PROGRAMMA TREKKING: 4ª USCITA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sempre più in alto!

13 partecipanti al 4° trekking stagionale, disputato all'Alpe di Siusi unitamente ad un'uscita in bike. 13 circa i km percorsi, con 800 metri di dislivello superato, raggiungendo prima il Rifugio Alpe di Tires e poi la Forcella  dei Denti di Terrarossa, a 2500 metri di quota. Panorami da cartolina e tempo splendido (a parte l'annuvolamento nel finale)

 

i presenti
 

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ospite

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la cronaca

Alpe di Siusi (BZ), 11/07/2010. Già visitata durante un'escursione in bike nel 2006, l'Alpe di Siusi era rimasta ben impressa nella mente dei Rinco Boys, tanto che dopo aver varato - a partire dal 2009 - l'Uscita Revival, non si è tardato molto a rimettere in programma l'itinerario tra questi splendidi panorami. E stavolta, oltre al percorso bike, ci è scappato pure quello trekking, con la stessa partenza (Kompatsch) e la stessa meta: il Rifugio Alpe di Tires.

Per il programma MTB si trattava del 6° appuntamento stagionale, per quello trekking del 4°, ed in entrambi i casi non è azzardato dire che si è tratto delle tappe più impegnative finora affrontate.

l 26 partecipanti, dopo essere partiti da Trento di buon mattino, si sono ritrovato in loc. Kompatsch, all'imbocco dell'Alpe di Siusi,  dove hanno preso il via i rispettivi itinerari. Dopo la tradizionale foto di gruppo, mentre i bikers hanno imboccato in direzione est la stradina asfaltata che attraversa l'Alpe di Siusi, i trekker hanno puntato dritti sul versante meridionale, partendo subito in salita.

Dopo un chilometro e mezzo circa, all'incrocio nei pressi dell'Albergo Panorama, c'è stato l'incontro con il gruppo bike, proveniente da est. Da qui in poi la salita è stata in gran parte uguale per entrambi gli itinerari, almeno fino al rifugio Molignon.

Camminando sulla comoda stradina, che nel frattempo da asfaltata era diventata sterrata, c'è stato modo di ammirare per bene gli ampi pascoli dell'Alpe di Siusi, il vasto alpeggio d'Europa. Attraverso un continuo saliscendi tra le verdi colline, con gli animali al pascolo e i tipici fienili costruiti in tronchi di legno, si è arrivati fino ai 2.050 metri del rifugio Molignon, dove è stata fatta una breve sosta per mangiare uno snack e dissetarsi.

Da qui il percorso si è differenziato rispetto a quello dei biker, perchè mentre questi ultimi sono scesi verso la valle del Rio Saltaria, lungo la strada carrozzabile, noi abbiamo puntato dritti verso i Denti di Terrarossa, imboccando il ripido sentiero che sale nei prati.

Con suggestivi passaggi su scalini in legno, ponticelli su piccoli corsi d'acqua, caratteristiche staccionate in legno, siamo arrivati nei pressi dell'ex Casa del Touring Club (demolita per far posto ad un più moderno rifugio). Mentre i biker da qui hanno proseguito sulla strada verso Passo Duron,  noi abbiamo tagliato sulla via più breve e diretta, giungendo diretti all'imbocco della stretta valle che conduce all'Alpe di Tires.

Dopo aver aggirato un piccolo promontorio ci è apparsa la curiosa formazione rocciosa dei Denti di Terrarossa e, ai suoi piedi, la ripida strada che sale al rifugio. Qui anche i biker si sono trasformati in trekker, perchè per rimanere in sella con quelle pendenze ci vuole davvero una gamba super. I tratti più ripidi (fin oltre il 30%) sono lastricati con piastre di cemento quadrettato, mentre il resto è sterrato, ma assai sconnesso. Anche a piedi si fa fatica a tenere un passo regolare, a causa del pietrame sul fondo stradale.

Raggiunta la sella, ubicata tra i Denti di Terrarossa e la Croda dell'Alpe, è finalmente apparso il rifugio (m.2440), dove da una manciata di minuti erano arrivati anche i biker.

Il gruppo riunito ha quindi consumato un meritatissimo pranzo al rifugio, godendosi il sole e la temperatura mite che anche a quella quota consentiva una tenuta estiva.

Dopo il pranzo le vie di biker e trekker sono tornate a dividersi, con i primi che sono scesi verso Passo Duron, per poi andare a completare il Giro dell'Alpe, mentre noi abbiamo imboccato il sentiero che sale alla suggestiva Forcella dei Denti di Terrarossa, il punto di scollinamento diretto con la conca dell'Alpe di Siusi, posto a 2.500 metri di quota.

Il sentiero sale tranquillo tagliando in diagonale il costone roccioso ai piedi dei Denti di Terrrarossa, con vista sul Sasso Lungo e il Sasso Piatto, sulla Croda dell'Alpe (posta proprio di fronte, sull'altro lato della piccola valle), ma anche su numerose montagne più lontane, delle quali è anche difficile conoscere il nome, per quante sono sparse praticamente a 360°.

Raggiunta la forcella, dopo la foto ricordo vicino ad una particolare panchina realizzata con un tronco d'albero ritorto, è iniziata la discesa nel ghiaione che si trova sul versante opposto, quello affacciato sull'Alpe di Siusi. Il sentiero scende ripido tra i sassi, formando continue Z per mantenere le diagonali. Più in basso è stato attraversato anche un piccolo nevaio, formatosi con l'accumulo in una valletta poco battuta dal sole.

Dopo il tratto iniziale più duro in mezzo alle pietre (con rischio scivolata!), si è quindi giunti al margine dei pascoli, imboccando un più comodo sentiero in mezzo all'erba. da qui è stata una volata scendere verso Kompatsch, dopo aver raggiunto poco sopra l'Albergo Panorama la stessa strada percorsa al mattino in salita.

L'arrivo al parcheggio è avvenuto giusto in tempo per evitare il temporale che nella zona orientale dell'Alpe già stava imperversando con lampi e tuoni.

Ora il Club si proietta su alcune importanti tappe del programma bike, con lo Stelvio, la gara sociale (Vecia Ferovia) e la salita di Passo Buole, mentre l'appuntamento con il trekking è per settembre con il Giro delle Tre Cime del Bondone.

 

i dati tecnici

Per quanto riguarda il tracciato trekking, sono stati percorsi circa 13 km, mentre il dislivello complessivo è stato di 800 metri. Altimetria caratterizzata da un tratto iniziale di salita costante, tra i pascoli dell'Alpe, seguita da un tratto finale con la ripida rampa che conduce al Rifugio Alpe di Tires. Dal rifugio si sale ancora leggermente, fino alla Forcella dei Denti di Terrarossa, per poi scendere in un ripido ghiaione, cui fa seguito una discesa più lieve tra i prati, fino al punto di partenza. Salita più lunga: Kompatsch-Rif.Alpe di Tires (circa 7 km); GPM alla Forcella dei Denti di Terrarossa  (m.2.499).

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le immagini

 

Percorso MTB


Il gruppo dei biker e trekker in posa al Rifugio Alpe di Tires

L'USCITA ODIERNA ERA "BIKE & TREKKING":
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PHOTO GALLERY",
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RUBRICHE FOTOGRAFICHE"

 

Percorso trekking


Prima dei rispettivi via, la foto di gruppo con biker e trekker


Si studia la carta e si confrontano i due tracciati, trekking e bike


Bubu e l'Uomo Ombra pronti per la partenza


Bene, ora si parte


Affrontiamo subito la salita (inizialmente asfaltata) che conduce verso l'Albergo Panorama


Nei pressi dell'Alb.Panorama incontriamo il gruppo dei biker, in arrivo da est


Proseguiamo la nostra salita


Paola doveva fare il percorso bike, ma avendo dormito poco ha optato per il trekking. Però ...


Splendido prato in fiore con lo Sciliar (parzialmente coperto da una nuvola) sullo sfondo


La strada sale verso il Rifugio Molignon, attraversando verdissime colline erbose


Noi proseguiamo l'ascesa. Di fronte c'è la cresta montuosa dietro alla quale si trova il rifugio


Una sosta per uno snack e una bella bevuta


Che grinta ragazzi, dove andiamo con questo passo? Sull'Himalaya?


Dopo l'ennesimo scollinamento ecco la discesa verso il Rifugio Molignon (visibile in basso a dx)


Ci guardiamo intorno per ammirare lo splendido panorama


Percorriamo gli ultimi metri prima della struttura alpina


Al rifugio facciamo una nuova sosta ristoratrice


Luigi il Dotto con signora, camminatori "sempreverdi"


Mentre i biker da qui hanno proseguito lungo la strada sterrata, noi saliamo lungo il sentiero nei prati


La via è più breve, ma ovviamente più ripida


Suggestivo passaggio con staccionata in legno


Bubu passa su un ponticello in legno sopra un ruscello


Il ponte è stato costruito con due grosse assi ricavate da un lungo tronco


Più avanti troviamo anche un tratto con scalini in tronchi di legno


I cavalli avelignesi, molto diffusi in Alto Adige, pascolano liberi. Il nome della razza avelignese deriva dal
paese di Avelengo (BZ), dove è nata e si è sviluppata. Poichè in tedesco il paese si chiama Hafling, questi
cavalli - in lingua tedesca - vengono chiamati Haflinger e si riconoscono facilmente per la criniera bionda


Intanto, dal profilo delle colline erbose, spuntano i Denti di Terrarossa


Oltrepassato un piccolo promontorio ci appare la formazione al completo


Iniziamo la ripida salita verso il rifugio Alpe di Tires


Il fondo è ghiaioso. Qui anche i biker sono scesi di sella per procedere a piedi


La strada sale ripidissima (fino al 30-31%) per circa 2 km


Ed ecco finalmente apparire il tetto rosso del rifugio


Siamo a 2.440 metri di quota


I primi arrivi, una manciata di minuti dopo l'ultimo biker


Lo Schiaccianoci, convalescente per la schiena, arriva al rifugio assai affaticato, ma contento per esserci riuscito


Il Dotto chiude la fila

 

La pausa al rifugio ...


Un originale portavasi, ricavato da dei vecchi scarponi


Lo Schiaccianoci brinda alla sua "impresa". Con la birra? No, con l'Holunder (sciroppo di sambuco). Ma vaff.....


Tavolata-1


Tavolata-2


Tavolata-3


Tavolata-4


Il piatto più gettonato è patate arrostite con pancetta e uova al tegamino


Qualcuno le patate le preferisce lesse. E allora pèlale!


Altri, invece, sono andati su un normale piatto di spaghetti


Dopo i canederli anche patate e speck. Questo c'ha male dappertutto, ma di stomaco va come una Ferrari!


Dopo mangiato ci vuole proprio qualche minuto di relax


Il Presidente concorda

 

Si riparte ...


Dopo mangiato lasciamo il rifugio e ci spostiamo sulla vicina sella


Bel primo piano di Luigi il Dotto che, piano piano, arriva ovunque


Lo Schiaccianoci (che voleva andare a prendere la funivia perchè acciaccato) viene convinto a scendere a piedi


Foto di gruppo, biker + trekker, prima di dividersi nuovamente


Il segnale più in basso indica la strada per la Forcella dei Denti di Terrarossa


Di fronte a noi il Sassopiatto


Dopo il saluto ai biker (che scendono lungo la strada) imbocchiamo il sentiero per la forcella


Il primo tratto è assai comodo, largo e ben battuto


Procediamo incolonnati


Il sentiero si snoda tra le rocce con un andamento ad S


Sopra di noi le bizzarre formazioni rocciose dei Denti di Terrarossa, frutto di un'erosione millenaria


Sotto, invece, la valle con la strada e i nostri colleghi biker che stanno consumando tutti i freni!


Il sentiero per la forcella e, in secondo piano, la strada percorsa per salire al rifugio


Ora riusciamo ad intravedere il punto più alto: ormai manca poco


Ci avviciniamo al GPM ...


Anche a 2.500 metri, in mezzo alle pietre, spuntano i fiori: potenza della Natura


Dopo l'ultima curva un altro tratto di salita


Il quartetto che chiude la fila


Ed ecco la forcella, dove si scollina sul versante opposto


Foto di gruppo ai 2.500 metri della Forcella dei Denti di Terrarossa


Ed ecco un primo piano della panchina ricavata da un tronco ritorto


Iniziamo la discesa


Il primo tratto è lungo un ghiaione, da affrontare con cautela


Il sentiero scende con diverse Z, tagliando in diagonale il versante sassoso


L'Uomo Ombra poco dopo l'inizio della discesa


Bisogna stare attenti a non scivolare sulle pietre


L'ultimo tratto del ghiaione, poi si arriverà nei prati


Il sentiero è comunque ben tenuto. Ci sono addirittura i muretti a secco


Di fronte a noi i pascoli dell'Alpe di Siusi, il più vasto alpeggio d'Europa


Il sentiero a Z visto dal basso


Luigi il Dotto osserva i compagni impegnati nella discesa


In un canalone poco esposto al sole la neve accumulata non si è ancora sciolta


Siamo a metà luglio, ma a certe quote succede anche questo


Il sentiero attraversa il nevaio


Ora il ghiaione è alle nostre spalle e imbocchiamo un più comodo sentiero nei prati


La linea rossa indica il sentiero appena percorso. La freccia indica la forcella


Questa passerella in legno è decisamente più comoda dei sassi sotto le suole!


Più in basso i prati sono tutti in fiore: un vero spettacolo di colori!


Qui sentiero attraversa un "mare giallo"


Due tipiche baite in legno, immerse nei prati fioriti


Ancora prati in fiore, questa volta rosa fucsia. Sullo sfondo la sagoma dello Sciliar


El Griso e l'Uomo Ombra, prima a giungere al parcheggio, in contemporanea con i biker


Lo Schiaccianoci, distrutto ma soddisfatto per aver portato a termine il giro SENZA FUNIVIA

Alla prossima!