8ª uscita ufficiale 2009, l'ultimo appuntamento ordinario d'alta montagna


 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Monte Péller: uscita da record!

Nella bella escursione tra Val di Non e Val di Sole stabilito il nuovo primato di dislivello in uscite ordinarie (1475 m.). Battuti anche i numerosi "gufi" dei servizi meteorologici: a parte quattro gocce in un tratto della discesa verso Malè, la giornata è stata più che apprezzabile. Battezzati due nuovi Rinco: Tom Tom e Tavernello. 

 

 

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la cronaca

Cles (TN), 22/07/2009. Dura, impegnativa, ma bellissima. Bastano tre parole per descrivere la bella escursione andata in scena oggi sul Monte Pèller, a cavallo tra le valli del Noce. Un'escursione che ha fatto registrare il nuovo primato di dislivello mai superato dai Rinco Boys in uscite del Programma Ordinario: 1475 metri. Il Precedente record (1455 m.) risaliva all'ottobre 2004, quando si scalò il Monte Bondone partendo da Trento città. Se consideriamo che qui la salita era interamente sterrata (con alcune rampe al limite dell'impossibile!), l'impresa assume ancor più significato.

La giornata verrà ricordata negli annali dei Rinco anche per la prima "trasferta ecologica", effettuata utilizzando il treno della Ferovia Trento-Malè, dotato di uno speciale vagone per il trasporto bici.

Un servizio davvero comodo e conveniente (solo 1 euro il supplemento richiesto per il trasporto della bici, a prescindere dalla tratta) che la comitiva dei Rinco ha gradito particolarmente. Si viaggia tranquilli, senza l'assillo della guida (specie al ritorno, quando la stanchezza post-pedalata incombe), si evita il traffico, non si deve cercare parcheggio e si crea quell'effetto gita che tanto ricorda i bei tempi andati della scuola. Se poi - come oggi - viene pure servita la colazione a bordo, il servizio è completo! Già, perchè il Presidente, prima di arrivare in stazione, ha "svaligiato" un panificio, così i Rinco - nel tratto Trento-Cles - hanno potuto scegliere  fra brioches alla marmellata, alla crema o al cioccolato gianduia, oltre ai succhi di frutta multivitaminici. Peccato che la ferrovia ci sia solo in Val di Non-Val di Sole (non è che possiamo fare le uscite sempre nello stesso posto!), altrimenti sarebbe davvero un servizio da utilizzare spesso.

Dopo l'arrivo a Cles (partenza da Trento alle 8:07, arrivo nel capoluogo noneso, in perfetto orario, alle 9:13), la comitiva ha attraversato il centro storico del paese per poi iniziare la lunga salita verso il Monte Pèller. Il primo tratto, su asfalto, ha condotto fino alla località Bersaglio (toponimo risalente all'epoca degli Schützen, che qui avevano un poligono di esercitazione): un antipasto di salita davvero duro da digerire, con quel 10% di media e un paio di punti dove lo strumento ha segnalato oltre il 20% di pendenza, tanto da mettere a dura prova le gambe ancora fredde dei nostri biker. Fortunatamente, dopo un paio di km, la ripida stradina asfaltata ha lasciato posto alla più agevole strada forestale, con fondo in terra battuta (molto battuta) e, soprattutto, con una pendenza  più umana.

La strada bianca ha risalito la dorsale nord-orientale del Pèller con lunghe diagonali, intervallate da pochi tornanti. Mano a mano che si saliva di quota, il panorama della Val di Non offriva scorci sempre migliori, con il Lago di Santa Giustina, Castel Cles, i meleti ordinati, i vari paesini che si susseguono lungo i due versanti della valle. Più in alto, guardando oltre la catena dei monti Macaion, Penegal e Roen, si poteva scorgere anche l'inconfondibile sagoma dello Sciliàr, all'Alpe di Siusi.

Ovviamente la comitiva, fino a quel momento compatta,  si è sgranata subito, con la formazione di vari gruppetti o coppie, che procedevano in base al passo che ognuno era in grado di tenere. La salita è proseguita costante e senza intoppi fino alla spianata dove si trova il Lago Verdè (attualmente vuoto, si tratta di un laghetto a carattere stagionale). Qui la mamma del New-Rinco Thomas, salita con il fuoristrada assieme a Matteo (il figlio più piccolo) e Manuel (figlio di Big Bobby), aveva allestito un gradito banco ristoro, con deliziosi dolcetti casalinghi, formaggio, salame e varie bevande.

Dopo la gustosa sosta, il tempo che fino a quel momento aveva regalato cielo terso e sole caldo, ha iniziato a guastarsi, tant'è che dal Monte Pèller, visibile sopra di noi e circondato da nubi nere, giungevano dei poco incoraggianti rombi di tono. "Stavolta la ciapèn tùta sula schèna" è stato il commento mentre si risaliva in sella pedalando in direzione del temporale.

Fortunatamente, però, la pioggia ha solo lambito il nostro percorso, spostandosi velocemente verso est. Così, dopo nemmeno un quarto d'ora, c'era già il sole che splendeva nuovamente sopra di noi, ed il Monte Pèller ci appariva ora con tutti i suoi colori, il rosso delle rocce e il verde dell'erba che cresce fin sulla cresta, dove è posta una croce. Anche il rifugio Pèller, nostra meta finale, ci appariva ora tra gli abeti ai piedi della montagna omonima, tant'è che qualcuno ha azzardato: "Eccolo, siamo quasi arrivati". Peccato che l'altimetro segnasse ancora quota 1650, mentre il rifugio si trova a 1.950. Come dire, non è che fossimo proprio così vicini!

E infatti il tratto finale ci ha fatto davvero  sudare le fatidiche sette camicie. Subito la strada per il rifugio, staccatasi sulla sinistra dalla forestale che avevamo seguito fino a quel momento,  si è impennata oltre il 15%, con un fondo anche più dissestato e faticoso. In alcune rampe si è superato anche il 20%, tant'è che più d'uno, anche per via della stanchezza dopo oltre 15 km di salita, è dovuto scendere per spingere qualche metro a piedi.

Dopo gli ultimi durissimi duecento metri, tutti oltre il 20%, con punte del 30% in alcuni punti, è finalmente apparso il rifugio, adagiato su una conca erbosa proprio di fronte al Monte Pèller. Bellissimo il panorama ammirabile un po' in ogni direzione, con i verdi pascoli di alta montagna in primo piano e le cime delle varie catene montuose sullo sfondo.

Poi, finalmente, abbiamo messo le gambe sotto al tavolino e i gestori del rifugio ci hanno deliziati con una delle specialità della casa, gnocchetti alle ortiche, seguiti dall'immancabile polenta, accompagnata da spezzatino, puntine, pancetta affumicata, crauti e cotechino, salsicce! Insomma, in mezzora abbiamo ricostituito tutte le riserve di grassi che avevamo bruciato in 17 km di salita, com'è nella più nobile tradizione dei Rinco!

Dopo il ricco e gustoso pranzo, abbiamo indossato le ventine (nel frattempo erano infatti tornate le nuvole e cominciava a cadere qualche goccia) ed abbiamo imboccato la discesa verso la Val di Sole (che letta così, mentre stava iniziando a piovere, sembra una presa per il c...!). Giunti a Malga Clesera, non lontano dal rifugio, la pioggia si è fatta un po' più fitta, anche se sempre leggera, rendendo molto scivoloso il terreno proprio nel punto in cui il sentiero scende in ripidi prati. Il mix pendenza elevata + fondo erboso bagnato può essere micidiale in discesa, per cui si è proceduto con molta cautela (molti hanno preferito affrontare a piedi i tratti più ripidi), fino a quando il sentiero in mezzo a prati è tornato a trasformarsi in strada sterrata, con fondo molto più sicuro. Nel frattempo aveva anche smesso di piovere, per cui la discesa è proseguita con molta più speditezza. 

Alla fine, ora possiamo dirlo ad alta voce (durante l'escursione, per motivi scaramantici, ci siamo limitati solo a sussurrarlo!), sotto il profilo meteo ci è andata di lusso. Un'orda di "gufi" dei vari servizi meteorologici, infatti, aveva previsto piogge da mattino a sera, mentre noi per tutta la salita da Cles al Lago Verdè abbiamo sudato sotto il sole, sparito solo per pochi minuti nel tratto finale dell'ascesa, per poi ricomparire all'arrivo al rifugio. Abbiamo preso giusto "quattro gocce" in discesa, sparite nel giro di 10 minuti. Insomma, Giove Pluvio al passaggio dei Rinco si è voltato dall'altra parte!

L'unico neo della giornata, invece, è stata la caduta di Paola, avvenuta nel tratto finale della discesa, alle porte di Malè. La simpatizzante di Mori, finita a terra dopo aver perso il controllo della bici in un tratto un po' più ghiaioso, si è procurata qualche leggera escoriazione alle gambe e un'unghia spezzata. Niente di grave (tant'è che ha concluso il giro in sella assieme agli altri), ma anche in questo caso, col senno di poi, possiamo dire che è andata bene.

Dopo l'arrivo ai Molini di Malè (frazione del paese costruita lungo il torrente Noce, dove un tempo erano in funzione molini ad acqua con i quali si azionavano macine, segherie, ecc.), il gruppo ha imboccato la pista ciclabile "Sole", forse una delle più belle del Trentino, per percorrere gli ultimi 8 km fino a Mostizzolo. La pista corre sempre lungo il torrente Noce, con diversi saliscendi che la rendono molto meno noiosa delle piste ciclabili di fondo valle. Guardando a sinistra, sulla costa, si scorgono in sequenza i vari paesi della Val di Sole (Caldes, Samoclevo, Tozzaga, Bozzana), fino a giungere alla località di Mostizzolo, dove la pista termina sulla strada statale della Val di Non. Prima di uscire sulla strada e raggiungere la stazione della ferrovia, si possono notare i ruderi dell'antico ponte in pietra dove qualche secolo fa veniva riscosso il dazio per il passaggio delle merci. E infatti il toponimo Mostizzolo deriva dall'italianizzazione del tedesco "Musst Betzhalen", che significa "si deve pagare".

L'escursione si è quindi chiusa alla stazione della Trento-Malè di Mostizzolo, dove la comitiva ha ripreso il treno in direzione di Trento.

Infine, da segnalare il battesimo di due New-Rinco: si tratta di Tom Tom e Tavernello, con quest'ultimo che diventa il socio biker più giovane in forza al gruppo. Ora i titoli di Nonno-Rinco (Alvaro il "Taverna") e Rinco-Baby (il figlio battezzato oggi) sono tutti in famiglia!

La prossima uscita del Programma Ordinario (9ª e penultima della stagione, prima della gran chiusura con il Taverna-Tour di metà ottobre), sarà domenica 27 settembre con la 5ª RincoBike, la staffetta sociale a squadre. Prima, però, ci sarà l'ultima vera fatica della stagione, con l'uscita Rinco-Gold di inizio settembre: quest'anno toccherà al Tour Garda-Tremalzo. .

i dati tecnici

Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi circa 43 km, mentre il dislivello complessivo è stato di 1.475 metri. L'altimetria è caratterizzata da una lunga salita iniziale, da Cles fino al Rifugio Pèller, per un totale di circa 17 km alla media complessiva del 7%, con il tratto finale (2 km circa) alla media dell'11%. Poi, dopo un tratto in falsopiano fino a Malga Clesera, c'è la lunga discesa (circa 10 km) verso Malè, intervallata a metà strada da un paio di salitelle. Infine c'è il tratto di ciclabile Malè-Mostizzolo, veloce e e scorrevole, in leggera discesa, con qualche saliscendi qua  e là.  La salita più lunga è quella iniziale, circa 17 km complessivi. GPM al Rifugio Pèller (m. 1950). 

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CARTINA DEL TRACCIATO

 

la nostra uscita in 3D


Il tracciato completo, con la salita Cles-Péller, la discesa a Malè e la pista ciclabile lungo il Noce

 


Particolare del tratto finale, dai pascoli al rifugio Péller (rampe micidiali!).

 

 

le immagini


Il ritrovo è alla stazione della Trento-Malè. La novità, infatti, è la "trasferta ecologica" che
prevede i trasferimenti Trento-Cles e Mostizzolo-Trento con il treno Dolomiti Express


Carichiamo le nostre bike sullo speciale vagone dotato di ganci (fino a 38 posti)


Alle 8:30 scatta il servizio colazione: "Brioches alla marmellata, alla crema o alla gianduia?"


Geppo è particolarmente vorace, Dorty osserva stupito!


Anche gli altri, però, non è che stiamo a guardare!


All'altezza di Taio, dal finestrino del treno, scorgiamo la nostra méta: il Monte Péller


Il passaggio del treno sul ponte realizzato sulla forra del Noce, davanti alla diga di S.Giustina


La diga vista dal treno sul ponte


L'arrivo a Cles. Ora si pedala!


Dalla stazione ci dirigiamo verso il centro storico, dove parte la stradina verso il Péller


Prima di iniziare la salita, facciamo una sosta alla fontana per riempire le borracce


Usciamo dal paese e imbocchiamo una bella salita tra i meli


La strada si impenna subito oltre il 15%. I tratti più duri dell'intera ascesa sono i due km
iniziali (fino alla loc. Bersaglio) e i due km finali, prima dell'arrivo al rifugio Péller


Dal "Bersaglio" la strada si fa sterrata, ma la pendenza diventa umana (7/8% fino in cima)


L'atmosfera è come sempre rilassata


Fa molto caldo (alla faccia del "nel fine settimana rinfresca") e Alvaro risolve così


Dopo 2-3 km si apre il panorama sulla valle ed una sosta è obbligata


Verso nord-est si scorge l'Alta Anaunia con il Monte Roén


Guardando in basso, invece, si scorge Cles con il Lago di Santa Giustina


Geppo procede lungo la salita. Sullo sfondo si nota l'Altopiano della Predàia


L'ascesa, sempre su fondo ben battuto, prosegue con lunghe diagonali sul crinale


Dopo un migliaio di metri di dislivello arriviamo nella conca erbosa del Verdè. Dell'omonimo
laghetto (a carattere stagionale ed ora vuoto) si intuisce solo la sagoma circolare nell'erba


Poco più avanti un cartello ci rincuora: non è un miraggio, c'è proprio il ristoro!


Uno alla volta arriviamo alla spicciolata e onoriamo la tavola imbandita


Il Merdatleta osserva il tavolino e sembra chiedersi: "Cosa assaggio? Facciamo tutto e via!"


Anche Taverna & Son approfittano della gradita sorpresa


Il Presidente, prima di buttarsi sul ristoro, fa il pieno d'acqua alla fontanella


Come viaggiano le ganasce!


Ehmbé, il Presidente deve sempre dare l'esempio!


Dopo la sosta riprendiamo la via per il Péller, anche se il tempo non promette nulla di buono!


La salita alterna ora tratti tra i pascoli a passaggi sotto le rocce


Il Presidente indica il rifugio, ora visibile tra i pini


Cecchi Paone e Nicola Moviola


Il bivio per il Monte Pèller: da qui in poi sarà salita veramente dura!


Nel frattempo è riuscito il sole e il Monte Péller ci appare ora in tutta la sua bellezza


Anche il panorama delle vallate del circondario è ora visibile, con le relative catene montuose


Siamo alle soglie dei 2000 metri di quota e la vegetazione è ridotta a qualche rado albero


La strada prosegue in saliscendi tra verdi collinette erbose


Manca ormai meno di un km: l'ultimo sforzo e poi si mangia!


La grinta di Cecchi Paone


Il Taverna sembra pedalare verso il cielo!


Primo piano del Monte Péller, con i prati in fiore


Ecco finalmente il rifugio: mancano solo gli ultimi, micidiali, duecento metri al 20-30%


Tom Tom è stato uno dei pochi ad arrivare in cima pedalando!


Big Bobby, come la maggioranza, ha percorso a piedi il tratto conclusivo


L'arrivo di Tavernello ...


... e quello del papà Taverna


Il Presidente ha resistito fino agli ultimi metri, poi è scoppiato!


Nicola Moviola e Cecchi Paone chiudono tranquilli la sequenza di arrivi al rifugio


"Oh, sta' chi sì che l'è na' sella comoda!)


Dorty si gode il bel sole d'agosto in posa da sirenetto


Se Dorty è un sirenetto, Geppo cos'è? Ma che stiamo a Rimini?


Big Bobby si gusta una meritata birra. Ma Geppo aveva appresso il guardaroba?
(si noti che pantaloni, maglietta e scarpe non sono quelli indossati in bike!)


Primo piano del rifugio, di proprietà della sezione SAT di Cles


Finalmente a tavola


Via con le danze ...

 
Dopo gli gnocchi alle ortiche (gustosa specialità della casa), arriva il piatto tipico di montagna:
polenta con spezzatino, salsicce, puntine, cotechino e crauti, pancetta affumicata ....


Ma al rifugio Péller c'erano anche i Rockets ? "Galactica ..."


Prima di scendere verso Malè (con la panza più che piena!) ecco l'immancabile foto di gruppo


Il tempo sta tornando a guastarsi e il sole ha lasciato posto a nuvole nere poco simpatiche ...


I ramponi al 30% erano ostici in salita, ma anche in discesa (e dopo mangiato!) non scherzano!


Scesi dal rifugio sulla strada principale, compattiamo il gruppo e ci avviamo


Il primo tratto è un falsopiano verso Malga Cleséra


Procediamo tra gli alberi al margine dei pascoli


Arrivati alla malga, iniziano a cadere le prime gocce di pioggia


Ci fermiamo sotto un albero per montare i copri-zaini e indossare le giacche a vento


Iniziamo la discesa proprio nel momento di maggior intensità della pioggia


Tra l'altro il primo tratto è tutto su erba che con la pioggia diventa viscida e insidiosa


Per l'occasione il Presidente ha rispolverato il copri-casco modello Sig.ra Coriandoli


Scendiamo con molta cautela (qualcuno anche a piedi)


Cecchi Paone sorride sotto i baffi: "Stavolta ciàpem 'na lavada!"


In alcuni punti il sentiero era particolarmente insidioso, per cui tutti a piedi!


Dopo un km circa il sentiero erboso lascia spazio ad una più agevole strada sterrata


Una sosta sotto gli alberi per ricompattare il gruppo


Tavernello impegnato in un tornante


Ora la discesa procede più spedita


Il trenino dei Rinco viaggia veloce


Il Taverna affronta un guado


La strada verso Malè, al contrario di quella che sale da Cles, è molto più tortuosa


Più in basso troviamo la strada asciutta e polverosa: qui non ha piovuto per niente!


Ormai siamo quasi arrivati sul fondo-valle


Tra gli alberi si intravedono le prime case di Malè


Dopo una curva ecco apparire la Val di Sole


Dorty nel tratto finale, ormai a bassa quota, è tornato a smanicarsi


Giunti in località Molini, facciamo una sosta prima di imboccare la ciclabile. Il torrente Noce,
illuminato dal sole che è tornato a splendere, sembra un nastro d'argento


Si attende per ricompattare il gruppo


Gli ultimi 8 km sono da percorrere sulla veloce e bella ciclabile "Sole", lungo il torrente


Poco dopo la partenza si nota Castel Caldés, che spicca bianco tra il verde dei meli e dei pini


L'arrivo alla stazione di Mostizzolo, dove riprenderemo il treno per Trento


Aaaah, ecco perchè ha piovuto: Lucky Luke aveva messo lo zainetto!


La faccia di Nicola Moviola (zero km nelle gambe prima di oggi) è tutta un programma


Il battesimo di Tom Tom


Il battesimo di Tavernello, da oggi il socio biker più giovane dei Rinco Boys


Paola sorridente nonostante l'infortunio dopo la caduta


C'è anche il tempo per lavare le bici dal fango. Ma quel tubo ... da dove sbuca?


Puntuale arriva il treno da Malè: carichiamo le bici pulite sul vagone e via, verso Trento


In viaggio si leggono riviste dal profondo contenuto cul-turale


L'arrivo a Trento, alle ore 18:21


La combriccola al rientro alla stazione di Trento

Un ringraziamento particolare ai nostri piccoli supporter
Manuel e Matteo, per l'assistenza prestata


Al ristoro del Lago Verdè


Al rifugio, mentre ritirano le bike di quelli giunti "un po' più stanchi"


Sull'ammiraglia, guidata dalla mamma di Tom Tom (grazie anche a lei per i magnifici dolcetti!)
 

Alla prossima !