PROGRAMMA TREKKING: 5ª USCITA


Le Tre Cime, finalmente!

Cima Verde                        Doss d'Abramo                   Monte Cornetto
m.2102                                                     m.2138                                                        m.2180  
 


... e che spettacolo!

 

 

 

 

 


Dopo due rinvii (sabato 18/9 e sabato 25/9), disputata stamane la 5ª uscita stagionale di trekking: la traversata delle Tre Cime del Bondone. 22 i soci al via, in una giornata splendida e con il cielo azzurro e terso, ma con temperature non proprio miti: 7°C al via dalle Viote. Ora l'appuntamento con il trekking è per l'ultima uscita del 2010 al Lago di Erdemolo, a fine ottobre.
 

 

i presenti
 

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la cronaca

Monte Bondone (TN), 26/09/2010. Si è svolta stamane sul Monte Bondone, l' «Alpe di Trento», la 5ª uscita del programma trekking 2010. L'appuntamento era stato rinviato lo scorso sabato (18/9) a causa del diluvio che aveva colpito il Trentino, poi era stato programmato nuovamente per questo sabato (25/9), ma le fosche previsioni meteo (che poi hanno trovato parziale conferma, perchè ha piovuto nella notte e fino alle primissime ore del mattino, con l'arrivo della prima neve oltre i 2100 metri di quota) avevano consigliato un ulteriore spostamento. Finalmente, stamattina, i Rinco Boys hanno potuto dare vita al penultimo appuntamento del programma per «non biker» (la chiusura sarà a fine ottobre al Lago di Erdemolo, ndr), compiendo la Traversata delle Tre Cime.

L'attesa, però, è valsa davvero la pena perché è stata trovata una giornata davvero eccezionale, con il cielo terso grazie alle piogge della notte scorsa e al vento che spirava forte da nord (l'unico neo della giornata, se vogliamo proprio cercare il pelo nell'uovo), con panorami che spaziavano a 360°, con l'unico limite del raggio d'azione dell'occhio umano. Guardando verso sud dal M. Cornetto, si è riusciti addirittura a scorgere uno spicchio del Lago di Garda, tra il Monte Stivo e il Monte Altissimo, mentre le vette che si potevano ammirare guardandosi attorno erano davvero tante, su tutte il Gruppo del Brenta, sempre suggestivo con la sua skyline di guglie rocciose, ancor più bello quando queste sono spruzzate di bianco, com'è accaduto grazie alla nevicata della notte tra venerdì e sabato, la prima della stagione.

Il tracciato, molto suggestivo e sempre esposto al sole (fatta eccezione per il primo tratto di salita, nei boschi ai piedi di Cima Verde), è lo stesso compiuto lo scorso anno, quando si tenne la 1ª uscita sperimentale di trekking dei Rinco Boys. In quell'occasione furono solo in 5 a tenere a battesimo la nuova attività introdotta nel Club (dopo MTB e ciaspole), ma a un anno di distanza si vede che il seme ha attecchito bene perchè erano in 22 i trekker al via oggi dalle Viote, nonostante le 5 defezioni comunicate tra il  pomeriggio e la sera di sabato, senza le quali avremmo avuto una comitiva ancor più numerosa.

Partiti da località Fogolàri, nei presi delle vecchie caserme austro-ungariche, i Rinco hanno imboccato la strada sterrata che in falsopiano si dirige ai piedi della Cima Verde. Dopo circa 1 km la strada è stata lasciata, imboccando a destra il sentiero 630B, che sale ripido tra gli alberi. La salita si fa subito impegnativa, ma non potrebbe essere altrimenti, considerato che dai 1550 metri di quota delle Viote, bisogna arrivare ai 2102 di Cima Verde: si tratta di 550 metri di dislivello in circa 2,5 km, con una pendenza media oltre il 22%, ma con tratti nel finale dove sembrava di salire su una scala!

Il primo tratto del sentiero si sviluppa quasi per intero nel bosco, poi - una volta giunti ai 1780 metri di loc. Acqua del Mandrét, il panorama si apre perchè la vegetazione comincia a diradarsi. Infatti pini e faggi che nella prima parte della salita oscurano la visuale, lasciano ora il posto ai mughi, ai ginepri e agli altri bassi  arbusti tipici di queste quote.

A quota 1850 circa, giunti davanti ad una piccola parete rocciosa proprio sotto la Cima Verde, il sentiero lascia il posto - sia pur per una decina di metri - ad una via attrezzata con un cordino in acciaio, dove è necessario salire aggrappati puntando i piedi tra le fessure delle rocce. Un "tocco di alpinismo" (che peraltro sapevamo di trovare avendo già fatto questo percorso) per rendere ancor più suggestiva l'esperienza, anche se non si è trattato - ovviamente - di una cosa tecnica ed impegnativa.

Dopo il passaggio con il cordino è rimasto l'ultimo tratto di sentiero sul costone erboso rivolto a nord della Cima Verde (da cui il nome della montagna, ndr). Giunti sulla cima, a quota 2.102, è stata fatta la prima sosta, con l'immancabile foto di gruppo, un goccio di the caldo e qualche snack. Poi il gruppo è ripartito, puntando verso il Doss d'Abramo, lungo il suggestivo sentiero che corre sulla cresta tra le due cime, coperto di schegge di roccia di colore rossastro. E' il risultato della grande friabilità di queste formazioni calcaree, originate dai depositi sabbiosi del mare che circa 50 milioni di anni fa copriva questa parte della Terra.

Arrivati alla base del Doss d'Abramo è stato percorso il sentiero che aggira la montagna sul lato sud, fino ad arrivare al  tratto attrezzato con il cordino che attraverso un piccolo canale permette di salire sul "panettone" roccioso. Dopo aver raggiunto la cima (che in realtà, data la forma della montagna, è un piccolo altopiano e non una vetta vera e propria) è stata fatta la seconda foto ricordo, per poi scendere dal versante opposto, dove si trova un altro tratto con cordino e scalette di ferro fissate nella roccia, in un altro canale roccioso che sbuca sul sentiero di collegamento tra le Tre Cime. Da qui il gruppo ha puntato ancora verso ovest, in direzione della terza ed ultima cima: il Monte Cornetto.

Il nome della montagna deriva dalla particolare forma, quella di un cornetto appunto, che è in realtà apprezzabile solo da ovest (cioè dalla valle dei Laghi), mentre dagli altri lati ha una forma diversa. Giunti alla base della vetta è stata fatta l'ultima deviazione dal sentiero di base, per salire sulla più alta delle Tre Cime, a quota 2.180. Attorno alla cima si scorgono ancora, pur invase dalle erbacce o semi distrutte da un secolo di intemperie, le trincee che gli austriaci avevano realizzato nell'ambito della c.d. "Festung Trient", ovvero la "fortezza di Trento", realizzata durante il conflitto 1915-18 per difendere dalla possibile invasione italiana la città che all'epoca (come tutto il Trentino), era parte integrante dell'Impero Austro-Ungarico. Sula cima del Monte Cornetto, godendosi il tiepido sole e lo splendido panorama verso sud, è stata fatta una sosta più lunga, per consumare un ristoro più sostanzioso e per fare l'ultima delle tre foto ricordo di oggi.

A questo punto non è rimasto che affrontare la lunga discesa che riporta nella conca delle Viote, lungo il panoramico sentiero 607 denominato "Costa dei Cavai". Si tratta di una via a noi ben conosciuta, perchè ogni anno la percorriamo durante la "Ciaspolata by Night", la camminata in notturna con le racchette da neve che lo scorso gennaio fece registrare il record di partecipanti (oltre 50) e che a gennaio 2011 vedrà andare in scena la 5ª edizione.

Arrivati in fondo alla discesa, sono stati quindi attraversati gli ampi prati delle Viote, dove l'inverno sfrecciano i fondisti, arrivando così nei pressi delle ex caserme austriache, dove si è chiuso lo splendido anello.

Il prossimo appuntamento con il trekking è ora per il gran finale del 2010, con la 6ª uscita (10ª del programma «non biker» considerando anche le 4 ciaspolate), fissato a fine ottobre in Val dei Mòcheni, quando si salirà al Lago di Erdemolo.

 

i dati tecnici

Sono stati percorsi circa 10 km, mentre il dislivello complessivo è stato di 750 metri. Altimetria caratterizzata da un tratto iniziale di pianura/falsopiano, dal parcheggio di loc. Fogolàri all'imbocco del sentiero 630B. Poi inizia il tratto di salita più lungo, fino alla Cima Verde. Segue un tratto di saliscendi in quota,  fino al Cornetto. Poi c'è la discesa, circa 3,5 km, fino alla conca erbosa delle Viote. Ultimo tratto in pianura/falsopiano nei prati. Salita più lunga: bivio sent. 630B/Cima Verde (circa 2,5 km); GPM sul Monte Cornetto, a quota 2180.

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le immagini


Alle 7:30 in punto ci troviamo al parcheggio dell'area Zuffo


Ah, l'amore ... "Non ti preoccupare, se non ce la fai ti porto io in cima"


Siamo pronti? Via ...


Giunti alle Viote, ecco come ci appaiono le Tre Cime: da sx Cima Verde, Doss D'Abramo, Cornetto


Al parcheggio in loc. Fogolàri, prima di iniziare la camminata


Si sistemano gli ultimi dettagli


Partiamo imboccando una comoda strada sterrata


Alcuni alberi hanno già adottato la veste autunnale. Tra un po' il bosco sarà un'esplosione di colori


Presidente, Camoscio e il Dotto al bivio dove si lascia la strada per un sentiero


Si entra nella penombra del fitto bosco


Altro bivio e altro segnavia SAT


Il sentiero continua a salire tra gli alberi


Ora la pendenza comincia a farsi più impegnativa


Saliamo in direzione della loc. Acqua del Mandrèt


Bubu affronta uno scalino di pietre in mezzo al sentiero


La colonna prosegue ora su uno stretto sentierino che taglia un costone erboso


Il Presidente, nel punto esatto dove accadde il fatto, racconta l'episodio delle suole perdute
dal Pajazo, lo scorso anno su questo stesso percorso (vedi dettagli dell'episodio)


Di tanto in tanto si apre qualche finestra tra la fitta vegetazione e si scorge il Brenta innevato


Verso est, invece, svetta la sagoma conica del Palòn


Il cartello in legno indica l'arrivo il loc. Acqua del Mandrèt


Approfittiamo della fontanella per un sorso d'acqua fresca, anzi, engiazàda!


Percorriamo ancora qualche metro per arrivare al bivio


Al bivio facciamo una piccola sosta per tirare il fiato e ricompattare il gruppo


The Doctor osserva il panorama


Dall'Acqua del Mandrèt riprendiamo il cammino in ripida salita


Il sentiero prosegue ora tra i mughi


Cimo durante una sosta della colonna


Sopra di noi appare Cima Verde, la prima delle nostre mète odierne


Si prosegue in uno slalom tra sassi, radici e i bassi arbusti di queste quote


Ora il Brenta lo possiamo ammirare per intero


La pendenza è notevole e Walander si aiuta con i bastoncini


Ailander è proteso con la braccia in avanti, pronto ad agganciarsi a qualche ramo


Il sole, nel frattempo, ha alzato la temperatura di qualche grado


Una guglia rocciosa che ricorda molto il Brenta


Giochi di luce


Arriviamo al tratto attrezzato con il cordino d'acciaio: dieci metri d'ascesa in parete


Saliamo distanziati, tenendoci alla corda fissata nella roccia


La "dura" vita del fotoreporter ...


Primo piano di Spectrum impegnato nell'ascesa


In cima al tratto verticale c'è una sorta di balconcino dove si procede in orizzontale


Il Camoscio della Sila cerca appigli


Ailander, che ha appena terminato il tratto attrezzato, osserva i compagni arrivare


Lo Schiaccianoci affronta il balcone finale del tratto attrezzato


Anche Tella conclude con successo questo punto "delicato"


Alla fine del tratto attrezzato c'è una Madonnina nella roccia:
scatta la preghierina per essere arrivati in cima sani e salvi


Proseguendo in salita, tra le rocce si scorge uno spicchio di Vallagarina


Il Presidente durante la salita. Alle sue spalle il Palòn


La colonna dei Rinco sul rampone erboso che conduce a Cima Verde


L'Uomo Ombra sembra pensare "Fin lassù dovèn arivàr ?"


Qui la pendenza raggiunge la sua punta massima


Attorno ai 2000 m. di quota compare la regina dei fiori di montagna: la stella alpina


L'arrivo sulla cima erbosa (solo il lato nord, però!), da cui il nome della montagna


Un forte vento spira da nord e ci si difende come si può


Doss d'Abramo e Monte Cornetto visti da Cima Verde


La 1ª foto di gruppo del giorno, ai 2103 m. di Cima Verde


Per consumare uno snack e bere qualcosa ci posizioniamo sotto la cima, al riparo dal vento


L'aspetto lunare del versante sud, coperto da schegge di roccia erosa


Ed ecco da dove si staccano questi frammenti di roccia rossastra


Lasciamo Cima Verde e proseguiamo in direzione ovest


Il sentiero corre sulla cresta, tra rocce e pini mughi


Un gruppo di caprette al pascolo, incuranti delle pendenze micidiali


Davanti a noi appare la sagoma tozza del Doss d'Abramo


Un tratto del sentiero dove i "pesi massimi" possono trovare difficoltà ...


La croce metallica collocata sulla sommità del Doss d'Abramo. A sinistra, tra i due blocchi
rocciosi, si intravede il canalone dove dovremo salire con il cordino d'acciaio in parete


Eccoci ai piedi del Dos d'Abramo. Qui il gruppo si divide momentaneamente in due:
chi vuole salire sulla cima, facendo altri due tratti ferrati (uno a salire, uno a scendere),
prenderà il sentiero a sinistra; quelli che non se la sentono di fare i "ragni" andranno
a destra, aspettando i compagni all'incrocio tra i due sentieri, dall'altro lato della cima


Il gruppo che salirà sul Doss imbocca il sentiero alla base della parete sud della cima


Affrontiamo un secondo tratto attrezzato con il cordino


Qui si deve risalire un canalone, quindi è più semplice e tranquillo della parete sotto Cima Verde


Nel punto più stretto i cordini sono addirittura due, uno per lato


La soddisfazione dello Schiaccianoci dopo aver completato la salita


Una curiosa formazione rocciosa. Sullo sfondo la Val d'Adige e la Vigolana


Dopo un breve tratto tra i mughi raggiungiamo la grande croce sulla sommità della vetta


La 2ª foto di gruppo, ai 2138 m. del Doss d'Abramo


Riprendiamo il nostro cammino: la sommità del Doss d'Abramo è piatta e coperta d'erba


Guardando ad ovest vediamo il Cornetto e il sentiero in cresta che lo raggiunge


Scendiamo in un ghiaione sul versante ovest del Doss d'Abramo


Il sentiero scende a zig-zag tra le pietre


Prima di tornare sul sentiero di base dobbiamo affrontare un terzo tratto attrezzato


Anche qui il cordino passa in uno stretto canale


Big Bobby impegnato nella discesa, nel punto dove si trovano gli scalini di ferro nella roccia


C'è chi usa la tecnica del "4 di bastoni"


Ed ecco Walander, abituato ad arrampicate ben più impegnative


Nel frattempo il gruppetto che ha preferito non fare i tratti attrezzati ha aggirato il
Doss d'Abramo utilizzando il sentiero che corre alla base della parete nord


Tella e Franco impegnati sulle pietre


L'incrocio tra i sentieri attorno al Doss d'Abramo, dove i due gruppi si sono riuniti


Lasciamo il Doss d'Abramo e puntiamo verso la 3ª cima: il Monte Cornetto


Ed ecco la nostra ultima meta. Il nome "Cornetto" deriva dalla sua forma, quella appunto di
un piccolo corno, che però non si può vedere da questo lato di osservazione



Da questa immagine, scattata nel 2008 da Pietramurata durante l'uscita "Bici & Bicèri"
alla Cantina Pisoni di Pergolese, si può invece notare la caratteristica forma del Cornetto


Ed ecco, invece, come si presentava il Monte Cornetto, sempre da Pietramurata (in primo
piano c'è la pietraia delle "Maròche di Dro"), la mattina del 28/9, a sole 48 ore dalla nostra
uscita. La perturbazione di lunedì 27/9 ha portato la neve sia sulla cima (dove noi eravamo
seduti sui sassi al sole per pranzare), sia sulla dorsale della "Costa dei Cavài", a sinistra   
 


Alla nostra destra un canalone ghiaioso che termina a fondo valle con la bella Val del Merlo


Queste grosse pietre sembrano cadute dal cielo e sparse nel prato


Arriviamo nella zona erbosa sotto la parete nord del Cornetto


Lasciamo il sentiero di collegamento e facciamo una deviazione verso il Cornetto


I trinceramenti scavati nella roccia alla base del Monte Cornetto, in direzione sud


Affrontiamo l'ultima salita della giornata, sul sentiero pietroso che sale alla cima


L'arrivo alla croce metallica sulla cima del Monte Cornetto


Abbiamo "colonizzato" l'intera cima !


Guardando verso est, si vedono in sequenza Doss d'Abramo, Cima Verde e Palòn


Verso sud, ecco la Vallagarina, con la città di Rovereto


A est, invece, la Valle dei Laghi (in basso) e la catena innevata dell'Adamello


Adesso facciamo la sosta pranzo


E come macinano le ganasce ...


Bel primo piano di Mazzu, che sembra sospeso nel cielo. Del resto lui,
al settimo cielo, ci è appena arrivato grazie alla nascita di due bei gemellini


Il fossile di una conchiglia incastonato nella roccia. Non è inusuale trovare questi resti di
organismi marini, visto che questa zona, circa 50 milioni di anni fa, era coperta dal mare


Ed ecco la 3ª ed ultima foto di gruppo, ai 2180 del Monte Cornetto


Dopo la sosta scendiamo lungo un sentiero (?) sul versante sud-est


Arriviamo proprio sopra le trincee austriache


L'interno di una trincea, realizzata in parte con pietre locali e in parte con cemento armato


I camminamenti esterni, ormai riempiti di detriti rocciosi caduti durante un secolo


Qui, invece, si notano tre feritoie da dove probabilmente spuntavano le mitragliatrici


Il vecchio sentiero militare prosegue aggirando il Monte Cornetto sul lato nord


Anche qui si trovano resti della presenza militare austriaca durante la guerra 1915-18:
 ecco Brücke all'interno di un locale (forse un deposito?) scavato nella roccia


Questi, invece, non sono del '15-'18, ma sono ghiaccioli freschi di giornata!


Dopo aver completato il giro riprendiamo il sentiero che scende verso le Viote


Il sentiero, nella parte alta, costeggia una parete rocciosa


Davanti a noi il Palòn, con la conca erbosa delle Viote


La parte bassa del sentiero "Costa dei Cavai" è molto sassosa


Il nostro amico albero, che noi fotografiamo ogni volta che passiamo di qui


Ed eccolo, infatti, in versione notturna e invernale durante la "Ciaspolata by Night"
 


Arrivati in fondo alla discesa, tagliamo tra i prati delle Viote in direzione delle vecchia caserme


Percorriamo il sentiero in un canalone che d'inverno è una pista da fondo


Brücke attraversa un ruscello che taglia il sentiero, a pochi metri dal parcheggio.

Anche questa è andata,

Alla prossima !