USCITA NON UFFICIALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Cauria, sul Sentiero Europeo E5

Big Bobby e il Presidente hanno affrontato la dura salita verso lo spartiacque tra Valle dell'Adige e Valle di Cembra

 

la cronaca

Lavìs (TN), 25-06-2009. Lo scorso 1° giugno, assieme a Tom Tom, avevano dato l'assalto al Passo della Mendola. A distanza di tre settimane Big Bobby e il Presidente hanno dato vita ad una nuova uscita non ufficiale e ancora una volta si è trattato di un impegno davvero ai limiti della preparazione di questo periodo. Meta dell'escursione, partita da Nave San Felice attorno alle 8:30, era lo spartiacque tra Valle dell'Adige e Valle di Cembra, con la salita da Salorno alla frazione di Cauria (12 km ad una media del 10%) che ha messo a dura prova le gambe dei due Rinco-temerari.

Da Nave San Felice è stata imboccata la pista ciclabile lungo il fiume Adige, raggiungendo in breve San Michele. Da qui i due hanno proseguito, sempre sull'itinerario ciclopedonale, in direzione nord, arrivando dopo pochi km al confine tra le province di Trento e Bolzano.

Al km 15 si è quindi arrivati alle porte dell'abitato di Salorno, dove è stata abbandonata la ciclabile per entrare in paese e raggiungere la strada che sale verso Cauria. La salita (che i Rinco, almeno nel tratto iniziale, avevano già assaggiato nel giugno 2006) si presenta subito con una bella rampa al 14%, poi sale senza concedere tregua (non scende mai sotto il 10%), con un paio di tratti dove lo strumento sul manubrio ha segnato 18%.

Al km 5 dell'ascesa si è arrivati a Pochi/Buchholz, la prima frazione di Salorno lungo questa ripida via. Una breve tappa alla fontanella per riempire d'acqua fresca le borracce e poi via, in sella, lasciandoci alle spalle il paesaggio di meleti e vigneti a guyot, per andare incontro a boschi e pascoli (con un sacco di mosche merdaiole che hanno scambiato i nostri due rappresentanti, forse per l'odore che emanavano, per due bovini e così li hanno presi d'assalto!).

I 7 km di salita tra Pochi  e Cauria non sono stati meno impegnativi dei primi 5. Anche qui la pendenza media si attesta sul 10% e, come nel primo tratto, di tanto in tanto si trovano delle rampe spaccagambe dove la pendenza sale ben oltre il 15%.

Finalmente, dopo 12 sudatissimi km di salita, come un miraggio è apparso il piccolo altopiano dove si trova la frazione di Cauria (in tedesco Gfrill), un pugno di case attorno ad un'antica chiesa, dove il silenzio regna sovrano, interrotto ogni quarto d'ora dai rintocchi delle campane.

Qui i nostri soci hanno fatto una sosta ristoro, per mettere qualcosa sotto i denti e per riposare le gambe. Alla ripartenza, dopo circa mezz'ora, Big Bobby (forse per il troppo rilassamento?) ha accusato un accenno di crampi, preferendo così fare un pezzetto di strada a piedi per sciogliere la muscolatura. Passato il problema, il veneziano è tornato in sella e l'avventura è proseguita sul Sentiero Europeo E5, una via che partendo dal lago di Costanza raggiunge Adria, nei pressi di Rovigo. Il tratto che passa in questa zona corre sul crinale tra Val d'Adige e Val di Cembra, arrivando fino allo spartiacque posto a quota 1500, in località Costa dei Paoli.

Da questo punto, mentre il Sentiero Europeo prosegue verso sud i direzione del lago Santo, i nostri due portacolori hanno imboccato la Valdonega, scendendo nei boschi in direzione di Grumès. La discesa, nella parte finale, è assai fastidiosa, con una pavimentazione in ciottoli di fiume che mettono a dura prova i polsi e le articolazioni in genere. Ritornati sull'asfalto, si è giunti dopo un paio di curve all'incrocio con la SS 612 della valle di Cembra, in corrispondenza dell'abitato di Grumès.

Da qui è cominciata la lunga cavalcata che in 23 km, passando per i paesi di Valda, Faver, Cembra, Lisignago e Verla di Giovo, con la discesa alternata a tratti di leggera salita o falsopiano, ha condotto fino a Lavis, da dove è stato fatto rientro al punto di partenza, chiudendo così l'impegnativo anello.

   

 

i dati tecnici

Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 65 km, mentre il dislivello complessivo ha raggiunto i 1.370 metri. L'altimetria è caratterizzata da un tratto di trasferimento pianeggiante, nella parte iniziale, seguito dal salitone (media 10%, con punte del 18%) Salorno-Cauria. A seguire un tratto di saliscendi nel bosco, fino al GPM (m.1500), poi la lunga discesa verso Lavis, molto ripida nella parte sterrata (dal GPM a Grumès), più tranquilla nel tratto di statale della valle di Cembra, con alcuni tratti di leggera salita o falsopiano, specie nei paesi.

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le immagini

 
Al mattino, prima del via, il cielo si presenta con la formazione a pecorelle. Fortunatamente
il proverbio verrà smentito: niente acqua a catinelle, anzi, niente acqua e basta !

 
Il ponte che unisce Nave San Rocco a Nave San Felice: da qui sono partiti Big Bobby e il Presidente

 
L'Adige appare bello gonfio

 
Imbocchiamo la pista ciclabile in direzione nord

 
Dopo 5 km circa arriviamo a San Michele all'Adige

 
Poco dopo San Michele, sulla costa alla nostra destra, scorgiamo la sagoma di Castel Monreale


Passiamo in località Cadino. Sullo sfondo c'è Roverè della Luna

 
Dietro al Monte Alto (sagoma scura in primo piano) ci appare la valle che sale a Cauria (punto rosso)

 
Dopo 15 km di pista ciclabile giungiamo a Salorno

 
Un cartello stradale ci indica subito la strada da seguire

 
Attraversiamo il centro del paese

 
Eccoci all'imbocco della salita per Cauria. Il cartello indica strada cieca a 12 km.

 
La salita nel tratto Salorno-Pochi è la più dura, con punte del 18%

 
I ripidi tornanti portano subito in quota e dopo un paio di km il paese di Salorno appare già lontano

 
Guardando verso nord, invece, ammiriamo la Bassa Atesina e la zona di Caldaro-Monticolo

 
Al Km 5 della salita incontriamo il paese di Pochi, frazione di Salorno

 
Il cartello ad inizio paese, con la denominazione bilingue

 
Facciamo una breve tappa alla fontanella, per fare il pieno d'acqua fresca

 
Dopo la tappa alla fontanella lasciamo il paese e proseguiamo verso Cauria

 
Dopo l'abitato di Pochi il paesaggio cambia radicalmente: dai frutteti passiamo al bosco

 
La salita prosegue ripida, offrendo di tanto in tanto uno scorcio di panorama sulla valle sottostante

 
Uno dei pochi masi incontrati nel tratto Pochi-Cauria

 
Incontriamo un pascolo delimitato da una bella staccionata costruita con pali di pino

 
Particolare della staccionata, realizzata senza usare un solo chiodo


A circa metà dell'ascesa facciamo una breve sosta alll'ombra

 
Il Presidente è alla frutta (passata)

 
Uno dei tanti (e ripidi) tornanti superati

 
Tra la vegetazione, dopo una curva, spunta uno dei masi bassi di Cauria. Ci stiamo avvicinando alla meta ...

 
Poco prima di giungere all'altopiano di Cauria, ammiriamo per l'ultima volta il panorama verso valle. Si
scorge una parte di Salorno, il fiume Adige e la chiusa della valle prima di arrivare nella Piana Rotaliana.
La montagna in primo piano,a sx, è il Monte Alto, dietro c'è la Paganella, a destra il Monte di Mezzocorona.
Il Gruppo del Brenta, purtroppo, è oscurato da quel grosso corpo nuvoloso nella parte alta dell'immagine.

 
Il cartello indica che siamo nel Parco Naturale Monte Corno

 
Ormai manca poco a Cauria. La tabella di marcia è rispettata: manca poco a mezzogiorno

 
Una solitaria chiesetta spicca in un verdissimo prato poco prima del paese

 
Vista l'indicazione, il Presidente vorrebbe girare di là

 
Gli ultimi sofferti metri prima di arrivare al paesello


Dopo 12 km di dura salita, eccoci finalmente a Cauria


L'antica chiesa del paese, con il tetto in "scandole" (tegole di legno, ndr)


Dopo la lunga salita, è d'obbligo una bella sosta ristoro


Dopo esserci rifocillati e riposati, lasciamo il piccolo borgo di Cauria


Imbocchiamo il Sentiero Europeo E5


Dopo un tratto tra i prati, il sentiero si inoltra nei boschi


Una delle belle baite che abbiamo incontrato nei boschi di questa zona


La segnaletica del Sentiero Europeo, che collega il Lago di Costanza (Germania) con Adria (prov. Rovigo)


Non fosse bastata la salita fatta fino ad adesso, eccone una bella sassosa!


Il passaggio sulla sella erbosa, a quota 1.500, che funge da spartiacque tra Valle dell'Adige e Valle di Cembra


Lasciato il GPM comincia la lunga discesa nei boschi, verso Grumès


Un vecchio fienile riadattato a baita, in Valdonega

 
Nella parte bassa troviamo qualche km di strada pavimentata con ciottoli di fiume: un vero martirio per i polsi


Il fastidioso pavè è finito e Big Bobby sorride godendosi il comodo bitume


La strada termina con due tornanti, prima di arrivare all'incrocio con la statale


In fondo alla lunga discesa troviamo l'abitato di Grumès


Neanche il tempo di imboccare la statale che Big Bobby rimane con la ruota a terra.


Lasciato Grumès scendiamo verso la bassa valle. Il primo paese che incontriamo è Valda


Il passaggio tra le strette stradine di Faver


Arriviamo a Cembra, il capoluogo della valle


Qui facciamo una sosta. Un radler, sembra dire il Presidente, è più che meritato.

   
A Lisignago troviamo una galleria tra le case del paese


La prima frazione di Giovo che incontriamo è Ceola.


Il passaggio nel centro storico di Verla di Giovo, con la strada che passa sotto una casa attraverso un tunnel


Il campanile di Verla, in stile sudtirolese


Una valle a due facce. Sulla sponda sinistra della Val di Cembra, specie nella zona di Albiano, il paesaggio
è caratterizzato dalle cave di porfido, vere e proprie ferite nella montagna


Sulla sponda destra, invece, si è diffusa la viticoltura, attuata con splendidi terrazzamenti del ripido terreno


Ormai la lunga discesa è finita. Nel fondo valle appare Lavis, mentre sullo sfondo c'è il Monte Bondone.

Alla prossima ...