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PROGRAMMA ORDINARIO MTB 2014: 2ª USCITA

Questa sì, è primavera!
Dopo una Pasqua assai piovosa e un periodo a cavallo dei ponti del 25 aprile e 1° maggio caratterizzato da forte instabilità, finalmente una giornata di sole con cielo terso come nelle cartoline! E' andato così in scena, con il Giro della Bassa Anaunia, il 2° appuntamento del programma bike 2014. Prossimo appuntamento ancora in Val di Non (17/5), con il Bike & Trekking di Monte Ozolo.

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i presenti

 

 

SOCI
         
OSPITI        
   

 

la cronaca

04/05/2014. E' ripresa oggi, dopo un mese di sosta (con in mezzo festività pasquali, 25 aprile, 1° maggio ...), l'attività sportiva dei Rinco Boys che a 4 settimane dalla bella uscita di trekking sul Sorasàss, hanno questa volta inforcato le MTB per affrontare il 2° appuntamento del programma stagionale: il Giro della Bassa Anaunia.

Dopo un periodo in cui il meteo aveva fatto le bizze, portando ancora nuova neve in quota (!!!) e tanta pioggia e freddo sui fondo valle, oggi possiamo dire che era davvero primavera, con una temperatura più che gradevole e un cielo così azzurro e terso che nemmeno nelle cartoline "taroccate" con il photoshop ...

Il gruppo si è ritrovato attorno alle 8:45 in loc. Maso Milano, proprio all'imbocco della Val di Non. La ventina di biker presenti ha mosso le prime pedalate poco dopo le 9:00, iniziando a salire nella parte inferiore della Valle dello Sporeggio, solcata dall'omonimo torrente che scende dal Gruppo del Brenta e va a confluire nel Noce vicino alla Rocchetta.

Questo primo tratto era già stato percorso nel maggio del 2011, in occasione del Giro di Castel Belfort, che aveva portato i Rinco fino a Cavedago. Questa volta, come si vedrà in seguito, la  salita nella valle dello Sporeggio si è fermata prima (in loc. Crocifisso, ndr) , per poi deviare verso la bassa Val di Non ...

Da Maso Milano si è saliti dolcemente fino alla vicina Baita Marnara (con il laghetto per la pesca sportiva, ndr) e da lì è iniziato il primo dei tanti strappi, brevi ma intensi, che hanno caratterizzato questo itinerario, molto nervoso - come si dice in gergo - e pieno di saliscendi. La salita di Baita Marnara - ad esempio - era di soli 150 metri, ma con una pendenza vicina al 20% ha fatto passare di colpo gli ultimi sentori di fresco della mattinata frizzante, facendo cominciare a cadere i primi goccioloni di sudore!

Proseguendo fra i meleti, con un alternarsi di tratti in falsopiano e brevi salite, si è giunti a maso Tre Tini, dove è iniziato un tratto di discesa sterrata che ha portato fino al torrente, attraversato su un ponte in legno per poi proseguire sull'altro versante.  Qui è ripresa la salita, sempre in mezzo ai frutteti, che ha condotto nel suggestivo borgo di Maurina, un piccolo paese (frazione di Spormaggiore) costruito su un colle, con la strada che lo attraversa passando in un porticato sotto le case ultra-secolari.

Da Maurina è iniziata l'ennesima discesa, con un paio di tornati che hanno condotto nuovamente in riva allo Sporeggio, per poi riprendere a salire verso Spormaggiore. Un km buono di salita intensa, con 4 tornanti per scalare il ripido versante che digrada verso il fondo valle, poi - una volta giunti nella parte bassa di Spormaggiore - ancora un tratto con alternanza di discesa e salita, per giungere ancora in riva allo Sporeggio, attraversato per l'ultima volta in corrispondenza dell'ingresso nel Parco Naturale Adamello-Brenta, in località Seghe.

Il toponimo si riferisce alla fiorente attività industriale di lavorazione del legno (ma anche di qualche mulino) che nei secoli scorsi si era diffusa lungo il torrente Sporeggio e il suo affluente Rio del Molino (altro toponimo che non lascia spazio all'immaginazione ...), sfruttando la vicinanza con le foreste (fonte della materia prima) e la presenza del corso d'acqua, la cui forza era utilizzata per muovere i meccanismi delle grandi seghe "alla veneziana", con le quali si riusciva a tagliare longitudinalmente i grossi tronchi d'abete, ricavando delle apprezzate tavole, molto utilizzate nell'edilizia d'un tempo.

Oggi, di quella fiorente attività, non sono rimasti che il nome del luogo e qualche edificio disposto a fianco del corso d'acqua, alcuni dei quali abbandonati, altri restaurati e trasformati in abitazioni per le vacanze.

Passata la località Seghe, si è saliti sulla comoda strada sterrata fino alla località Crocifisso, dove si trova un quadrivio. Oltre alla strada di provenienza (da Spormaggiore), vi si incrociano infatti quella che prosegue verso Selvapiana ed Andalo, quella che a sinistra porta a Cavedago e quella che a destra, con una sorta di inversione ad U, porta verso Sporminore e la Val di Non.

Noi, che nel giro del maggio 2011 avevamo proseguito verso Cavedago, questa volta abbiamo svoltato a destra, imboccando la bella strada forestale, più avanti trasformata in sentiero, che rimanendo più in quota rispetto alla prima parte del percorso, ha portato a ripercorrere a ritroso la bassa valle dello Sporeggio, passando sopra l'abitato di Maurina per poi giungere, dopo un divertente passaggio in single-track nel bosco, fino ai ruderi di Castel Sporo, poco prima dell'abitato di Sporminore.

L'antico maniero, risalente al XII secolo ed oggi ridotto a poco più di una rovina (anche se oggetto di un recente restauro), si trovava lungo l'antica strada imperiale che collegava le Valli Giudicarie con l'Anaunia (antico nome della Val di Non). Lungo quasi duecento metri, con una larghezza compresa fra i trenta e i quaranta metri, castel Sporo, dotato di una grande torre di avvistamento e cinto da mura bastionate con baluardi agli angoli, era il più grande della valle, ancor più di Castel Belfort (situato sull'altra sponda, un po' più a monte, fra Cavedago e Spormaggiore).

In questo luogo dallo splendido panorama sulla valle,  ci siamo concessi una breve sosta, approfittandone per salire in cima alla torre, resa accessibile dopo l'intervento di restauro, con il collocamento di una scala metallica interna in luogo di quella originale in pietra, crollata a causa dell'abbandono del maniero, avvenuto verso la fine del 1700.

Dopo la sosta storico-culturale, il gruppo è tornato in sella per raggiungere - in leggera discesa - il vicino paese di Sporminore, dove è ripresa la salita fra i meleti, fino alla località Pineta. Qui è stato imboccato il bel sentiero del Lèz, ricavato dopo l'interramento dell'omonimo acquedotto irriguo che per svariati decenni - attraverso un canale a cielo aperto - aveva portato l'acqua ai meleti della Bassa Anaunia e che qualche anno fa venne intubato. L'acquedotto, seguendo l'andamento orografico delle pendici della montagna, si mantiene a monte dei meleti e appena sotto il bosco. Il sentiero che ne segue il tracciato presenta dei tratti a bassissima pendenza, alternati con alcuni strappi - alcuni dei quali con pendenze importanti, nei vari tratti di raccordo - e passa, per quanto riguarda l'itinerario da noi percorso oggi, sopra gli abitati di Lover, Campodenno, Termon e Cunevo.

Molto suggestivo il passaggio sotto l'Eremo di San Pancrazio, antico luogo religioso le cui prime notizie risalgono al 1361. La chiesetta si trova proprio sopra un colle, a monte di Campodenno, e l'acquedotto in questo punto era stato realizzato "in parete", cioè scavandone la sede nella roccia verticale. Ora che il canale è stato interrato, è rimasto un bellissimo e panoramico sentiero (messo in sicurezza con una staccionata in legno, ndr) che offre una vista spettacolare sulla bassa Val di Non, sulla Paganella, sulla Predaia e sulle cime di Vigo.

Una volta giunti a monte di Cunevo, giro di boa settentrionale del nostro tour, il sentiero del Lèz (che prosegue verso Terres, dove si infila nella montagna e con un tunnel di 2,5 km sbuca nella val di Tovel), è stato abbandonato per scendere verso il paese ed iniziare il rientro verso valle.

Prima - però - c'è stato un piacevole intermezzo gastronomico, grazie al nostro Supporter Rino il Cavaliere, nativo e residente proprio a Cunevo, che ci ha fatto trovare allo Chalet Ciclamino - bel locale nel bosco a monte del paese - un aperitivo con svariati stuzzichini che a quell'ora (era ormai passato mezzogiorno!) sono stati più che graditi.

Dopo la corposa sosta-ristoro, ringraziato e salutato il Cavaliere, i Rinco hanno iniziato la discesa, passando dapprima nel centro di Cunevo, per poi infilarsi fra le stradine interpoderali a valle del paese. Passando nei meleti si è quindi sbucati su un tornante della provinciale 73, poco prima dell'imbocco di Denno. Attraversato anche questo paese, si è scesi ancora per un tratto, fino al Rio Tuàzen, dove c'è stata da affrontare l'ultima, breve ma infida salita, che ha portato sul dosso di Quetta. Da qui in poi è stata tutta discesa, passando per l'antico Maso Sant'Angelo, con la bella chiesetta di San Michele Arcangelo (una delle più antiche della Val di Non), per poi giungere sulla SS43 della val di Non, in località Sabino.

Qui si è proceduto per circa un km a margine della statale, rimanendo per un tratto nell'ampia banchina a bordo strada e poi sul marciapiede, fino a raggiungere Cressino e da lì la vicina località di Maso Milano, dove si è chiuso il bell'anello.

Ora l'appuntamento è con un'uscita "Bike & Trekking", ancora in Val di Non, ma questa volta nella parte alta, a ridosso del confine con l'Alto Adige. Sabato 17 maggio, infatti, i Rinco saliranno a Revò, per affrontare il Giro del Monte Ozolo (bike) e la salita sul Monte Ozolo (trek).

 

i dati tecnici

Complessivamente sono stati percorsi 29 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 780 metri. L'altimetria è molto nervosa, come si dice in gergo, senza lunghe salite (mai più di 2 km consecutivi di ascesa), ma con un continuo sali-scendi, alla fine assai impegnativo, specie ad inizio stagione. GPM ai 730 metri dell'acquedotto Lèz, prima di iniziare la discesa verso Cunevo.

L'altimetria

La panoramica in 3D

La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi
ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

 

le immagini

1. la pedalata


Il ritrovo - alle 8,45 - è nel parcheggio di Maso Milano

 
Carico e scarico ...


Poco dopo le 9:00 si sale in sella


Si inizia in leggera salita, imboccando la bassa Valle dello Sporeggio


Un passaggio sul torrente, che lungo la salita verrà attraversato diverse volte


Si arriva alla Baita Marnara, dove c'è un laghetto per la pesca sportiva


Qui inizia la salita vera, con uno dei tanti strappi - brevi ma intensi - che troveremo lungo il percorso


Più avanti la strada attraversa i meleti


Ecco un altro strappo, con il fondo cementato


Si arriva a Maso Tre Tini


Qui, in corrispondenza di uno scollinamento, ci fermiamo per riunire il gruppo


Ne approfittiamo per osservare il panorama


In alto svettano le cime innevate della parte più orientale del Brenta


Dall'altro lato della valle, invece, svetta la torre di Castel Sporo, dove arriveremo in seguito


Riprendiamo a pedalare, imboccando la discesa sterrata verso il fondo valle


Si pedala fra i prati, godendosi il bel sole di questa splendida giornata primaverile


La discesa verso il torrente


Arriviamo al ponte di legno e ferro


Il nuovo attraversamento del corso d'acqua (il 2°)


Si riprende a salire fra i meleti, in uno dei pochissimi tratti fangosi incontrati sul tracciato


Lo strappo è anche in questo caso impegnativo


Nel punto più ripido - per fortuna - il fondo è cementato


Il passaggio della coda del gruppo, vista dall'alto del tornante


Si prosegue - con salita più morbida - verso Maurina


Il piccolo borgo appare davanti a noi, sopra un rilievo


Arriviamo a questo "grappolo di case", dove la strada passa sotto una di esse!


L'imbocco del porticato


La sosta nella piazzetta del piccolo paese, frazione di Spormaggiore


Facciamo un breve giretto sotto i caratteristici portici


Ne approfittiamo per riempire le borracce con l'acqua fresca


Riprendiamo a pedalare, imboccando la discesa sul versante opposto del colle


La strada scende ripida verso il torrente, che attraverseremo per la terza volta


Eccoci al ponte che ci porta sulla sponda opposta, dove inizia la salita verso Spormaggiore


Ora Maurina lo vediamo dal basso, con la sua chiesetta dal campanile in stile tirolese


Riprendiamo a salire e anche qui troviamo una pendenza tutt'altro che agevole

 
In breve si guadagna quota e il paese di Maurina torniamo a guardarlo dall'alto !


Uno dei 4 tornanti che incontriamo in questo impegnativo km che porta a Spormaggiore


La numerazione inizia dall'alto. Questo è l'ultimo ...


Infatti, ecco le case basse di Spormaggiore che ci appaiono dopo la curva


Arrivati nella parte meridionale del paese, ci fermiamo per una breve sosta


Raggiungiamo l'incrocio dove imboccheremo la strada che scende nuovamente verso il torrente


Da qui si può ammirare la piramide rocciosa del Piz Galìn, ancora ricoperto di neve


Iniziamo l'ennesima discesa


Più avanti incontriamo un tratto in falsopiano, fra un muro a secco e la vegetazione


Un'altra rampa cementata: qui c'è da sudare di nuovo ...


Infatti poco dopo arranchiamo su una bella salita al 18% ...


Il Ciga impegnato negli ultimi metri dell'impegnativo strappo


Il gruppo scollina ...


... e poi si lancia ancora in discesa


Arriviamo al ponte sullo Sporeggio, che attraversiamo per la 4ª ed ultima volta


Entriamo nel Parco Naturale Adamello-Brenta


Siamo in località Seghe, dove un tempo fioriva l'attività di lavorazione del legname


Ecco uno dei tanti opifici, ormai abbandonati, dove le "seghe alla veneziana", i cui meccanismi erano
azionati dall'acqua, tagliavano longitudinalmente i grossi tronchi d'abete, ricavando delle lunghe tavole


La strada sterrata è comoda e scorrevole


Il gruppo avanza compatto


Arriviamo alla località Crocifisso


Qui c'è un quadrivio, dove si intersecano le strade che arrivano da Spormaggiore (quella da noi percorsa),
con quelle che provengono da Cavedago e da Andalo, oltre a quella che sale a Sporminore (nella foto, a sx)


Lo Sporeggio gorgheggia fra gli alberi, carico d'acqua per via dello scioglimento della neve


Approfittiamo per ristorarci, prima di riprendere a pedalare


Si riparte


Imboccata la strada per Sporminore, iniziamo a salire nel bosco


Anche qui qualche tratto, più pendente, è stato cementato


Più avanti - in qualche punto - il fondo si fa un po' più sassoso, ma comunque non impegnativo


Il tracciato - in questo punto - è assai ombreggiato


Avanziamo fra i saliscendi


No, il gesto di Dani Alves (vedi qui) non centra nulla. E' che Lupo ... aveva una fame da lupo!


Anche qui un po' di fango, ma nel complesso il tracciato ha retto benissimo alle piogge dei giorni scorsi


Questo tratto fa parte del "Dolomiti di Brenta Bike" e ai bivi troviamo una puntuale segnaletica


Imbocchiamo un bellissimo single-track


Il sentiero attraversa in diagonale il ripido versante


Avanziamo sul divertente saliscendi


Woody Allen al passaggio su un ponticello in legno


Il sentiero è stretto, ma battuto e scorrevole


Più avanti entriamo in un fitto faggeto


Anche qui l'andamento del sentiero è tortuoso


Lasciamo correre le bici fra i massi ed il fogliame secco


Un'altra rampetta ...


... ed arriviamo in un pianoro, dove facciamo una sosta per ricompattare le fila


Qui c'è anche una vecchia calcara, dove un tempo - cocendo la pietra calcarea - si produceva la calce


Ripartiamo verso Castel Sporo


Prima del castello, però, ci aspetta la "rampa terribile", la più dura dell'intero percorso


La pendenza supera il 20% e fin che il fondo è compatto si riesce a stare in sella ...


... ma quando il fondo si fa ghiaioso, uno ad uno iniziamo a scendere per spingere!


Meno male che sono solo 100 metri !


La parte finale del rampone: impossibile farlo in sella


In cima alla rampa si tira il fiato


Riprendiamo il cammino, su un tratto pianeggiante che fa riposare un po'


Poco più avanti, arriviamo alle rovine di Castel Sporo


Parcheggiamo le bici alla base della possente torre di avvistamento, oggetto di recenti restauri


Il castello - con funzioni difensive - si estendeva sul colle per quasi 200 metri


Le mura difensive erano bastionate, con i baluardi agli spigoli


Entriamo nella torre


Grazie alla scala in acciaio, si può salire fino in cima


La forza della Natura: il vento ha trasportato fin quassù i semi che si depositati fra le pietre della torre e ...


Dalla cima della torre ci godiamo il panorama


Dopo la bella sosta panoramica, iniziamo a scendere


Panorama da una delle finestre della torre


Si attende che siano scesi tutti, prima di ripartire


Lasciamo Castel Sporo


Raggiungiamo la strada che ci porterà a Sporminore


Lungo la discesa incontriamo la piazzola di atterraggio dell'elicottero del 118


Eccoci a Sporminore


Dal paese imbocchiamo una strada che sale verso la loc. Pineta


La strada sale ripida fra i meleti


Dopo tanto bosco, ora siamo in campo aperto e in pieno sole


Arriviamo in loc. Pineta, dove c'è il campo di tamburello, sport molto diffuso in Val di Non


Costeggiando il campo, proseguiamo il nostro itinerario


Qui imbocchiamo il sentiero del Lèz, ricavato sul sedime del vecchio acquedotto irriguo


I bordi del canale in cemento, ora interrato, riaffiorano in qualche punto


Qui la pendenza è minima, giusto il necessario per far scorrere l'acqua


Alcuni tratti erano stati ricavati scavando nella roccia e sono stati messi in sicurezza con la staccionata


Nei tratti di raccordo, si incontrano ancora dei saliscendi


Procediamo il nostro tour sul comodo sentiero


Arriviamo ad un ponte in legno, all'altezza del paese di Lover


Attraversiamo il ponte, fermandoci ad osservare la cascata del ruscello


In questo periodo il rio è carico d'acqua


Qualcuno ci osserva ...


Riprendiamo a pedalare in direzione di Cunevo


La sosta ad un bivio


In questa parte del tracciato incontriamo molti tratto in falsopiano ...


... ma anche molti saliscendi, che alla lunga risulteranno assai impegnativi


Stiamo per raggiungere uno dei punti più suggestivi del percorso


Infatti, eccoci sul sentiero che passa sotto l'Eremo di San Pancrazio


Anche questo tratto è stato ricavato dal vecchio acquedotto


Ci fermiamo per osservare il bel panorama sulla bassa Val di Non, sulla Paganella e, a sx, sulla Predaia


Dopo il passaggio sotto l'eremo, proseguiamo in pianura


Arriviamo in un'area verde, attrezzata per le feste e i barbecue. C'è anche la fontanella


Da qui inizia una nuova salita, anche questa con pendenza oltre il 10% e fondo sassoso


Un nuovo strappo che mette a dura prova la nostra preparazione non ancora al meglio


Cosa stanno guardando i Rinco già arrivati in cima all'ascesa?


Ah, ecco, il Vice-Presidente Rinco Starr che sta arrivando a piedi!


Ora si prosegue di nuovo in piano: manca poco al bivio per Cunevo


Qui siamo all'altezza di Termon


Sulla destra c'è il campo di volo, con la pista di atterraggio (in erba) per piccolo velivoli


Passiamo a fianco delle recinzioni montate per impedire ai caprioli di fare razzia nei meleti


Prima della discesa verso Cunevo, qualcuno si diverte a fare un po' di giri nella piazzola dell'elicottero!


Dal punto di massima elevazione del nostro tour (m.730) iniziamo a scendere verso Cunevo


Facciamo una deviazione dal tracciato originale, per raggiungere lo Chalet Ciclamino


Si tratta di un bel bar a monte del paese, al margine del bosco

 

2. la sosta-ristoro allo Chalet Ciclamino


Qui ci attende Rino il Cavaliere, originario di Cunevo, che ci offrirà un gradito ristoro


Ecco Rino che ci aspetta all'ingresso


Salutiamo il nostro socio e ci accomodiamo nel bel locale, appena ristrutturato


Cosa vedono i nostri occhi !


Il sorriso di Cipollino la dice lunga ...


Prendiamo posto attorno alla ricca tavolata


Dopo tutto quel su e giù, non manca certo l'appetito !


Il Camoscio ha così fame che non si toglie nemmeno il casco !


Rinco Starr e Dorty, i più provati dalla salita, sembrano in difficoltà perfino a raccogliere l'affettato !


Ora si riposano le gambe e si fanno andare le ganasce ...


Un brindisi e un applauso al Cavaliere!


Sembra una scena de L'ultima cena ...


Abbiamo spazzolato tutto? Allora possiamo andare!


Questi due non sembra che abbiano molta voglia di alzarsi


Comunque bisogna ripartire, così usciamo dallo chalet e riprendiamo le nostri mtb

 

3. la discesa


Dallo chalet, scendiamo verso il bivio dove avevamo in precedenza abbandonato il percorso originale


E' l'ora di pranzo, in giro non c'è nessuno e possiamo disporci "a quadriglia"


Attraversiamo il centro di Cunevo


La piccola Chiesa di San Lorenzo, risalente al XIII secolo


Lasciandoci ala spalle il paese, imbocchiamo una stradina interpoderale fra i meleti


Landini e Big Bobby. Sullo sfondo, le cime innevate del Brenta


La strada è inizialmente in falsopiano


Poi si inizia a scendere in maniera decisa


La colonna di biker fra i meleti


Arriviamo alle porte di Denno


Attraversiamo il paese, imboccando la SP 73


Anche qui non c'è anima viva in giro: tutti a casa, con le gambe sotto al tavolo !


Da Denno scendiamo per una stradina secondaria


La strada scende nella valletta solcata dal Rio Tuàzen


Dopo aver attraversato il rio, inizia l'ultima salita di oggi


Lo strappo (300 metri circa) porta sul dosso di Quetta, con pendenze anche qui oltre il 15%


In cima alla breve ma infida salita, ci fermiamo a tirare il fiato


Ecco arrivare Dorty, che stoicamente è riuscito a rimanere in sella


Rinco Starr, invece, ha mollato decisamente ...


Ricompattato il gruppo, iniziamo la discesa


Si attraversiamo dei prati, dove il fumo, ma soprattutto il profumo dei barbecue, ci invoglia non poco ...


Arriviamo a Maso Sant'Angelo


Qui troviamo la Chiesa di San Michele Arcangelo, una delle più antiche della Val di Non


Non si hanno notizie certe sulla datazione della struttura. Il primo documento dove viene citata è del 1289


La chiesetta non ha un vero e proprio campanile, ma una piccola torre campanaria sul tetto


Da Maso Sant'Angelo scendiamo sulla SS 43 della Val di Non, che si trova poco sotto


Rimanendo sulla banchina, procediamo verso Cressino e Maso Milano


Procediamo incolonnati, per questo ultimo tratto di mezzo km


Arriviamo a Maso Milano, dove si chiude l'anello di circa 29 km

 

4. il pasta-party


In quattro e quattrotto, allestiamo il tavolo con gli stuzzichini, mentre attendiamo la cottura della pasta


A causa del vento che disturba la fiamma del gas, dobbiamo spostare il fornello in una riparata


La prima spadellata di penne al pomodoro, mozzarella e basilico è in cottura


Intanto Dori One stappa il vino


Qualche minuto di cottura è sufficiente (si tratta di pasta pronta) e inizia la distribuzione


Niente male no?


Un bel piatto di pasta e un bicchiere di vino rosso: cosa vuoi di più dopo una pedalata?


Big Bobby opta per pasta e birra


Qualcuno mette nella pasta l'additivo piccante. Chi è? Il Camoscio della Sila, ovviamente!


Anche Dori One viene convinto a "carburare" la sua pasta


Rinco Starr e Briz all'opera


Woody Allen si mette all'ombra, sotto lo scivolo dei bambini !


Il Lupo si accontenta di un muretto


Dorty e Landini, invece, si siedono a tavola


Anche Sharif si è messo comodo


Un sughetto da leccare il cucchiaio !


Lavaggio pentole alla fontanella


Nel frattempo alcuni bimbi giocano sull'altalena. Il bimbo Cipollino è in attesa: quando viene il mio turno?


Aspetta Cipollino, prima devono giocare questi bimbi ultra-cinquantenni


Chiudiamo con questa triste immagine di un uomo distrutto: Rinco Starr, ma quand'è che ti alleni un po' ???

 


Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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