2ª uscita ufficiale 2009, sull'Altopiano della Paganella (Molveno ed Andalo)
Bella sgambata di primavera

Partenza flop per il trekking: solo 3 presenti
e nessun socio "Non bikers" al via da Molveno

 

 

i presenti
 


 
+
Ospite

+
Ospite

Ospite
   

  nessuno

   

la cronaca

Molveno (BZ), 25-04-2008. Si è svolta oggi - sull'Altopiano della Paganella - la 2ª uscita stagionale del Programma Ordinario. Dopo i laghi di Monticolo e di Caldaro, protagonisti della 1ª uscita tre settimane fa, ancora due specchi d'acqua hanno caratterizzato il tracciato, partito dalle rive del Lago di Molveno e transitato sulle sponde di quello di Andalo prima di salire verso il Pradèl e la Baita Pineta, dove si è tenuto un gradito pranzo sociale.

L'uscita doveva tenere a battesimo l'iniziativa "Bike & Trekking", voluta per dare modo ai sempre più numerosi soci "Non bikers" di partecipare alle attività del gruppo anche nel periodo primaverile/estivo e non solo l'inverno con le ciaspolate. Purtroppo, mentre i soci "Bikers" al via erano ben 23, nessun socio "Non bikers" ha aderito, per cui la 1ª uscita di trekking della storia dei Rinco è stata possibile solo grazie alla presenza di Dorty (Bikers appiedato), accompagnato da moglie e cognata, aggregatesi nella convinzione di trovare un gruppo organizzato e ritrovatisi invece a camminare da sole. "Tutto ciò è un po' un controsenso - ha commentato il Presidente - speriamo che la prossima volta che lanceremo il «Bike & Trekking» ci sia più entusiasmo, altrimenti ci vedremo costretti ad abbandonare l'idea". Tra le note liete il battesimo di Lupo e quello di Walter Kramp, che adire il vero la sua prima uscita l'aveva già fatta il 5 aprile ma che era dovuto scappare via a fine giro per impegni familiari, saltando così l'ormai tradizionale cerimonia, recuperata oggi in riva al Lago di Molveno.

La partenza, comune ad entrambi i tracciati è avvenuta dal lago di Molveno, nei pressi del ponte che attraversa lo specchio d'acqua in direzione di San Lorenzo in Banale. Da qui i bikers hanno imboccato la strada sterrata che conduce in Paganella, mentre i trekker sono saliti dal sentiero 605. I tracciati si sono poi riuniti all'imbocco della gola del Rio Lambìn, il ruscello che scendendo dalla piana di Andalo si immette nel Lago di Molveno. Qui la strada si è ristretta fino a diventare un sentiero, a tratti anche in single track, che nella parte iniziale si trovava alto sulla costa, con il corso d'acqua che gorgheggiava 70-80 metri più sotto, per poi scendere gradualmente fino a costeggiare il rio, in questo periodo molto carico per via del veloce scioglimento delle nevi accumulate in vetta durante questo inverno così ricco di precipitazioni. In un paio di occasioni si è anche dovuti scendere dalle bici per via degli alberi spezzati dal carico di neve nei mesi scorsi e caduti di traverso sul sentiero. In una, in particolare, si sono viste scene tipo giungla, con i Rinco che camminavano faticosamente su un costone, con i piedi nel fango e la bici in spalla.

Giunti al ponticello che attraverso i rio, sia bikers che trekker sono saliti verso la località Genzianella, raggiungendo la vicina strada statale 421. Nei progetti iniziali solo i trekker avrebbero dovuto fare questa deviazione, per poi imboccare la via Belvedere di Molveno e da qui il sentiero che sale nei boschi verso la località Pradèl. Invece, dopo il sopralluogo di sabato 18/4, si è dovuta apportare una modifica al tracciato della MTB per via della neve ancora alta e degli alberi caduti che rendevano al momento impraticabile la seconda parte della suggestiva gola del Rio Lambin, quella che arriva fino alle porte di Andalo.

Così il paese è stato raggiunto con un paio di km di strada asfaltata, peraltro immersa in una fitta abetaia. Giunti ad Andalo i bikers hanno iniziato il "Giro dei Masi", un percorso segnalato  allestito dalla locale APT e che congiunge alcuni dei 14 masi che hanno dato origine all'abitato di Andalo. Dapprima si è saliti verso Maso Perli, nei pressi degli impianti di sci di gaggia, poi si è scesi verso il paese per risalire verso Maso Melchiori e da qui verso Maso Monech, il più alto con i suoi quasi 1.100 metri, da dove si gode di un bel panorama del paese sottostante e, verso sud-ovest, della catena del Brenta. Da Maso Monech si è quindi passati nei verdissimi prati che si trovano ai piedi della Paganella, scendendo a Maso Toscana, con il suo caratteristico arco in pietra che collega due abitazioni.

Da qui si è stata imboccata la bella strada forestale che attraversando un pascolo ha condotto fino al limitare del bosco, per poi scendere decisa verso Cavedago. Raggiunta la strada statale 421, è stata attraversata per proseguire nei prati dall'altro lato. Nel bosco è stato incontrato nuovamente qualche albero caduto di traverso, per cui in un paio di occasioni di è dovuti scendere ancora dalle bici per aggirare gli improvvisi ostacoli.

In questo punto c'è stato anche un grave incidente meccanico alla MTB di Big Bobby, che si è visto spezzare il forcellino da un ramo che regge il cambio. C'è voluta l'esperienza meccanica di Lucky Luke per rimuovere il pezzo rotto, smagliare la catena e rimontarla più corta, senza però la possibilità di usare i rapporti. In queste condizioni Big Bobby non ha potuto proseguire nel bosco, dove il saliscendi con i continui strappi e cambi di pendenza erano impossibili da affrontare senza cambio, per cui ha fatto rientro ad Andalo lungo la pianeggiante strada statale, per poi salire verso la Baita Pineta (dove era stato prenotato il pranzo, n.d.r.) lungo la strada forestale del Pradèl, percorsa in parte in sella ed in parte a piedi, in particolare quando la pendenza avrebbe richiesto un rapporto agile che però non era possibile avere con la catena fissa.

Il resto del gruppo, nel frattempo, aveva raggiunto la località Priori, dove si trova il Centro sportivo del Comune di Cavedago. Da qui è stata imboccata la strada pianeggiante che ha condotto veloce verso il lago di Andalo, un piccolo bacino a carattere stagionale che è alimentato dalle acque piovane. Proprio in questi giorni, sui giornali locali, è apparsa la notizia dell'improvviso innalzamento del lago (il livello è arrivato a crescere fino ad 1,5 cm all'ora) a causa della gran quantità di neve accumulata sulle cime, che con il caldo ha iniziato a sciogliersi alimentando numerosi rivi. Il Comune di Andalo, visto che il lago non dispone di un ruscello emissario ma si svuota solo per "via carsica", cioè attraverso le falde sotterranee, ha interessato la Protezione Civile che ha messo all'opera una potente idrovora grazie alla quale l'acqua viene prelevata dal lago e attraverso una tubazione di circa 2 km immessa proprio nel Rio Lambìn, il ruscello che scende verso il Lago di Molveno, lungo il quale è stato percorso il primo tratto del tracciato odierno. In questo modo è stata scongiurata l'esondazione del lago di Andalo, che al ritmo di crescita registrato prima della messa all'opera dell'idrovora sarebbe avvenuta entro pochi giorni, interessando la zona sportiva, il campeggio e tutte le strutture costruite nella parte nord dell'abitato.

Dopo aver costeggiato il laghetto, è stato attraversato il paese, passando per Maso Cadin, per poi imboccare la strada sterrata che sale verso il Pradèl. Fino a sabato scorso, quando è stato fatto il sopralluogo, la strada era percorribile solo fino all'ultima abitazione, mentre il tratto successivo era ancora  coperto da 25-30 cm di neve. Non è stato, però, il sole a ripulire la via, ma una potente ruspa fatta arrivare dal gestore della Baita Pineta, altrimenti irraggiungibile se non a piedi (o con le ciaspole!).

Dopo un paio di km di salita, con il tratto finale che si è impennato fino ad arrivare al 16%, si è quindi arrivati alla Baita Pineta, già visitata durante la "Ciaspolata ai piedi del Brenta", lo scorso mese di febbraio. Qui bikers hanno atteso a lungo i 3 componenti della spedizione trekking, che stavano vagando nei boschi alla ricerca della retta via. Il Presidente aveva fornito loro delle indicazioni, ma una diversa interpretazione delle distanze da un bivio (erano 100 metri, no erano 300, ecc.) ha condotto il terzetto su un sentiero sbagliato. Guidati al telefono hanno ritrovato la strada e sono giunti alla baita con una mezzoretta di ritardo, giunto in tempo per accomodarsi a tavola. L'amico Tiziano ha preparato un pranzo tipico di montagna, con stinco al forno, salcicce, puntine, cotechino, cervo, crauti, funghi, polenta e fagioli, il tutto annaffiato con del sincero vino rosso. Dopo il dolce e il caffè (ovviamente corretto!), i due gruppi hanno ripreso i rispettivi tracciati, con i trekker che sono scesi direttamente verso Molveno attraverso i boschi ed i bikers che sono scesi verso Andalo lungo la strada forestale.

Ad Andalo è stato completato  il "Giro dei Masi", passando per Maso Pegorar, per poi scendere nuovamente verso il lago e da qui al centro paese, dove imboccare la strada verso Molveno. Prima di giungere al paese, la statale è stata abbandonata in favore della via Belvedere, la più alta dell'abitato, dalla quale si gode di un bel panorama sul lago. Quindi si è scesi verso Molveno, attraversando il centro storico per poi dirigersi verso la zona lido, molto curata con un prato all'inglese che d'estate è preso d'assalto dai bagnanti. Prima del rientro è stata fatta visita all'antica "Segheria Taialacqua" (dal nome del vecchio proprietario), una segheria c.d. "alla veneziana", i cui meccanismi sono cioè mossi da una pala, simile a quella dei mulini, fatta girare dall'acqua. Lungo il torrente Massò che scende dal Brenta e si immette nel lago di Molveno, un tempo queste segherie erano assai numerose, tanto che la valle ancora porta l'antico nome di Val delle Seghe. Ora ne è rimasta una sola, restaurata e messa in funzione per i turisti, testimone di un antico mestiere che con l'avvento della meccanizzazione è radicalmente mutato.

Dopo questo deviazione si è fatto rientro sulla spiaggia, per poi giungere al parcheggio dove era iniziata l'escursione al mattino. Nel frattempo anche i trekker sono scesi dal paese di Molveno, concludendo così anche la loro fatica.

Prossimo impegno domenica 17 maggio con la trasferta a Robecco sull'Oglio - al confine tra le province di Cremona e Brescia, per partecipare alla 3ª SummerBike, manifestazione con raccolta fondi per beneficenza organizzata dal gruppo gemellato Non Solo Panza.

 

i dati tecnici

Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 30 km, mentre il dislivello complessivo è stato di 704 metri. Altimetria caratterizzata da un continuo saliscendi  nella parte iniziale (Gola del Rio Lambin e Giro dei Masi), seguito da una costante salita (di circa 3 km) per giungere alla Baita Pineta. Seconda parte (discesa) speculare, poi di nuovo saliscendi per il 2° tratto del Giro dei Masi e rientro in discesa a Molveno.   Salita più lunga: Andalo-Baita Pineta (circa 3 km); GPM alla Baita Pineta (m.1300).

 CLICCA SULL'IMMAGINE DEL TRENTINO PER
VISUALIZZARE LA CARTINA DEI DUE PERCORSI (BIKE E TREKKING)

BIKE

TREKKING

 

le immagini


Il parcheggio lungo il lago è colonizzato dalle auto dei Rinco Boys


Il gruppone, con 23 bikers e 3 trekker, prima del via


Dorty (con moglie e cognata) ha tenuto a battesimo la 1ª uscita di trekking. "Ma i non biker dov'erano?"


Si parte, lasciando il parcheggio per imboccare la passeggiata lungo lago


La giornata è limpida, con solo qualche nuvoletta qua e là. La temperatura al via, però, è ancora frizzante


Oggi ci sono due "battesimi della strada", così il Presidente va a riempire l'ampolla con acqua di lago


Il primo New-Rinco ad essere bagnato è Lupo


Il secondo è Walter Kramp, che doveva essere battezzato il 5 aprile ma che era dovuto scappare via a fine
giro per impegni familiari. Niente problemi, la cerimonia è stata recuperata oggi.


Dopo i battesimi riprendiamo la strada, sempre costeggiando il lago


Lasciato il lago iniziamo a salire sulla strada forestale per la Paganella


Dopo un km circa si devia per il sentiero lungo il Rio Lambìn, in direzione di Andalo


Il sentiero ha alcuni punti sassosi e stretti, per cui si deve procedere con molta prudenza

   
Un albero che ostruisce il sentiero costringe i Rinco ad una deviazione avventurosa, su un costone
fangoso e scivoloso, dove era necessario reggersi ai rami dei cespugli per rimanere in piedi!


In questo tratto ritroviamo i trekker, saliti da una via più ripida e breve


Il sentiero prosegue nella suggestiva gola del Rio Lambin, a fianco del ruscello carico d'acqua


La seconda parte della gola è ancora impraticabile, a causa della neve e degli alberi caduti.
Deviamo a sinistra salendo verso la località Genzianella, da dove imboccheremo la strada statale


Raggiunta la statale, ci incolonniamo i direzione di Andalo


Il nostro pensiero va anche a chi è rimasto a casa


Dopo un paio di km raggiungiamo Andalo


Qui inizia il "Gito dei Masi" e si comincia a salire


Il primo maso dove transitiamo è Maso Perli. L'abitato di Andalo è nato dall'unione di 14 masi un tempo sparsi


Allora il modo di dire dei ciclisti "Ho finito la benzina" ha un fondamento!


Da Maso Perli imbocchiamo una erta stradina per Maso Melchiori


Scesi verso il centro paese, risaliamo su un tratto erboso


Lungo il tracciato si incontrano suggestivi passaggi tra le abitazioni rurali


Ora si sale in direzione di Maso Monech


Il centro paese comincia ad allontanarsi alle nostre spalle


La strada sale ripida verso il più alto dei masi di Andalo


Giunti in cima (a quota 1.095) si gode di una bella vista sul paese, dominato dalla vetta del Piz Galin


Ci lasciamo Maso Monech alle spalle e ci dirigiamo nei pascoli ai piedi della Paganella


In linea d'aria siamo a 500 metri dall'abitato, ma sembra di essere in alta montagna


In direzione di Maso Toscana troviamo una ripida rampa cementata


Proseguiamo tra i verdi prati, passando a fianco di antiche abitazioni rurali


A nord il panorama si apre sulla Valle di Non


Il passaggio a Maso Toscana, con il suo caratteristico arco in pietra.


Da Maso Toscana (visibile sullo sfondo) ci dirigiamo verso il territorio di Cavedago


Attraversiamo ancora verdi pascoli, con il Brenta ancora innevato sempre di fronte a noi


Scendiamo verso la località Priori, nel Comune di Cavedago


La forestale si dirige verso il bosco


Il Vice-Presidente Cecchi Paone


I rami nel bosco fanno una vittima: è il forcellino del cambio della bici di Big Bobby


Lucky Lukr smonta il pezzo rotto e accorcia la catena, mettendo un rapporto fisso


Baldazàr approfitta della sosta per fare il carico di potassio


"Beh, anche il bosco ha bisogno di sali minerali, che volete?"

 
Riprendiamo la strada fino alla località Priori


Da qui imbocchiamo la comoda passeggiata che conduce al Lago di Andalo


Al lago facciamo una foto di gruppo


L'itinerario prosegue con la passeggiata circumlacuale


Una bella immagine del lago, con il paese di Andalo sullo sfondo


Ora ci dirigiamo verso il paese, da dove saliremo verso il Pradèl


La prima metà della forestale verso il Pradèl è stata asfaltata


La strada sale con pendenza costante


Salendo di quota troviamo ancora la neve a bordo strada


Tra gli abeti e le nuvole fa capolino l'inconfondibile Campanil Basso


Si procede a coppie: ecco Yoghi e Walter Kramp ...


... poi lo Schiaccianoci del Terminillo con Kriminal Bike ...


... quindi Frà e Bubu ...


Ehi Cecchi Paone, devi tenere il passo!


Il Presidente si disseta ad una fontanella nel bosco


Dopo un rampone al 16%, come un miraggio a quota 1.300 appare la Baita Pineta


Aspettiamo i trekker che nel frattempo hanno sbagliato sentiero e stanno vagando nei boschi sottostanti


Dorty non lo sa, ma il Presidente gli aveva nascosto un rilevatore GPS Garminch nelle mutande.
Ecco la traccia scaricata e sovrapposta alla foto satellitare della zona: ma che giro avete fatto?


Dopo una mezzoretta, ecco l'arrivo di Dorty e signora


Ecco i Rinco nella disciplina olimpica delle ganasce lanciate


Questa è fame!


Anche i trekker si sono meritati questo succulento pranzo


Kriminal Bike, sul quale gli effetti del vino sono noti, comincia a perdere i lumi della ragione


Non è il solo, però, ad avere un bel colorito rosso!


Baldazàr se la ride, il Frà sembra addormentarsi


Kriminal Bike si sacrifica al posto di Brücke (non fermatosi a pranzo) e spazzola la panna rimasta su un piatto


Con il caffè c'è lo zucchero dello sponsor


Dorty, salendo verso la baita, ha trovato un ciclocomputer per terra. Era di Big Bobby, che lo aveva perso
salendo poco prima. Per lui, dopo la rottura del cambio, una bella giornatina di m....


Dopo il pranzo ci prepariamo per la discesa


Ma Kriminal Bike cosa sta guardando?


Siamo pronti, comincia la discesa


Dopo nemmeno un km il Presidente, fermo ad un bivio ad attendere i compagni, rimane con
la gomma a terra. La camera d'aria (evidentemente difettosa) ha uno sgarro di 25 cm !


Ridiscesi ad Andalo, proseguiamo per il "Giro dei Masi"


Si sale verso Maso Pegoràr


Con Maso Toscana e pochi altri, Maso Pegoràr si è salvato dall'inglobamento nel paese a seguito dell'espan-
sione urbanistica dell'ultimo mezzo secolo, che ha visto nascere decine di alberghi e seconde case


Da Maso Pegoràr imbocchiamo una ripida discesa cementata


In un attimo siamo di nuovo al lago di Andalo


Da qui ci dirigiamo verso il centro paese per poi imboccare la statale 421 in direzione di Molveno


Abbandoniamo la statale per percorrere via Belvedere, la strada più alta del paese di Molveno


Dopo un po' si capisce il perchè di quel nome ...


Scendiamo a Molveno, attraversandone il centro storico


Giunti in località Spiaggia, transitiamo davanti all'antica Segheria Taialacqua, risalente al 500. Si tratta di una
segheria "alla veneziana", i cui meccanismi sono mossi da una pala fatta girare dall'acqua, simile ad un mulino


Facciamo quindi un giretto sulla bellissima spiaggia di Molveno


A Cecchi Paone il luogo rievoca vecchi ricordi


Ricordate? Era l'estate 2005


Attraversiamo il ponte sul Torrente Massò per portarci in direzione del parcheggio


Raggiungiamo la parte settentrionale del lago


Gli ultimi metri sono su un piacevole sentierino lungolago


Eccoci arrivati (il parcheggio si scorge tra i rami). Anche questa è fatta!

Una corsa ... ad ostacoli !


Sentiero ostruito dai rami, con passaggio sul costone fangoso


Albero caduto di traverso


Rete della pista da fondo


E per finire: le tubazioni posate dai pompieri per abbassare il livello dell'acqua del lago di Andalo