamo alla forcella


Eccoci al nuovo scollinamento


L'indicazione dipinta sulla roccia dice m. 2564


Sulla cresta, altre guglie di roccia


Una sosta prima di iniziare la discesa


Iniziamo la discesa, in un ripido canale fra le rocce


Scendiamo con cautela, appoggiandoci alle pareti


In colonna ...


Fortunatamente il canale termina dopo una trentina di metri


Di risale leggermente, verso un'altra forcelletta


Qui si cammina fra i massi


Sbucati dall'altro lato, ci ritroviamo in Alto Adige


Seguendo il segnavia 18, imbocchiamo una valletta fra le rocce


Mentre attraversiamo la gola, alle nostre spalle, sale improvvisa della foschia, dal canalone sottostante


In un attimo, la zona che abbiamo appena lasciato si ritrova avvolta nella nebbia


Noi proseguiamo nella stretta valle


Qui siamo in una zona d'ombra, dove il sole non arriva quasi mai


Infatti, al centro della gola, c'è ancora del ghiaccio, rimasto da quest'inverno


Inizia la risalita della valletta


Noi e la roccia ...


Reverse angle ...


Avanziamo fra gli enormi massi


Arriviamo in fondo alla stretta gola ed usciamo allo scoperto


Ancora un tratto sulle balze rocciose ...


Ora inizierà la discesa vera e propria


Ci passi?


Imbocchiamo uno stretto sentiero che taglia il costone in diagonale, in direzione di Pampeago


Arriviamo ad un ripido ghiaione


Riecheggia il classico fischio delle marmotte e dopo uno sguardo attorno, eccone individuata una


Iniziamo la discesa fra i sassi


Walander in sosta durante la discesa


Qui caviglie e ginocchia sono messi a dura prova !


Big Bobby concentrato su dove appoggiare i piedi. Molti massi erano instabili ...


Più in basso troviamo qualche tratto erboso, dove si cammina più agevolmente


Non senza fatica, arriviamo in fondo al ghiaione


Prima abbiamo visto la marmotta vera, ora ne troviamo una (gigante) di legno


Così grande che dentro ci stanno ben 2 Rinco !


Visto da lontano, il ghiaione da cui siamo scesi ... fa impressione!


Ora camminiamo nei pascoli. Decisamente più comodo


Mucche in alpeggio


Ora imbocchiamo la comoda strada di collegamento fra le malghe, prima sterrata e poi asfaltata


Superiamo il leggero dislivello del Passo delle Pale, rientrando in Trentino


Un vecchio fienile ristrutturato


Arrivano le gocce! Ci ripariamo sotto una grondaia per indossare le giacche


Nell'ultimo km ci prendiamo una lavata colossale e arriveremo alle macchine fradici !


Riparati sotto la stazione di partenza della seggiovia, ci cambiamo praticamente tutto!

Bagnati, ma contenti! Gran bel giro

 

Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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