Sulla Marzòla la 2ª uscita stagionale con le racchette da neve
Una giornata 10 e lode
Cielo terso, sole tiepido come in primavera e panorami da cartolina. E' andato tutto OK  alla 2ª ciaspolata del 2008.

   

   
 

Trento, 08 febbraio 2008. Dopo il rinvio dell'escursione, a causa del maltempo, nello scorso week-end, l'attesa dei Rinco Boys per la seconda uscita stagionale con le racchette da neve è stata davvero ripagata con una fantastica giornata di sole. La Ciaspolata in Marzòla, dal Rifugio Maranza al Bivacco Bailoni, e poi ancor più sù, fino alla cresta della montagna che separa la Valle dell'Adige dalla Valsugana, si è tenuta oggi pomeriggio in un clima quasi primaverile, con circa 10-11° a Trento al momento della partenza in auto per il Passo del Cimirlo. Erano 10 i soci al via, tutto sommato un buon risultato, anche se il confronto con la carovana dei 27 che hanno calcato le nevi del Monte Bondone alla Ciaspolata by Night del 18 gennaio scorso è assai impietoso. Quello, però, è ormai da considerare un classico della programmazione Rinco-Ski, con l'aggiunta del fascino della notturna. Va tenuto conto, inoltre, di alcune sopravvenute defezioni per motivi di lavoro, altre per motivi di salute, altre ancora per impegni familiari, che hanno ridotto negli ultimi giorni il numero degli aderenti.

Ad ogni modo c'era un bel gruppetto ad affrontare  l'impegnativa ascesa verso il Bivacco Bailoni, con circa 550 metri di dislivello da superare (dai 1070 del Rifugio Maranza ai 1623 del bivacco), più un supplemento di altri 115 metri per arrivare ai 1738 metri della cresta della Marzòla. Il tutto lungo un sviluppo chilometrico all'incirca uguale a quello della Ciaspolata sul Monte Bondone, con l'evidente differenza della pendenza media.

Il tratto più impegnativo, dopo un inizio all'interno del bosco su una comoda strada forestale, è stato quello centrale, sviluppato sulla parete ovest della Marzòla, con un incedere a zig-zag. Il sentiero saliva deciso senza mai concedere tregua, facendo guadagnare quota in modo assai veloce. E se nel primo tratto non si erano indossate le ciaspole perchè il manto nevoso era di pochissimi centimetri, qui non si sono potute mettere perchè la traccia scavata nella neve dai primi escursionisti saliti in Marzòla dopo l'ultima nevicata di lunedì notte, era troppo stretta (evidentemente sono saliti senza le racchette ai piedi) e il gelo delle notti successive ha reso il solco immodificabile. Così si è proseguito senza racchette, piantando gli scarponi nella neve dura e facendo più attenzione del solito in un paio di tratti un po' esposti, con un ripido costone innevato a fianco del sentiero. Il tratto finale, invece, sviluppato in un bosco rado con qualche prato dove il manto nevoso intonso rendeva quasi fiabesco il paesaggio, era assai più abbordabile, con un andamento in saliscendi ed un solo strappo finale per arrivare al bivacco, posizionato sul  versante sud-ovest della montagna, affacciato sulla bassa Val d'Adige.

Dopo una breve sosta per tirare il fiato e per dare un'occhiata all'attrezzatura del bivacco, il gruppo ha ripreso il cammino per l'ultimo supplemento di fatica, imboccando il sentiero che conduce alla sommità della Marzòla. Anche qui la pendenza non perdonava e le racchette da neve, con i loro provvidenziali chiodi, si sono rivelate assai utili per scalare l'ultimo costone innevato prima della croce posta a quota 1738 metri. 

Quassù il panorama è davvero impagabile e vale tutta la fatica profusa per raggiungere la vetta. Se si guarda in basso si possono ammirare, ad est, i laghi di Caldonazzo e di Levico, nonché tutta la parte alta della Valsugana, mentre ad ovest c'è la città di Trento e la valle dell'Adige. Se si alza lo sguardo verso le catene montuose, invece, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ruotando a 360° si incontrano Cima Vezzena e Piz di Levico, la Panarotta, il Lagorai, la Paganella, il Gruppo del Brenta, il Monte Bondone e le Tre Cime, il Monte Stivo. A rendere ancor più godibile il panorama c'era anche il cielo azzurro e terso grazie al vento degli ultimi giorni, macchiato qua e la da qualche piccola nuvoletta bianca che sembrava uscita dal pennello di qualche paesaggista.

Dopo la sfacchinata fino ai 1738 m. della cima, il gruppo è rientrato al bivacco per una mega merenda a base di panini con pasta di lugàneghe cotta alla piastra e melanzane grigliate, annaffiati da birra fresca immersa nella neve. Dal capiente zaino di Willy è uscito un bel sacco di 2,5 kg di carbone con cui è stato subito acceso il fuoco. La piastra della stufa si è scaldata in breve tempo e la squadra cucinieri dei Rinco Boys ha confermato tutto il suo valore, preparando a tempo di record ben 20 panini super-farciti che ai bar delle piste da sci sarebbero costati minimo 5 euro l'uno!

La temperatura gradevole ha consentito di mangiare all'aperto, seduti sulle panche e sui tavoli semi coperti dalla neve, poi - quando il sole ha cominciato la sua discesa dietro le catene ad ovest, regalando uno stupendo tramonto - si sono fatti i bagagli ed è stato imboccato il sentiero del rientro

Erano ormai le 6 passate quando il gruppo ha raggiunto il rifugio Maranza, percorrendo le ultime centinaia di metri nell'oscurità del bosco, appena attenuata dal riverbero del manto nevoso bianco.  Una bella camminata, sicuramente più faticosa della ciaspolata precedente, ma - ne siamo sicuri - ne è valsa la pena.

 Panoramica del tracciato

 
LE IMMAGINI DELLA GIORNATA


I Preparativi prima del via, nel parcheggio del Rifugio Maranza (in corso di ristrutturazione)


C'è un clima allegro nel gruppo e prima che la salita tolga il fiato c'è tempo per ridere e scherzare


Nel primo tratto (alle quote più basse) il manto nevoso è assai risicato e non c'è bisogno delle ciaspole


L'Uomo Lavico procede spedito nel bosco


La segnaletica SAT, come sempre puntuale e ben visibile


Lungo il sentiero incontriamo una "calchera", antico strumento per la produzione della calce (vedi info)


Il Merdatleta in carica, Kanoista, tira la carovana (come in mtb!). Eccolo un tornante più su del gruppo


Se il primo tratto non era adatto alle ciaspole per mancanza di neve, il secondo lo è per le dimensioni del
sentiero. La prima traccia nella neve fresca è stata fatta a piedi e, con il gelo durante le notti, così è rimasta.


Baldazàr sorridente durante una breve sosta


Usciti dal bosco si comincia ad ammirare il panorama sulla Val d'Adige e sulla città di Trento.
Ecco il gruppo durante una sosta con lo sguardo volto ad ovest, verso il gruppo del Brenta


Un punto curioso, dove un albero caduto a cavallo del sentiero è stato segato per consentire il passo


Willy impegnato nel duro tratto centrale dell'ascesa, caratterizzato da numerosi tornanti e pendenza elevata


Dopo la faticaccia, si intravede l'obiettivo. Ecco il Presidente posare davanti alla segnaletica
della SAT: 10 minuti al Bivacco Bailoni, mezzora alla Cima Marzòla. Ci siamo quasi ...


Prima del bivacco si incontra un tratto in falso piano con qualche saliscendi nei prati innevati


Ecco (finalmente!) il bivacco Bailoni, a quota 1623 metri


L'interno, come si conviene ad un riparo alpino, è rustico ed essenziale, ma molto confortevole


Calma, qui c'è posto per tutti!


Breve sosta per tirare il fiato, poi via verso l'ultima fatica. Direzione: Cima Marzòla


Il sentiero prosegue ripido nel bosco verso la cresta


Ora abbiamo indossato le ciaspole, i cui chiodi si rivelano provvidenziali sui ripidi pendii


Nel frattempo si apre un panorama splendido, a 360°. Ecco, ad est, la cima della Panarotta


A sud-est ecco i laghi di Caldonazzo e Levico. Sullo sfondo la Cima Vezzena


Dalla parte opposta l'inconfondibile profilo frastagliato del Gruppo del Brenta. Senza parole ...


Nel frattempo siamo giunti ad un passo dalla cima. Dal profilo della montagna si intravede spuntare la croce


Ed ecco i primi 7 giunti in vetta posare con il Brenta sullo sfondo. Gli altri arriveranno ... con più calma!


Dopo la doverosa puntata in vetta si rientra al vicino bivacco per ... la merenda!


Per cominciare si mettono le birre in fresco. Diciamo che il frigorifero, qui, non serve!


Anche gli "attrezzi del mestiere", per adesso, possono aspettare


Dagli zaini escono numerosi sacchetti di cibarie


Dopo aver acceso la stufa, si cucina la pasta di lugàneghe sulla piastra e si scaldano le melanzane grigliate


Con questa temperatura si può tranquillamente mangiare all'aperto, baciati dal sole


Le ganasce del Bagnino sono in azione. Hanno appena divorato il secondo panino


Ai napoletani, si sa, non manca certo l'iniziativa e così Nicola Moviola, i cui piedi rischiano
seriamente l'assideramento (ma che calze hai messo?) trova subito il modo di scaldarseli


Nel frattempo (è ormai tardo pomeriggio) il sole cala dietro le catene montuose ad ovest e ci regala
un tramonto da cartolina. E' ora di fare i bagagli e imboccare il sentiero del rientro


Un ultima foto prima di partire. C'è chi usa il cellulare ...


... e chi si mette in posa sulla finestra del bivacco.


Mentre scendiamo verso il Rifugio Maranza cogliamo gli ultimi bagliori del sole ormai tramontato


L'ultima immagine è della città di Trento, con le luci ormai accese mentre il sole scende dietro il Bondone