PROGRAMMA MTB 2011: 4ª USCITA
Questa era davvero tosta!

  

NELL'AMBITO DEL «BIKE & TREKKING» DISPUTATO IN VAL DI LEDRO, BELLA MA IMPEGNATIVA ASCESA DEI NOSTRI BIKER A BOCCA CASET, PER COMPIERE L'ANELLO ATTORNO AL MONTE CORNO. PAURA PER LA CADUTA DEL CAMOSCIO, VOLATO IN UNA SCARPATA: NE E' USCITO QUASI ILLESO!
 

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la cronaca

Molina di Ledro (TN), 28/05/2011. Adesso possiamo dire che si è davvero iniziato a fare sul serio. Il Bike & Trekking andato in scena stamane in Val di Ledro, infatti, ha segnato una sorta di spartiacque stagionale ed ha inaugurato la parte di programma più bella e tosta. Sia biker che trekker, infatti, hanno dovuto affrontare un tracciato assai impegnativo e prima di arrivare al meritato GPM (i 1600 metri di Bocca Casèt per i biker, i 1731 metri di Cima Monte Corno per i trekker) hanno davvero dovuto sudare le proverbiali sette camice.

I biker (22 presenti al via) hanno dovuto affrontare l'impegnativo anello attorno al Monte Corno,  con l'ascesa dal lago di Ledro a Bocca Casèt (la sella che immette nella conca di Tremalzo, ndr).

Partiti poco dopo le 8:30 dalla baita di Pur (m.670), i Rinco hanno imboccato la via per Malga Cita, deviando poi a destra sulla nuova strada per Pieve, che passa a monte delle case costruite nella fascia lungolago. Giunti al Dos de Pur, il piccolo promontorio che sovrasta la località turistica sulla sponda meridionale del Lago di Ledro, è iniziata la salita, subito tosta, che si è infilata tra le case costruite più in lato, per pi immettere nel bosco.

Lasciata  la strada asfaltata a quota 820 m. è stata imboccata la forestale che passa ai piedi del Monte Corno. Inizialmente molto tranquilla, con un tratto in falsopiano e addirittura qualche discesa, la strada ha presentato il conto un km più avanti, cominciando ad inerpicarsi con penndenza mai sotto il 10%, con fondo ghiaioso reso ancor più ostico dai solchi che le forti piogge della sera precedente avevano provocato.

Per circa 3 km si è proceduto sbuffando, con il panorama del lago che mano a mano che si saliva di quota iniziava a farsi sempre più bello. Poi si è giunti ad un punto in cui la strada si interrompe di colpo, davanti ad un ruscello. Era sfuggito, infatti, il cartello in legno che circa 300 metri più a valle, affisso ad un albero, segnava la deviazione a destra. E che deviazione: da lì in poi, infatti, si è saliti nel bosco affrontando un sentiero che sarebbe stato impegnativo a piedi, figuriamoci a piedi con la bici in spalla! 31% di pendenza media, con fondo scivoloso misto fango-ghiaia-radici, il sentiero ha fatto guadagnare quasi 300 m. di dislivello in meno di un km, portando i biker (in quel frangente calatisi nella parte di trekker!) fin sotto il Bochet di Spinera. Una faticaccia infinita che ha rallentato non poco il ritmo, allungando notevolmente la tabella di marcia (alla fine si mangerà alle 14:00!).

Giunti a quota 1300 circa, si è proceduto ai piedi della catena rocciosa M.te Corno-Cima Caset, su un sentiero in single track che in condizioni di asciutto sarebbe stato anche divertente, ma che con il fondo bagnato era davvero un osso duro, costringendo in più punti a scendere di sella per evitare di cadere a terra. Ne sa qualcosa il Camoscio della Sila, che mentre passava su una radice resa viscida dall'acqua si è visto partire la bici di lato, perdendo così l'equilibrio. Il biker calabrese è volato nella scarpata che si trovava alla sinistra dei biker, rotolando più volte, inizialmente con la bici attaccata ai piedi, poi senza, arrestando la sua corsa una quindicina di metri a valle. La sua fortuna è stata quella di trovare una sorta di materasso di fogliame secco e, soprattutto, nessun sasso, il che gli ha consentito di uscire quasi indenne dalla brutta avventura. Per tirarlo su, vista la pendenza e la scivolosità della scarpata, è stata organizzata una catena umana, composta da 8 compagni, grazie alla quale è stato raggiunto il punto il cui il Camoscio mezzo intontito aveva arrestato la sua corsa. Alla fine se l'è cavata con qualche taglio sulle gambe (per via dei rami secchi) e un pantalone squarciato all'altezza della chiappa sinistra. Non stiamo a raccontarvi lo spettacolo (?) cui siamo stati costretti ad assistere per tutto il resto dell'uscita, con quel culetto rosa pieno di graffi che faceva capolino dalla finestrella. Va beh, va, almeno ci ridiamo sopra. Poteva finire diversamente ...

Medicato dal Presidente, il Camoscio ha quindi potuto riprendere a pedalare, non avendo riportato contusioni o lesioni che ne impedivano i movimenti. Il gruppo ha quindi proseguito la sua marcia, arrivando poco dopo all'altezza di Malga Giù, dove il sentiero si è innestato nella strada forestale che dalla struttura per l'alpeggio sale verso Bocca Caset.

A questo punto non sono rimasti che gli ultimi due km di dura salita, a tratti su fondo in cemento, più spesso su un fastidioso ghiaione smosso dalle piogge, per giungere alla sella erbosa di Bocca Caset, il valico che immette nella conca di Tremalzo. Qui le fatiche profuse sono state ampiamente ripagate dal superbo panorama delle catene innevate dell'Adamello, con la piramide del Carè Alto a dominare la scena.   

Dopo la breve sosta ed indossate giacche o gilet, è quindi iniziata la discesa verso Tiarno di Sopra, non certo meno impegnativa della salita! Anche qui, infatti, dopo un breve e comodo tratto che ha condotto a Malga Caset, è stato incontrato un terreno assai ostico, con pendenze ben oltre il 20% e un fondo misto di sassi e radici che in più d'una occasione (visto anche il precedente!) ha consigliato di scendere dalla MTB per fare qualche decina di metri a piedi.

Anche lungo la discesa si sono verificate delle cadute, sia pur di minore entità, come quelle (più d'una) di Gianni "il ferroviere" o quella spettacolare, anche se fortunatamente senza danni, di Geppo che ha frenato con la ruota anteriore quando questa si è infilata davanti ad una radice, causando l'effetto catapulta con tuffo carpiato nel bosco. Anche in questo caso la vegetazione erbosa ha attutito il colpo, anche se lo spavento c'è stato tutto!

La discesa è proseguita ripida su sentiero fino a Cima Vai, poi per altri 500 metri, fino ad intercettare la strada forestale per Tiarno, Una strada, in verità, messa maluccio quando a fondo e anch'essa ripida, anzi ripidissima, come testimoniava l'acre odore di freni a disco bruciati che si sentiva alle soste lungo i tornanti.

Alla fine, con le braccia indolenzite, si è quindi giunti a Tiarno di Sopra, dove è stata imboccata la bella ciclabile della valle di Ledro che passando a fianco dei paesi e a margine dei prati fioriti, ha condotto in volata fino al lago di Ledro,dove si è concluso l'impegnativo anello di 27 km.

Al rientro a Pur c'è stato il pranzo sociale assieme ai trekker (impegnati contemporaneamente nell'ascesa sulla Cima Monte Corno, ndr)  con la mitica polenta di patate del sig. Vito (papà della nostra socia Tania), consumata come ormai da tradizione nella baita in riva al lago e accompagnata da spezzatino e salcicce.

Quest'anno c'erano oltre 50 "bocche da sfamare", il che ha costretto agli straordinari Tania, Frà e gli amici che si sono prodigati per rendere possibile questa festa post-fatiche. A loro, ovviamente, va il ringraziamento del Club e di tutti i presenti.

Ora l'appuntamento è per il 19 giugno, quando si disputerà la 5ª uscita del programma ordinario di MTB, il Giro del Lago di Tovel. Ancora un Bike & Trekking, ancora paesaggi stupendi, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta.

i dati tecnici

Complessivamente sono stati percorsi 27 km, mentre il dislivello complessivo è stato di 1070 metri. Altimetria caratterizzata da un tatto iniziale di circa 8 km assai nervoso, con ripide rampe alternate a tratti in falsopiano e in qualche caso anche a brevi discese. Poi c'è il km "maledetto", su un sentiero nel bosco con pendenza media di oltre il 31%, seguito da un paio di km in piano, su un single track reso molto ostico dalle piogge. Seguono i due km finali di salita su strada forestale, molto ripida e ghiaiosa. Tosta anche la discesa (circa 6 km), sia per pendenza che per fondo del tracciato. Da Tiarno al lago di Ledro è una volata in ciclabile (8 km). Salita più lunga: Dos de Pur-bivio Bochet di Spinera (circa 8 km); GPM a Bocca Caset (m.1600).

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le immagini


Il ritrovo è davanti al Bait del Segalì, la bella casetta in riva al Lago di Ledro dei nostri soci Tania & Frà


Partiamo alla volta del Dos de Pur


La temperatura è di circa 12° e l'aria è frizzante: la giacca ci vuole tutta!


Percorriamo la via Alta, nuova strada che passa alle spalle della case lungo il lago


Iniziamo la salita sul Dos de Pur


Una salita subito impegnativa


Al primo bivio inizia la saga della cartina ...
Presidente & cartina (1): "... dovrebbe essere questa strada a sinistra ..."


I vertici dei Rinco si consultano


La strada forestale ci mette subito a dura prova


Il fondo ghiaioso e la pendenza elevata sono infatti un mix micidiale


Pedaliamo in uno scenario bellissimo, con il lago alla nostra sinistra


Nei punti più ripidi troviamo il fondo in cemento rigato


Una sosta vista lago


Il sole si è alzato, la salita è faticosa e così sono ricomparse le magliette a mezza manica


Davvero un bel panorama


Più d'uno ne approfitta per una bella foto ricordo


Riprendiamo la salita


Passiamo ai piedi di una parete rocciosa


La strada alterna rampe ripidissime a tratti in falsopiano


Ecco un altro ripido rampone in cemento


Snowboarder impegnato nell'ascesa


La strada è stata realizzata affettando una striscia di rocce


Cecchi Paone e Paola in un tratto dove non sono riusciti a rimanere in sella


Un tornante in mezzo alla fitta vegetazione


La strada prosegue ai piedi del Monte Corno, ma tra un po' troveremo la sorpresa ...


La strada si interrompe improvvisamente davanti a un ruscello e non vi è alcuna traccia da seguire
Presidente & cartina (2): "... noi dovremmo essere qui e il sentiero dovrebbe essere più indietro ..."


Sarà vero? Geppo sembra fiducioso, Briz un po' meno!


A quota 1100 la strada finisce e comincia il sentiero


Qui pedalare è davvero impossibile!


A dire il vero è difficile pure camminare!


Il sentiero sale a zig-zag nel bosco


Cipollino, Presidente e Giusy durante una sosta


Sei un po' stanco? No problem, c'è Alvaro-Caterpillar che porta anche due bici!


Paola non perde il sorriso neanche nei momenti di estrema fatica


La segnaletica segna "Percorso bike". Boh !


Non ci sembra così pedalabile!


Infatti, noi facciamo un bike .... & trekking!


Uno sosta in cima al ripidissimo tratto nel bosco, fatto tutto a spinta


Presidente & cartina (3): "... questo è il sentiero verso Bocca Caset ..."


Ora il sentiero è pianeggiante


Ma le insidie ci sono lo stesso. Il Camoscio scivola su una radice bagnata e vola per una
quindicina di metri nella scarpata. Organizziamo una catena umana per tirare su lui e la sua bici


Il recupero del mezzo, che si è fermato nell'erba


Tenendoci uno con l'latro forniamo al Camoscio un appoggio per risalire


Ecco il momento in cui riemerge dalle frasche


Fortunatamente è pressochè illeso, grazie al fitto strato di foglie che ha attutito la caduta


Dopo lo spavento, riprendiamo il cammino. Eccoci ad una cascatella


Il Vice-Presidente ne approfitta per una foto


Dopo la grande paura, il Camoscio può ora sorridere


Il sentiero alterna tratti pedalabili ...


... a punti dove è necessario mettere ancora la bici in spalla


Arriviamo nei pressi di Malga Giù, con i suoi verdissimi pascoli


Una sosta al bivio, per ricompattare le fila


La segnaletica SAT e, in alto, quella del percorso bike (gli faremo aggiungere ... & Trekking!)


Ora saliamo su una ripida strada forestale


Il simpatico Gianni, "il ferroviere", indica con un gesto eloquente che tipo di salita ci aspetta


Giusy, sfinita, guarda sconsolata l'ultima rampa prima del GPM


Non sarà l'unica, però, a scendere dalla bici in questi ultimi metri


Dopo un altro rampone, il Presidente tira il fiato


Finalmente arriviamo a Bocca Caset, il GPM di oggi con i suoi 1600 metri di quota


Il meritato riposo


Giro & Geppo


Lucky Luke e the Doctor si godono il panorama


Il Cimo si siede su un cippo in granito. Qualche maligno sostiene che il blocco di pietra fosse in realtà
molto più alto di quanto si vede in foto. La domanda sorge spontanea: dov'è finita la parte mancante?


La catena dell'Adamello, con il Carè alto a svettare al centro


Ora comincia la discesa


Dopo nemmeno un km arriviamo a Malga Caset


Il Presidente in posa prima di affrontare la ripida discesa nel bosco


Affrontiamo il single track, classificato come un downhill !


In effetti ...


... non è una passeggiata


Nei punti all'ombra troviamo ancora la grandine caduta nella serata precedente


Il Presidente a Cima Vai, dove una breve salitella interrompe la lunga discesa


La sosta nel punto di innesto del sentiero nella strada forestale per Tiarno


La discesa prosegue ora sulla strada, ripida e con fondo malmesso


Il Taverna lanciato in discesa


Il passaggio ai piedi di una roccia


Cipollino imposta la semi-curva


L'arrivo a Tiarno di Sopra


Imbocchiamo la bella ciclabile della Valle di Ledro, in direzione lago


Voliamo via a 35 km/h sul nastro d'asfalto appena posato


Paola e Cecchi Paone


L'arrivo a Pieve di Ledro


Il gruppo compatto lungo il lago


Percorriamo il sentiero che costeggia lo specchio d'acqua


Una bella passeggiata ciclo-pedonale con vista lago


L'arrivo a Pur. Adesso si mangia!


Il Presidente si fionda nel prato in bici: "ci avete lasciato qualcosa?"

 

IL PRANZO SOCIALE IN BAITA
Biker e Trekker accomunati dalla "grandi ganasce" ...


Panoramica della baita con il bel prato ...


e panoramica del piatto con cui si sono rifocillati i nostri soci


Le tavolate


Le tavolate


Le tavolate


Le tavolate


Le tavolate


Presidente e Vice non disdegnano il bis: qualcuno dovrà pur dar l'esempio!


Dorty in versione filosofo ...


Il Dotto sta intrattenendo i commensali con i suoi racconti


E dulcis in fundo ... i dulcis. Si comincia con lo strudel ...


... e si passa ad un autentico capolavoro. Tella ci aveva abituati, in questi anni, alle sue prelibatezze per la
gola, ma questa volta ha pensato anche agli occhi: una torta dedicata al Bike&Trekking, bellissima!


Ed ecco Tella che inizia a tagliare il suo capolavoro


Brücke (al 3° passaggio del dolce!) e il figlio


Il Camoscio racconta la su brutta avventura, con la caduta in una scarpata


Le bendature sulle gambe ferite


Ombretta col pancione. La nascita del secondogenito è prevista per agosto. Auguroni da tutti noi!


E tu pensavi di venire solo a mangiare eh?

Alla prossima!