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									Meteo stupendo (oltre i 20° C, sembrava di 
									essere in primavera ...), itinerario 
									bellissimo, adesioni quasi a quota 50, 
									merenda e vini eccellenti, ospitalità 
									dell'Azienda Agricola F.lli Pisoni (come 
									sempre) squisita! Non si poteva chiedere di 
									meglio per il Taverna-Tour nr.11, che ha 
									chiuso oggi in Valle dei Laghi il programma 
									bike 2014.  | 
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				 | i presenti | 
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 | SOCI |  |  |  |  |  |  |  | 
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| Rinco Jr. |  |  |  |  |  | |||
| OSPITI |  |  |  |  |  |  |  | |
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				 | la cronaca | 
19/10/2014. Si è concluso oggi, con un partecipatissimo Taverna-Tour, il programma ordinario bike 2014. La tradizionale kermesse di fine stagione, organizzata come sempre dal nostro Alvaro "il Taverna", è giunta quest'anno all'edizione nr.11 e, come sempre accaduto, ha fatto il pienone. Erano infatti 46 i biker (+ 1 piccolo trasportato) che si sono presentati al ritrovo di Pergolese, presso l'Azienda Agricola F.lli Pisoni che ci ha ospitati per i momenti gastronomici post-, ma quest'anno anche pre-uscita.
"Giornata perfetta" è stato il nostro titolo di apertura, perchè di meglio - oggi - non si poteva davvero chiedere. A cominciare dal meteo, che dopo i tanti "bocconi amari" che ci ha fatto ingoiare nei mesi della c.d. "bella stagione" (Padova, Cima Bocche, Lavarone-Luserna, Rio Novella .. quanta acqua sul copìn ...), ci ha regalato una splendida giornata con clima addirittura primaverile, con il termometro che segnava +19°C al via, verso le ore 11:00, e +24°C al rientro dopo le 14:00.

Il meteo positivo ha incoraggiato, di conseguenza, la massiccia partecipazione. Non che il Taverna-Tour avesse bisogno di questi "aiutini" (storicamente è sempre stata un'uscita da grandi numeri, con sfondamento anche di quota 50), ma è certo che con delle previsioni come quelle che hanno preceduto questo weekend la voglia di uscire all'aria aperta c'è, ed i quasi 50 biker presenti oggi ne sono la diretta conseguenza.
E poi va evidenziato il percorso, forse uno dei più bei Taverna-Tour di questi anni, con tanti passaggi suggestivi (Laghi di S. Massenza e Toblino, il bel sentiero Pietramurata-Dro, gli uliveti, il Ponte Romano, i tanti scorci rurali nei piccoli borghi del Basso Sarca), con un giusto mix di sterrato, erba, piste ciclabili.
Tra la altre cose, l'edizione 2014 verrà ricordata anche per la novità dello spostamento d'orario. Dopo i mugugni che il Taverna e il Presidente si sono dovuti sorbire negli anni passati perchè, a dire di molti, con la partenza alle 9:00 era troppo freddo (sarà l'età che avanza?), si è optato per un balzo in avanti di ben 2 ore, andando a collocare la pedalata nella fascia oraria a cavallo del mezzogiorno (con partenza alle 11:00), e organizzando prima del via, per fare un bel carico di energia prima di salire in sella, un bel Nutella-Party.
Un'idea che a quanto pare è piaciuta parecchio, visto che il tavolone dove erano state preparate le fette di pane spalmate della famosissima crema al cacao e nocciole, è stato preso d'assalto e i due barattoloni sono stati svuotati!
Dopo questo gustoso appuntamento pre-pedalata (una novità che certamente verrà riproposta), i quasi 50 biker hanno inforcato le bici per andare a consumare almeno qualcuna delle calorie appena ingurgitate. Anche quest'anno c'era il doppio tracciato: il percorso definito "classic", di circa 36 km, con passaggio ai laghi di Santa Massenza e Toblino, poi Sarche - Pietramurata - Dro - Ceniga, ed il Colle del Gaggio, ed il tracciato "soft", come sempre molto gettonato dalle famiglie con bambini, ma anche dai trekker o ... dai biker spompati!
Il gruppo del classic ha imboccato lo sterrato che costeggia la riva sinistra del canale Rimone, in direzione nord. Dopo il cementificio di Ponte Oliveti, si è proseguito fra i vigneti, imboccando uno sterrato in salita (con uno strappo dove la pendenza era davvero impegnativa) che ha portato sulla sommità del colle che si trova ad est del lago di Toblino (GPM odierno a quota 325 m.). Da qui si è scesi in località Due Laghi, per poi salire fino al centro di Padergnone, punto più settentrionale del tour di quest'anno.
Da Padergnone si è quindi scesi al Lago di Santa Massenza che riceve - tra le altre - le acque rilasciate dalla centrale idroelettrica nascosta nel ventre del Monte Gazza (il massiccio posto a sud della Paganella). Si tratta di una delle centrali ipogee più grandi d'Europa. La modesta costruzione che si scorge all'esterno, dove si trova l'ingresso, non rende onore alla straordinaria costruzione che si trova invece all'interno della roccia. Una volta varcato il cancello, infatti, si percorre un grande tunnel lungo circa 400 metri e - una volta arrivati in fondo - si apre l'enorme sala delle turbine, il cui vano potrebbe ospitare addirittura il Duomo di Milano!
Dal Lago di Santa Massenza, costeggiato pedalando sulla bella ciclabile fra i pini, si è quindi passati al vicino Lago di Toblino, col quale è collegato da un breve canale. Qui si è imboccato il suggestivo percorso su passerelle in legno, realizzato a sbalzo sull'acqua, costeggiando tutta la sponda ovest del lago, con passaggio per il sempre suggestivo Castel Toblino, uno degli angoli più fotografati del Trentino.
Lasciati alle spalle i due laghi, il gruppo ha quindi raggiunto la località di Sarche, che costituisce un importante crocevia per chi è diretto nelle valli Giudicarie e Rendena. Da qui, dopo essere passati in destra Sarca (che in questo luogo, dopo essere uscito dalla stretta gola del Limarò, inizia il suo percorso finale verso il Lago di Garda), si è puntato verso sud, percorrendo una strada di campagna che corre alle pendici del Monte Casale, fino a raggiungere la località di maso Gobbo. Qui si è tornati su asfalto, imboccando la pista ciclabile che costeggia la sponda sinistra del fiume Sarca, in direzione sud. Raggiunto il paese di Pietramurata, si è saliti verso l'altura del Ciclamino (dove si trova il famoso crossodromo), per poi proseguire su un bellissimo sentiero che corre a monte della statale gardesana, con stupendi scorci sulla valle che si distende verso il Garda settentrionale.
Dopo un divertente saliscendi, si è quindi arrivati alle porte di Dro, dove il tracciato si è lasciato alle spalle il bosco per entrare negli uliveti, i più settentrionali d'Europa visto che oltre queste latitudini la coltivazione dell'olivo - tipica pianta mediterranea - non riesce a resistere. Proseguendo fra gli antichi muretti a secco, si è arrivati quindi a lambire l'abitato di Dro, per poi proseguire, sempre fra gli uliveti, fino alla frazione di Ceniga, dove era previsto il c.d. "giro di boa".

Dopo aver attraversato nuovamente il Sarca sull'antico ponte romano, infatti, il gruppo è entrato nel suggestivo paesino di Ceniga (con passaggio sotto alcuni porticati), per poi tornare verso nord, utilizzando una strada interpoderale che ha condotto nuovamente al capoluogo di Dro, facendoci sbucare nella piazza centrale del paese. Da qui si è proseguito sulla nuova pista ciclabile, arrivando alla ex Centrale di Fies (riconoscibile per via della sua imponente struttura merlata che la fa assomigliare più ad un castello che ad un ex edificio industriale).

Dalle centrale (la cui struttura è oggi sede di rinomate rappresentazioni teatrali), si è quindi proseguito verso nord, in direzione del colle del Gaggio. Oggi questa piccola altura è attraversata da una pista ciclabile asfaltata, ma chi ha partecipato ai primi Taverna-Tour ricorderà certamente il bellissimo sentiero sterrato (vedi la foto sotto) che passava in questi luoghi, oggi in gran parte scomparso.
Una volta raggiunta la sommità del colle del Gaggio, per gran parte ricompreso nell'area protetta del Biotopo delle Marocche di Dro, si è scesi verso il paese di Pietramurata, per poi proseguire sulla pista ciclabile lungo il Sarca, in direzione inversa rispetto al passaggio precedente. Poco a nord del paese, però, la ciclabile è stata abbandonata per proseguire a destra sulla poco trafficata viabilità ordinaria, in mezzo ai vigneti della piana di Sarche, fino a raggiungere nuovamente Pergolese, dove si è chiuso il tour di circa 36 km.
Il gruppo del tracciato soft - dopo aver percorso il tratto iniziale assieme al gruppo classic - dal cementificio di Ponte Oliveti ha proseguito sulla viabilità ordinaria fino a Sarche, per poi costeggiare anch'esso, ma in direzione inversa, il Lago di Toblino e poi il Lago di Santa Massenza, dove i due gruppi si sono riuniti per una foto di gruppo in riva allo specchio d'acqua.
Dopo una bella sosta sulle curate spiagge erbose, la decina di biker e trekker presenti hanno quindi ripercorso in senso inverso la strada fino a Sarche (costeggiando nuovamente i laghi di Santa Massenza e Toblino) per poi proseguire sulla ciclabile lungo il Sarca, fino a Pietramurata. Da qui è stata raggiunta la località Lago di Cavedine (posta poco a nord dello specchio d'acqua), per poi rientrare a Pergolese passando alle pendici del colle che separa la Valle dei Laghi dalla Valle di Cavedine.
I due gruppi si sono quindi riuniti nuovamente alla cantina, dove è stata consumata la merenda post-pedalata. Pane, affettati in gran quantità, formaggi, verdure sottaceto e - ovviamente - vino.
Marco e Stefano Pisoni, gli attuali conduttori dell'azienda fondata nel 1852 dagli antenati dei due cugini, hanno presentato prima il binomio San Siro rosso e San Siro bianco. Diciamo subito che con il calcio, il nome non c'entra nulla! San Siro, infatti, non è riferito allo stadio che è teatro delle gesta sportive di Milan ed Inter, ma all'omonima collina che si trova ad est di Pergolese, dove la famiglia possiede dei terreni vitati e sulla cui sommità c'è un'antica chiesetta romanica dedicata, appunto, a San Siro. Si tratta, in entrambi i casi, di due uvaggi, ottenuti da 50% cabernet sauvignon e 50% merlot nel caso del San Siro rosso (affinato per almeno 12 mesi in botti di rovere), e da 50% chardonnay e 50% pinot bianco nel caso del San Siro bianco, affinato 3-4 mesi in fusti d'acciaio e poi maturato 2-3 mesi in bottiglia. Tanto è corposo e forte il rosso, tanto è profumato e fruttato il bianco.
Poi si è passati al Rebo, un'uva che ha preso il nome da Rebo Rigotti, ricercatore dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige che negli anni '50 ottenne dei nuovi ceppi attraverso l'unione di un vitigno autoctono come il Teroldego ed uno internazionale come il Merlot. Il vino Rebo è molto corposo, ricco, di colore rosso scuro e si adatta molto all'affinamento in barrique.
Poi - dopo la visita alla storica struttura della cantina e della distilleria - è arrivato il momento del dolce (torta di fregolòti e strudel) e con esso quello del Vino Santo Trentino Doc, prodotto esclusivamente nella Valle dei Laghi. Si tratta di un passito il cui nome deriva dalla Settimana Santa, in cui tradizionalmente avviene la pigiatura, dopo che i grappoli di uva Nosiola, vendemmiata tardiva, vengono fatti appassire su dei graticci in legno (chiamati in dialetto arèle), posizionati in locali sottotetto ben areati, dove l'Ora del Garda (il vento che quotidianamente si alza dal lago e spinge verso nord, percorrendo tutta la valle per poi imboccare il Bùs de Vela e andare a terminare la sua corsa nella Val d'Adige), asciuga i chicchi evitandone la marcitura. Dopo 6-7 mesi rimane davvero poco dentro gli acini (la resa è infatti attorno al 4%), ma ciò che rimane è un nettare divino, dal quale si ottiene questo prezioso vino da meditazione, dal profumo inconfondibile e dal bellissimo colore ambrato, ottimo con la pasticceria secca.
Il gruppo ha levato le tende verso le 17:00, non prima di aver fatto scorta di qualche souvenir (alias: aver comprato qualche bottiglia degli ottimi vini Pisoni), dandosi appuntamento alla prossima avventura!
				.gif) Ora 
						il prossimo impegno ufficiale, l'uscita di chiusura del 
				programma trekking, è previsto per 
						domenica 9 novembre 
						con il suggestivo 
				sentiero dei Vecchi Mestieri, 
				in valle di Cembra. Un tracciato che si sviluppa nel territorio 
				dei comuni di Grauno, Sover e Grumes e che si può idealmente 
				dividere in due parti: la prima a sfondo naturalistico, con il 
				passaggio in un ambiente selvaggio come quello della gola del 
				Torrente Avisio, la seconda di tipo storico-etnografico, in 
				quanto toccherà numerosi siti ove un tempo fervevano attività 
				economiche come mulini, fornaci, fucine, ecc. , tutte alimentate 
				sfruttando la forza dell'acqua.
Ora 
						il prossimo impegno ufficiale, l'uscita di chiusura del 
				programma trekking, è previsto per 
						domenica 9 novembre 
						con il suggestivo 
				sentiero dei Vecchi Mestieri, 
				in valle di Cembra. Un tracciato che si sviluppa nel territorio 
				dei comuni di Grauno, Sover e Grumes e che si può idealmente 
				dividere in due parti: la prima a sfondo naturalistico, con il 
				passaggio in un ambiente selvaggio come quello della gola del 
				Torrente Avisio, la seconda di tipo storico-etnografico, in 
				quanto toccherà numerosi siti ove un tempo fervevano attività 
				economiche come mulini, fornaci, fucine, ecc. , tutte alimentate 
				sfruttando la forza dell'acqua.  
						
						
						
						 
						
 
						
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				 | i dati tecnici | 
Complessivamente sono stati percorsi circa 36 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 500 metri. L'altimetria è molto "nervosa", senza lunghe salite ma con un continuo saliscendi fino al punto più basso del tracciato, nella frazione di Ceniga di Dro. Da lì, dopo un tratto in falsopiano fino alla ex centrale di Fies, c'è la salita sul colle del Gaggio, con uno strappo cementato al 20%. Km finali pianeggianti, nelle campagne fra Pietramurata e Pergolese.
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 Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare | .............. | scarica qui il file 
					in formato kml per vedere il tracciato con  | 
| 
				 | le immagini | 
	
	
	
	.gif) Il ritrovo e 
	... il Nutella-Party !
	Il ritrovo e 
	... il Nutella-Party !
	
	
	Il cielo, sopra il Monte Casale, è azzurro come nelle cartoline. Ci attende 
	una giornata splendida ...
	
	
	Il ritrovo, a partire dalle ore 10:00, è presso la cantina Pisoni, a 
	Pergolese
	
	
	Piano piano i soci iniziano ad arrivare e si preparano 
	le bici per il via
	
	
	Novità 2014: prima della partenza (sposta nelle ore calde verso il 
	mezzogiorno) c'è la colazione
	
	
	Pane, Nutella, marmellata, succo di mela ...
	
	
	Scatta l'assalto ...
	
	
	
	Come sono cioccolatosi i Rinco stamattina ...
	
	
	Si spalma alla grande
	
	
	Gli "innovatori": Nutella spalmata non sul pane ma ... sulle fette di mela!
	
	
	"Mmmmmmh, non sapete cosa vi perdete" - Ok, ok, vi crediamo sulla 
	fiducia ...
	
	
	Rinco Starr va sul tradizionale: "mmmmmmmh, che bòn!"
	
	.gif) La pedalata
	
	La pedalata 
	
	
	(tratto Pergolese-S.Massenza)
	
	
	La foto di gruppo prima del via: 47 biker pronti a scalpitare, carichi di 
	energie dopo la ricca colazione!
	
	
	Sono le 11:00, si comincia
	
	
	I due gruppi (classic e soft) percorrono il primo tratto 
	assieme, iniziando lungo il canale Rimone
	
	
	Si costeggia il canale derivato dal Sarca, pedalando in un bell'ambiente 
	campagnolo
	
	
	La lunga (e doppia!) fila dei Rinco
	
	
	Passiamo il ponte che ci porta sulla riva destra del canale
	
	
	Arriviamo al cementificio di Ponte Oliveti. Qui il gruppo soft si 
	stacca per proseguire su strade asfaltate
	
	
	Si prosegue fino alla località il cui toponimo fa un evidente riferimento 
	alla coltivazione dell'olivo
	
	
	Si attraversa nuovamente il canale
	
	
	Ora si prosegue verso nord, su strada sterrata
	
	
	Il canale visto dall'alto
	
	
	Poco più avanti arriva la prima salita tosta del tour: breve, ma molto 
	intensa
	
	
	Qualcuno è costretto a scendere di sella e così si forma il tappo: tutti a 
	piedi ...
	
	
	La rampa cementata dove si supera il 20%
	
	
	Manuela impegnata sul tratto finale della ripida 
	ascesa
	
	
	C'è chi la fa a piedi e chi ... sbanda!
	
	
	Si tira il fiato in cima ai ramponi
	
	
	Ora si prosegue in leggera discesa fra i vigneti. Siamo a monte del lago di 
	Toblino (a sinistra, dietro il colle)
	
	
	Si pedala fra i vigneti e fra gli ulivi (sullo sfondo, il Monte Casale)
	
	
	Il passaggio nei presso di un vecchio maso
	
	
	La campagna inizia ad assumere la colorazione autunnale
	
	
	Ora si scende verso la località "Due Laghi"
	
	
	Cristina, uno dei tanti trekker presenti oggi in sella
	
	
	La stradina scende con diversi ripidi tornanti
	
	
	La sosta in fondo alla discesa, per ricompattare il gruppo
	
	
	Entriamo nel paese di Padergnone
	
	
	Si sale verso il centro del paese, mantenendo rigorosamente la destra in 
	fila indiana
	
	
	In piazza si svolta a sinistra, in direzione di Santa Massenza
	
	
	Si passa sotto il viadotto della statale gardesana. 
	Sullo sfondo, la Paganella con le antenne TV
	
	
	La discesa verso il lago di Santa Massenza
	
	
	Arriviamo a Santa Massenza (che è frazione di Vezzano, il paese posto poco 
	più a nord)
	
	
	Lasciamo la strada comunale e scendiamo verso lo 
	specchio d'acqua
	
	
	Qui inizia una bella (seppur breve) ciclabile che costeggia la sponda 
	nord-occidentale
	
	
	Imbocchiamo il percorso
	
	
	Si pedala a pochi metri dall'acqua
	
	
	Woody Allen ... in passerella!
	
	
	Panorama sul Lago di Santa Massenza
	
	
	La lunga fila si snoda sulla pista
	
	
	Anche qui i colori dell'autunno iniziano a farsi vedere
	
	
	Arriviamo sulla sponda ovest
	
	
	Qui c'è l'appuntamento con il gruppo del Taverna-soft
	
	
	Poco dopo, eccoli arrivare
	
	
	Una foto di gruppo sul piccolo pontile. Ora le strade si divideranno di 
	nuovo
(tratto S.Massenza-Pietramurata)
	
	Si riprende a pedalare, in direzione di Toblino
	
	Alla rotonda in località "Due laghi", posta sullo stretto braccio di terra 
	che separa i due bacini
	
	Ora si costeggia il Lago di Toblino
	
	Percorriamo il suggestivo tracciato sulle passerelle di legno
	
	Dove non si pedala sospesi sull'acqua, si pedala a due passi ... dall'acqua!
	
	Il sentiero costeggia tutta la sponda occidentale del lago
	
	Splendido panorama sul castello, costruito su una 
	piccola penisola che si protende verso est
	
	Rinco allo specchio
	
	Che giochi di luce e di colori con le foglie ingiallite
	
	Si prosegue verso Sarche
	
	
	Ancora sulle passerelle in legno
	
	
	Qui il tracciato passa all'interno di un canneto
	
	
	Fra i vigneti in riva al lago
	
	
	Sul tratto a sud del castello
	
	
	Se ci si volta, si vede questo ...
	
	
	Il tratto finale delle passerelle
	
	
	Brücke 
	
	
	Posto pericoloso per i biker alti ...
	
	
	Dopo il lago, il tracciato prosegue a bordo della statale
	
	
	L'arrivo a Sarche
	
	La gola del Limarò. Qui il sarca esce dalle valli 
	Giudicarie e si getta nella valle del Sarca, fino al Garda
	
	Sul ponte della statale
	
	Ora si proseguirà sulla vecchia statale (che passava in destra Sarca prima 
	che venisse costruito  il ponte)
	
	Si riprende a pedalare
	
	Ora si passa nuovamente su sterrato
	
	Proseguiamo verso sud, pedalando fra i muri a secco 
	che delimitano i terreni
	
	Con il caldo sole in faccia, proseguiamo alle pendici del Monte Casale
	
	A Maso Gobbo si passa in sinistra Sarca
	
	Il fiume visto dal ponte
	
	
	Imbocchiamo la pista ciclabile che costeggia il fiume
	
	
	Percorriamo qualche km in tranquillità, sulla comoda e soleggiata pista
	
	
	Arriviamo in prossimità di Pietramurata
	
	
	Utilizzando il bel ponte ciclabile, passiamo 
	nuovamente in sponda destra
	
	
	Si tratta di una struttura ad arco, realizzata in acciaio
	
	
	Il Sarca, qui, scorre placido ...
	
	
	Il ponte dall'angolo opposto
	
	
	Entriamo a Pietramurata
	
	
	Qui si farà un'altra breve sosta, per riempire le borracce alla fontana, e 
	poi via ...
(tratto Pietramurata-Ceniga)
	
	
	A Pietramurata, nuovo check point per ricompattare il gruppo
	
	
	In fila per l'acqua del Sindaco ...
	
	
	Si riparte, direzione sud
	
	
	Lady-Rinco sbracciate, con questo caldo ... fuori stagione!
	
	
	Da Pietramurata si sale verso il colle del Ciclamino, per poi deviare a 
	sinistra
	
	
	Si imbocca un bel sentiero che corre a monte della strada statale
	
	
	Le bici corrono sul veloce e compatto sterrato
	
	
	Poi, più avanti, il fondo si fa subito più sassoso
	
	
	Questo tratto sarà tutto un sali-scendi, con brevi salite alternate a 
	falsipiani e discese
	
	
	Passaggio panoramico sulla Valle del Sarca (con una troticoltura in primo 
	piano, in basso)
	
	
	La lunga fila si snoda sullo stretto sentiero
	
	
	Alcuni tratti di discesa sono leggermente tecnici, ma nulla di pericoloso (basta 
	nàr piàn ...)
	
	
	Capelli d'Argento concentrato in una discesa
	
	
	Arriviamo ad un bivio e si fa un'altra breve sosta per attendere l'arrivo di 
	tutto il gruppo
	
	
	Incontriamo una coppia con un asinello e Alvaro lo vuole fare subito 
	"Rinco-Onorario" !
	
	
	Giochi di luci e di colori con le foglie arrossate dall'autunno
	
	
	Si riprende la pedalata, in direzione Dro
	
	
	Ora il sentiero si è allargato, diventando un comoda strada forestale
	
	
	Il Presidente in sosta ad ammirare il panorama
	
	
	Di fronte c'è l'enorme massa di pietre delle Marocche di Dro, originata da 
	una frana in epoca glaciale
	
	
	I grossi massi, del resto, ci sono anche qui, alle pendici del Monte Brento
	
	
	Arriviamo sotto una grande parete rocciosa. Siamo sotto il Monte Brento e 
	lassù ...
	
	
	... c'è il Becco dell'Aquila, tristemente famoso perchè molti base jumper 
	(che qui accorrono da tutta Europa)
	hanno trovato la morte sfracellandosi contro le rocce dopo essersi gettati 
	nel vuoto con il paracadute ...
	
	
	 
 
	
	A sx, un'immagine ripresa dal Becco dell'Aquila, durante un lancio 
	(il cerchietto rosso indica il punto di
	dei Rinco, dove è stata scattata la foto sopra).  A dx, elicottero del 
	118 in azione durate l'ultimo incidente
	mortale, avvenuto il 16 agosto scorso, a soli 4 giorni da quello precedente, 
	avvenuto il 12 agosto. 
	
	
	Riprendiamo la nostra pedalata, imboccando la discesa
	
	
	Il fondo compatto e la strada larga invitano a lasciar correre le MTB ...
	
	
	La discesa, però, dura poco. In questo alternarsi di pendenze, ecco un'altra 
	salitella ...
	
	
	Un'ultima fatica prima di arrivare allo scollinamento ...
	
	
	Ed eccoci qui, a goderci l'ennesimo bel panorama
	
	
	In primo piano l'abitato di Dro. Più avanti, la Rocca di Arco e il Garda
	
	
	Una breve sosta per ricompattare le fila. Intanto ci godiamo il bel sole !
	
	
	Si riparte e si punta verso Dro, in fondo alla discesa
	
	
	Anche qui la strada è compatta e larga e si procede velocemente
	
	
	Si prede velocemente quota, procedendo verso il fondo valle
	
	
	In fondo alla discesa, poco a nord di Dro, il paesaggio cambia perchè dal 
	bosco si passa agli olivi
	
	
	Avanziamo in questo "lembo di Mediterraneo" incuneato fra le Alpi
	
	
	Procediamo sulle antiche carrarecce, delimitate dai muri a secco
	
	
	Arriviamo a Dro, percorrendo la vecchia SS 45bis, che fino alla costruzione 
	della tangenziale passava qui
	
	
	Da Dro, senza entrare in paese, si prosegue verso sud, sempre su strade di 
	campagna
	
	
	Ancora olivi, sembra di essere su qualche collina del centro-sud Italia
	
	
	Procediamo compatti, ora in pianura, sulla bella strada bianca
	
	
	Ormai non manca molto al "giro di boa", situato nella frazione di Ceniga
	
	
	Un ultimo strappetto ...
	
	
	... ed eccoci sulla strada asfaltata che porta in paese
	
	
	Gli olivi hanno lasciato il posto ad uva e kiwi, altri prodotti molto 
	diffusi nelle Valli del Sarca
	
	
	Arriviamo al ponte romano di Ceniga. Un'opera che sta lì da 2000 anni ed è 
	tuttora utilizzata
	
	
	Incredibile ma vero! Le scene che non abbiamo visto quest'estate a causa del 
	maltempo continuo, cioè
	la gente stesa al sole in costume sulle rive di laghi e fiumi, le vediamo 
	ora, ad ottobre inoltrato !!!
	
	
	Al ponte romano di Ceniga si vira di 180° gradi e si torna verso nord
(tratto Ceniga-Pergolese)
	
	
	Dal ponte sul Sarca, puntiamo verso il suggestivo borgo
	
	
	 
	
	Imbocchiamo la stretta "Via dei Porticati" e capiamo subito l'origine 
	del toponimo ...
	
	
	Pedaliamo in tranquillità fra le strette viuzze
	
	
	La vecchia fontana del paese
	
	
	La chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, di origine romanica
	
	
	 
	
	
	Ancora viuzze e portici ..
	
	
	 
	
	Un ultimo passaggio sotto un arco in pietra ...
	
	
	... poi si imbocca un vicoletto che porta fuori dal paese
	
	
	Lasciata Ceniga, proseguiamo verso nord, su strade di campagna
	
	
	Passiamo in mezzo ai vigneti
	
	
	Uno strappetto "in trincea", fra due alti muri a secco
	
	
	La colonna dei Rinco
	
	
	Ora la carrareccia prosegue in falsopiano verso nord, sempre fra due muri in 
	sasso
	
	
	Entriamo nel paese di Dro, che in precedenza avevamo solo lambìto
	
	
	La bella piazza, con le due chiese. Quella sconsacrata, dedicata ai S.S. 
	Sisinio, Martirio e Alessandro 
	(a sinistra) e quella parrocchiale dell'Immacolata, realizzata nella seconda 
	metà dell'800 (a destra)
	
	
	
	
	Anche a Dro non mancano gli scorci suggestivi ...
	
	
	Usciamo da Dro e imbocchiamo la ciclabile
	
	
	Il Castello di Drena e - sullo sfondo - il Monte Cornetto (una delle Tre 
	Cime del Bondone)
	
	
	Ci lasciamo alle spalle Dro e puntiamo verso il Colle del Gaggio
	
	
	Percorriamo la nuova ciclabile realizzata pochi anni or sono
	
	
	Passiamo sopra alcune opere idrauliche a servizio della centrale elettrica
	
	
	L'area ricade nella Riserva Naturale delle "Marocche di Dro"
	
	
	E a ricordare che siamo nelle Marocche, ecco un bel masso in mezzo alle due 
	corsie della ciclabile !
	
	
	Proseguiamo veloci sul gradevole percorso ondulato
	
	
	Arriviamo al'ex centrale idroelettrica di Fies, oggi sede di importanti 
	rappresentazioni teatrali
	
	
	La centrale, di pregevole fattura, ricorda più un castello che un edificio 
	industriale
	
	
	
	in uso oggi (adottata nel 2011, al centro) e quella utilizzata nelle 
	stagioni 2008-2010 (a destra)
	
	
	Riprendiamo a pedalare (ma dei calzini fluo di Lucky Luke, vogliamo 
	parlarne?)
	
	
	Arriviamo al temibile strappo del 20%, l'unico punto impegnativo della 
	ciclabile che attraversa il Gaggio
	
	
	
	
	Il fondo cementato per aumentare il grip, specie quando è umido. Fino 
	a qualche anno fa, era sterrato ...
	
	
	Rapportino e via, pedalare ...
	
	
	Un altro enorme masso di pietra calcarea, una costante del paesaggio di 
	questa zona
	
	
	L'ultimo tratto del rampone
	
	
	Ora si procede su un divertente e leggero saliscendi
	
	
	Per realizzare la ciclabile si è proceduto ad un bel disboscamento ...
	
	
	Proseguiamo la pedalata in leggera salita
	
	
	L'ultimo tratto di ascesa, prima di arrivare alla sommità del colle
	
	
	Arrivati in cima, una breve sosta per ricompattare le fila
	
	
	Ora ... inizia la discesa !
	
	
	E via, lasciando correre le MTB sul veloce nastro d'asfalto
	
	
	Laparte finale del Gaggio
	
	
	Ora si punta verso Pietramurata
	
	
	Percorriamo ancora un km in falsopiano
	
	
	Ed eccoci al bivio per il paese
	
	
	Proseguiamo verso nord, lasciando il colle del Gaggio alle nostre spalle
	
	
	Nel centro di Pietramurata, il cui toponimo si rifà all'origine del borgo, 
	nato da alcune case che vennero
	costruite a ridosso di un grande masso che emergeva dalle paludi 
	circostanti: la pietra ... murata
	
	
	Anche a Pietramurata (come nei precedenti passaggi a Ceniga e Dro) il 
	portico è un elemento ricorrente
	
	
	Imbocchiamo la ciclabile del Sarca, in senso opposto rispetto al passaggio 
	precedente
	
	
	Poco dopo, abbandoniamo la ciclabile per deviare a destra nelle campagne, in 
	direzione di Pergolese
	
	
	Arriviamo a Pergolese quando sono ormai le 14:20
	
	
	Il rientro alla cantina Pisoni
(il Taverna-Soft)
	
	
	Nel tratto Pergolese-Ponte Oliveti, il gruppo soft ha pedalato assieme agli 
	altri. Qui il Bagnino con il figlio
	
	
	Mentre il gruppo classic arrancava sui ripidi sterrati verso Padergnone, il 
	gruppo soft ha raggiunto il 
	Lago di Santa Massenza in tutta tranquillità, pedalando su strade, 
	ciclabile, passerelle in legno ...
	
	
	La foto di gruppo sul pontile
	
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	Dopo un giretto al lago, si rientra verso sud
	
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	Ancora il Bagnino, con il figlioletto sul seggiolino
	
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	Luciana
	
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	Giada
	
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	Il passaggio al Lago di Toblino, sulle passerelle in legno
	
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	In questa stagione non c'è il movimento turistico che si trova invece 
	l'estate, quando passare 
	qui in bici sarebbe assai problematico per via del grande afflusso di 
	escursionisti a piedi
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	Si prosegue verso il castello
	
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	Passaggio fra i vigneti
	
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	Foto di gruppo a Castel Toblino
	
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	Si riparte, ooooh yeah !
	
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	Ancora splendidi scorci del lago in versione autunnale
	
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	Stop! C'è un tappo ...
	
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	Qui il sentiero sale con un sassoso zig-zag ed è meglio farla a piedi
	
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	Pronti per ripartire
	
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	Max al passaggio nei pressi dell'antico Maso Toresèla (che deve il suo nome 
	alla piccola torre esistente)
	
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	Folta presenza rosa, oggi, nel gruppo del Taverna-Soft
	
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	L'arrivo a Sarche
	
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	Questo cartello, a quest'ora, è un vero attentato all'integrità morale dei 
	biker !
	
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	Si riparte. Ed ecco i "Tavernelli", Mirko e Gabriele
	
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	Mara & Max
	
	
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	.jpg)
	Ops! Il fotografo è caduto (ma è riuscito lo stesso a scattare ...). 
	Ed ecco il risultato su gomito e ginocchio ... 
	
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	Nulla di grave, sol en pàr de groste ... E così si riparte
	
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	Sulla ciclabile Sarche-Pietramurata
	
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	Da Pietramurata si taglia verso est, raggiungendo Lago di Cavedine. Rinco 
	allo specchio ...
	
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	Da qui si torna verso nord
	
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	Si pedala sulla poco trafficata provinciale che costeggia il dosso fra la 
	Valle di Cavedine e la Valle dei Laghi
	
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	Arrivati con congruo anticipo. Ma quando arrivano gli altri ???
| Alla cantina |  | 
|  | |
		
		 la merenda
        la merenda      
		
	
	
	La tavolata, preparata con cura, è pronta
	
	
	"Materia prima", a quanto pare, ce n'è in abbondanza ...
	
	
	E allora, che inizino le danze!
	
	
	Panoramica dei due grandi tavoli
	
	
	
	
	La macchina "lavora" alla grande e Marco Pisoni porta in tavola!
	
	
	Una selezione di formaggi e salumi locali, che si sposano 
	perfettamente con i vini proposti
	
	
	Big Bobby vuole farsi un mega hot dog ?
	
	
	L'angolo del gruppo soft
	
	
	L'angolo dei soci VIP (Veci in Pensiòn)
	
	
	Marco Pisoni illustra le caratteristiche del vino che si sta servendo
	
	
	Racconta della collina di san Siro, dove si trova l'omonima chiesetta, da 
	cui prendono il nome sia il San Siro
	rosso (50% cabernet sauvignon e 50% merlot) che il san Siro 
	bianco (50% chardonnay e 50% pinot bianco)
	
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	Il San Siro bianco, tra l'altro, può fregiarsi dell'appellativo di "Vino da 
	messa"
	
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	Ecco la lettera con la quale la Curia Arcivescovile di Trento dichiarava che 
	l'allora titolare dell'azienda,
	Giulio Pisoni (nonno degli attuali gestori), aveva prestato giuramento "di 
	fornire ai  Reverendi Curatori
	d'anime vino genuino di vite di proprio prodotto per la celebrazione del 
	Divin Sacrificio". Era il 23 luglio 1930.
	
	
	Ed ecco che Giusy e il Ciga vogliono imitare il Divin Sacrificio ...
	
	
	La "tavolata est"
	
	
	La "tavolata ovest"
	
	
	Brücke sorpreso a sganasciare. Una vera novità ...
	
	
	L'angolo trevigiano
	
	
	Stefano Pisoni intento a stappare il Rebo
	
	
	Marco Pisoni, con alle spalle proprio il vigneto dal quale è stata 
	vendemmiata l'uva del vino che ha in
	mano, descrive le caratteristiche di questo prodotto, ottenuto dall'unione 
	dei ceppi di teroldego e di merlot 
	
	
	Ancora una panoramica sui tavoli
	
	
	Che occhietti Presidente. Non è che abbiamo esagerato ?
	
	
	Quest'altro - invece - non smette più di ridere ... Sarà colpa di quel 
	liquido rosso in primo piano ?
	
	
	Come maneggia il decanter il Dori ...
	        
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la visita all'azienda
	
	Dopo la merenda, andiamo a visitare la struttura dell'azienda che, come 
	ricorda questa bella scritta
	lavorata in rame, appesa alla facciata della casa, esiste fin dal 1852, ai 
	tempi dell'Impero Austro-Ungarico
	
	Si parte da alcuni storici alambicchi, i primi utilizzati nell'attività di 
	distillazione, conservati nel cortile
	
	Ecco le preziose reliquie, testimoni di oltre 160 anni di attività
	
	Entriamo nella "grotta dello spumante", ricavata da un rifugio antiaereo 
	della 2ª guerra mondiale
	
	Qui sotto, nelle viscere della roccia, la temperatura è costantemente su 
	valori di 8-10° C
	
	Qui sono stoccate decine di migliaia di bottiglie di spumante Trentodoc, che 
	sta riposando sui lieviti ... 
	
	
	
	
	Per il disciplinare di produzione dovranno rimanere qui almeno 15 
	mesi (24 per il "millesimato", 36 per la "riserva")
	
	Terminata la visita alla grotta, usciamo all'aperto, con uno sbalzo di 
	almeno 15° C !!!
	
	Dalla "grotta dello spumante" passiamo alla cantina ...
	
	
	La chiave di volta dell'arco reca la data del 1852, quella di fondazione 
	dell'azienda
	
	
	A fianco dell'ingresso, una targa più moderna riporta l'emblema dell'azienda 
	Pisoni
	
	
	Marco Pisoni si sofferma davanti alla gigantografia di alcuni suoi antenati, 
	che hanno combattuto in armi
	per l'esercito imperiale austriaco. Fino al 1918, infatti, il Trentino era 
	parte dell'Impero Austro-Ungarico
	
	
	Ci addentriamo nell'antica bottaia 
	
	
	L'incisione "Wien", Vienna, su una delle botti, di provenienza austriaca
	
	
	Le vecchie botti, alcune delle quali risalenti addirittura a fine '800 
	(vedasi iscrizione della prima a sx)
	
	
	I Rinco osservano curiosi questa enorme botte da 30 ettolitri
	
	
	Marco Pisoni continua il suo interessante racconto ...
	
	
	Qui siamo invece nella bottaia del Vino Santo Trentino Doc, un passito 
	prodotto solo nella zona di Sarche
	
	
	Pisoni spiega come viene prodotto questo vino liquoroso, che si abbina 
	benissimo con i dolci secchi
	
	Passiamo ora nella sala delle pupitres, termine francese che 
	identifica i cavalletti di legno ove le bottiglie
	di spumante vengono riposte dopo il periodo di maturazione. Qui, con il 
	collo in giù, si depositano i lieviti
  esausti, con il c.d. remuage, ovvero la rotazione periodica della 
	bottiglia che viene girata di qualche grado 
	
	Pisoni racconta come il remuage, nell'azienda, venga ancora fatto a 
	mano. Circa 5000 bottiglie al giorno ... 
	
	Dopo il remuage arriva la sboccatura (degorgement), cioè 
	l'eliminazione dei lieviti esausti che si sono
	radunati nel collo della bottiglia. Le bottiglie vengono inserite a testa in 
	giù in questo supporto, in modo
	che il collo della bottiglia si immerga in un liquido refrigerato (Pisoni 
	usa la grappa!). 
	
	In questo modo - ci viene spiegato - i lieviti diventano un blocco che 
	appena si toglie il tappo a corona
	viene espulso per effetto della pressione creatasi nella bottiglia. 
	Immediatamente, dopo il rabbocco, viene 
	inserito con l'apposita macchina il tappo di sughero, tenuto fermo dalla 
	gabbietta in metallo.
	
	
	Ora si passa alla distilleria della grappa. Qui c'è la vasca dove vengono 
	riposte le vinacce
	
	
	
	
	Tra gli enormi alambicchi in rame, Pisoni ci descrive come avviene la 
	distillazione
	
	
	Le colonne di rettifica
	
	
	
	
	Proseguono le spiegazioni, seguite con molto interesse
dulcis in fundo ...
	
	E alla fine, arriva il momento del dolce. Ecco una squisita torta de 
	fregolòti ...
	
	... e poi anche l'immancabile strudel
	
	
	
	C'è chi taglia e c'è chi mangia ...
	
	Con il dolce ci vuole il Vino Santo
	
	A quanto pare mette allegria ...
	
	Dorty full-optional: mano destra Vino Santo, mano sinistra strudel, 
	in bocca la torta de fregolòti ...
	
	Anche il Bagnino apprezza l'abbinamento
	
	La bella giornata volge al termine ...
	
	Per Dori One (che non deve guidare) c'è il bicchiere della staffa. E 
	che contènt ...
	
	Certo che anche l'occhietto di Lucky Luke ... Meno male che guida 
	Alessandra !
	
	All'interno del locale, i prodotti Pisoni in esposizione
	
	Il Presidente prova a fare il piazzista ...
	
	E così si va a casa col souvenir ...
	
	  
	
	E per finire, ci vuole un buon caffè.                                       
	Perchè il caffè è un piacere, ma si nun è 'bbono
	Ammazza che pezzo di barista !                                         
	che piacere è? (Nino Manfredi, pubblicità Lavazza)
| E grazie al Taverna per l'ennesima bella giornata! | |
| Alla 
prossima, 
			
			con il Taverna-Tour n° 12 ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |  |