La 2ª uscita ufficiale di trekking dei Rinco Boys, sulla Cima Marzòla


 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulla Marzòla l'assaggiodella prima neve 2009-2010

BELLA USCITA DI TREKKING SULLA CIMA CHE SEPARA VALLE DELL'ADIGE E VALSUGANA. DA META' PERCORSO IN SU, SI E' CAMMINATO SULLA NEVE, MA STAVOLTA NIENTE CIASPOLE: TROPPO RIDOTTO LO SPESSORE DOPO UNA SETTIMANA DI SOLE. POI, AL BIVACCO BAILONI, MERENDA E CASTAGNATA.

 

 

i presenti
 

     
   

la cronaca

Rifugio Maranza (TN), 13/11/2009. E' andata in scena oggi pomeriggio, sulla Marzòla a due passi da Trento, la 2ª uscita stagionale di trekking, l'ultima scoperta dei Rinco dopo MTB e ciaspole. 7 i soci al via (dovevano essere 11, ma una serie di defezioni dell'ultim'ora, causate principalmente dall'influenza, ha ridotto il lotto dei partenti), avviatisi sul sentiero 412 dal Rifugio Maranza, per affrontare i circa 650 metri di dislivello fino alla cima sud della Marzòla, posta a quota 1738.

Il percorso ricalcava fedelmente quello della ciaspolata che si tenne su questa montagna nel febbraio 2008. Così, come già è successo per il Bondone, anche per la Marzòla è stato completato il trittico mountainbike+ciaspole+trekking, visto che anche in MTB i Rinco sono passati di qui in un'uscita ufficiale (era l'aprile 2007).

Il primo tratto della salita è assai facile, sia per la pendenza ridotta, sia per il fondo compatto della strada forestale che si stacca dal rifugio una volta terminato l'asfalto. E' però una breve illusione, perchè dopo nemmeno 500 metri, in località Pradèi della Maranza, si incontra un bivio con il segnavia SAT dove si svolta a destra e si affronta subito un bel rampone con fondo sassoso. Si prosegue con tratti ripidi alternati a brevi falsipiani, sempre con fondo sassoso e foglie secche, cadute dai numerosi faggi di cui è composto il bosco a queste quote.

A quota 1200 circa si incontrano i resti di una vecchia calcara restaurata. Le calcare (o, in certe zone del Trentino, "calchere") erano dei forni costruiti nel terreno dove fino al secolo scorso si produceva la calce, ottenuta cuocendo ad elevate temperature la pietra calcarea estratta in zona (vedi info).

Proseguendo ancora un po', e raggiungendo quota 1300,  è stata incontrata la prima neve a terra, caduta copiosa lo scorso week-end. Non è stato però necessario indossare le ciaspole (che i Rinco avevano comunque al seguito), perchè lo spessore del manto, dopo una settimana di sole, è stato ridotto ad una manciata di centimetri (tranne qualche zona in cresta, dove a causa degli accumuli per il vento si poteva sprofondare anche fino al ginocchio).

La salita è proseguita senza tregua, in particolare nel tratto finale prima del bivacco, dove il sentiero, che fino a quel momento procede abbastanza lineare, inizia a zig-zagare sul costone sud-ovest della Marzòla, facendo guadagnare quota in breve tempo. Dopo una serie di stretti tornanti, dopo aver affrontato i quali ci si trova a camminare praticamente sopra a quelli che ci seguono e che devono ancora raggiungere le curva, si è sbucati in località Prà Grande, un pianoro erboso (ora totalmente ricoperto di neve) utilizzato come pascolo per le pecore, come si apprende da alcuni cartelli appesi agli alberi. Qui si ha la prima vera tregua all'impegnativa salita, ma ormai siamo quasi arrivati al bivacco, distante solo qualche centinaio di metri.

Dopo aver raggiunto la struttura appartenente alla SAT di Villazzano, proseguiamo la salita nel bosco in direzione della cima. Per la pausa al bivacco ci sarà tempo al ritorno. Il sentiero, che prima del bivacco era uscito tra i prati, rientra nel bosco e sale nuovamente ripido tra gli alberi. Poi, dopo circa 200 metri, la vegetazione scompare totalmente e si cammina sulla cresta, con la Valsugana alla propria destra e la Val d'Adige alla propria sinistra. Peccato per il cielo non proprio limpido, cosicché i panorami delle cime del circondario (dal Brenta al Bondone, dal Lagorai alla Vigolana, dalla Panarotta al Fravort, ecc.) non sono - come si dice di solito - "da cartolina", anche se ogni tanto uno sprazzo di sole fa capolino cambiando subito i colori degli sfondi.

Giunti sulla cima sud, a quota 1738, è stata fatta subito la foto di rito vicino alla grande croce metallica, per poi scendere nuovamente, dopo pochi minuti, verso il bivacco, vista l'aria gelata che tirava lassù, non proprio un toccasana per le schiene sudate di noi ormai ultra-quarantenni!

Al bivacco, recentemente oggetto di un restauro interno, i Rinco hanno avuto modo di cambiarsi i vestiti sudati e di fare una sostanziosa merenda a base di panini imbottiti, mentre il fuoco nella stufa scoppiettava e  si cuocevano  le castagne. Per accompagnare queste ultime, che notoriamente mettono sete!, sono stati fatti fuori 2 litri di novello prodotto dal Nonno Rinco Taverna: un vero elisir che ha riscaldato i cuori e rallegrato ulteriormente l'ambiente, andando giù per il gargarozzo come il rosolio!

Verso le 17:00, dopo aver ammirato lo splendido tramonto  del sole dietro il gruppo Bondone-Stivo ed ormai sazi della ricca merenda appena consumata, è iniziata la discesa. Il buio è arrivato presto e sono stati accesi i frontalini per illuminare il sentiero. In meno di un'ora il gruppo ha quindi ricoperto al contrario lo stesso sentiero dell'andata, giungendo al Rifugio Maranza poco prima delle 18:00.

 

i dati tecnici

Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi circa 7 km, mentre il dislivello complessivo è stato di poco superiore ai 650 metri. L'altimetria è caratterizzata da un'unica salita, meno ripida nella parte iniziale, poi più impegnativa (quando si sale a zig-zag sul costone sud-ovest della Marzola), solo di tanto in tanto intervallata da brevi falsipiani. La discesa avviene per la stessa strada della salita. GPM alla croce della Cima Marzola (m. 1738). 

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le immagini


Alla partenza dal Rifugio Maranza (m.1070) troviamo una gradita sorpresa:
Lucky Luke è salito fin quassù in MTB per salutarci prima del via.


Attorno alle 14:00 partiamo, passando vicino al rinnovato Rifugio Maranza


Il primo tratto di cammino è su una comoda strada forestale


Ci inoltriamo nel bel bosco di faggi, sul sentiero coperto di fogliame secco


La segnaletica SAT è ben visibile: noi seguiamo il sentiero 412


Barbapapà e Willy affrontano con un buon passo la salita


Dopo il primo bivio la salita si fa più ripida e sassosa


Il sentiero sale diritto nel bosco


Un tratto pavimentato con pietre e cemento


Il gruppetto prosegue compatto, con il Presidente che esibisce sullo zaino la "parabolica"


Una vecchia calcara restaurata. Si trattava di forni per la produzione della calce


Attorno ai 1300 metri di quota cominciamo a trovare la neve a terra


Il sentiero sale sempre ripido, senza un attimo di tregua


Lo spettacolo del bosco nella sua colorata versione autunnale


La nostra colonna procede spedita arrivando al tratto finale dove inizia il zig-zag sul costone


Qui si incontrano numerosi tornanti e si può vedere dall'alto il tratto appena percorso


Il sentiero sale con ripide diagonali tra i mughi


Lo spessore della neve aumenta mano a mano che si sale


Barbapapà, seguito da Dorty, in corrispondenza di un tornante del sentiero


Dorty cammina seguendo la traccia di chi lo ha preceduto


Ora possiamo scorgere anche la città di Trento


Il Camoscio durante una sosta


Il gruppo diviso su due tratti di sentiero separati da un tornate


Un altro tornante lungo il ripido costone


L'effetto del vento sul tronco di due abeti


L'Uomo Ombra durante una sosta

 


In località Prà Grande, a due passi dal bivacco, la salita è interrotta da un tratto pianeggiante


Anche Barbapapà sbuca all'improvviso dal basso sul pianoro erboso ora coperto di neve


Willy cade all'indietro e ne approfitta per un riposino


Tiriamo il fiato prima della salita finale


Sul sentiero incontriamo qualche albero piegato dalla neve


Dopo oltre un'ora di cammino, appare il Bivacco Bailoni (quota 1.623)


La struttura, oggetto di un recente restauro interno, è gestita dalla SAT Bindesi di Villazzano


Lasciamo il bivacco (dove torneremo più tardi) e ci avviamo nel bosco, verso la cima


Qui la neve si fa via via più alta, ma non richiede ancora l'utilizzo delle ciaspole


All'uscita dal bosco. Tra gli alberi si scorge la Vigolana


Incontriamo un tratto dove la pendenza schizza oltre il 30%


Dal lato ovest si vede l'alta Valsugana, con i laghi di Caldonazzo e Levico


L'Uomo Ombra in sosta. Alle sue spalle si scorge il Gruppo del Brenta


Willy nel tratto bivacco-cima: sullo sfondo la valle dell'Adige


Ancora il Gruppo del Brenta. In primo piano un costone coperto di neve ancora intonsa


Gli ultimi metri della salita


L'arrivo alla croce sulla Cima sud della Marzòla: siamo a quota 1.738


L'Uomo Ombra con Willy e Brücke


L'immancabile foto di gruppo. Sullo sfondo c'è la Vigolana


Dopo la foto ci prepariamo per scendere


Ci avviamo per la discesa


Quassù la neve è ancora alta 25-30 cm, nonostante una settimana a di sole


Ritorniamo al Bivacco Bailoni per fare merenda e per cambiarci


Dopo qualche minuto, dal comignolo del bivacco si scorge un filo di fumo: il fuoco è acceso!


Oltre ai panini, infatti, ci siamo portati le castagne


Dorty, con le mani impegnate da vino & panino, ha l'aria di essere soddisfatto!


Anche il Camoscio e Willy si danno da fare


Il paesaggio visto dalla finestra del bivacco


Il Presidente, sull'uscio del bivacco, si gode gli ultimi raggi di sole


Nel frattempo le caldarroste sono pronte


Willy aspetta il tramonto ...


... e poco dopo è accontentato: il sole cala dietro il Gruppo del Monte Bondone-Monte Stivo


Neanche 5 minuti dopo è quasi buio!


Ovviamente dobbiamo accendere i frontalini per illuminare il sentiero


L'Uomo Ombra impegnato nella discesa


Willy e il Camoscio durante una breve sosta lungo la discesa in notturna


La città di Trento, con le sue migliaia di luci, come ci appare dal sentiero lungo la discesa


Siamo ormai in fondo, anche questa avventura è andata

 

Alla prossima !