Schiaccianoci ... "el ciùcia ròde"
Con il termine dialettale trentino "ciùcia ròde", traducibile
letteralmente in "succhia ruote", si intende marchiare - in ambiente
ciclistico - colui che tiene una condotta di gara "parassita",
attaccandosi alle ruote dell'avversario che lo precede, sfruttandone
la scia e facendo così molta meno fatica in previsione dello sprint
finale. L'episodio accaduto domenica 21/10 al Taverna-Tour,
pur essendo avvenuto in un contesto che di agonistico non aveva
proprio nulla, ha fatto guadagnare l'appellativo di "ciùcia ròde"
allo Schiaccianoci del Terminillo, che sulla ciclabile del Sarca,
mentre si tornava verso Arco da Torbole, si è attaccato (nel senso
letterale del termine!) al borsellino sottosella del Cimo, facendosi
tirare per un buon chilometro, senza nemmeno muovere i pedali. La
cosa buffa e che il Cimo non se n'è proprio accorto ... (ma quanta
potenza ha in quelle cosce?) |